Adam Thirlwell è nato nel 1978 a Londra e ha pubblicato nel 2003 il primo romanzo, Politics, tradotto in 30 Paesi. Al debutto sono seguiti La fuga (2010) e Mademoiselle O (2010), in Italia tutti editi da Guanda. Adam Thirlwell è stato più volte selezionato tra i migliori romanzieri inglesi dalla rivista «Granta», e ha vinto quest’anno il E.M. Forster Award dell’American Academy of Arts and Letters. Il 27 agosto è uscito il suo ultimo romanzo “Tenero e Violento”, è stato interessante conoscere meglio l’autore e la sua ultima creazione in questa intervista.
Da cosa nasce questo romanzo?
Molto spesso quando devo scrivere un romanzo la prima cosa a cui penso è una determinata scena. In questo romanzo la scena è quella della sauna; un uomo fa sesso con una ragazza pensando sia un atto altruista. Ho pensato quindi da un lato all’atto sporco e dall’altra alle teorie morali del protagonista, come se fosse una cosa elegante. Questo contrasto mi sembrava oscuramente comico. Il romanzo è nato realmente quando ho trovato la Voce con cui narrare, da un lato molto seducente dall’altro orribile.
Era voluto l’ossimoro nel titolo?
L’ossimoro è voluto, in effetti il mio modo di operare è quello di avere il titolo già dall’inizio del romanzo. E’ un ossimoro in superficie perché secondo me questi due concetti , tenero e violento, sono collegati. Il protagonista alla fine si scontra con i veri sentimenti nudi e crudi.
Quanto di Lei è presente nel libro?
Tutto è autobiografico. Addirittura nella prima bozza c’era il nome del narratore, proprio perché non volevo essere identificato. Poi una sera ero con una mia amica a cena mi ha consigliato di togliere il nome del protagonista. Addirittura a un certo punto ho pensato di mettere “Adam” come protagonista, questo però sarebbe stato l’estremo opposto, ho cercato la via intermedia. In Politics io giocavo molto su quelli che sono i valori corretti, i valori onesti, sembrava che il sesso in alcune parti fosse più importante che prendere decisioni politiche. Mi piace molto mischiare queste due tematiche politica e sesso.
Quali sono le affinità tra il libro e le teorie sulla devianza?
Secondo me questo è un romanzo politico. Un aspetto della Voce che descrivo è la sua spietatezza borghese, tutta decorata da un finto moralismo (come amare gli animali). C’è molta superficialità. Il narratore pensa che debbano essere gli altri a fare la rivoluzione. Cerca sempre delle soluzioni finte. E’ un libro politico perché metto a disagio il lettore. Tanti lettori potrebbero ritrovarsi in questo narratore. Il libro aveva intenzione di rendere i lettori scomodi.
Da chi hai imparato la sua capacità descrittiva così intensa degli stati d’animo?
Non molto spesso viene descritto quanto sia facile cambiare umore. Lo vedo con i miei amici, questi stati d’animo sono fragili, basta un’e-mail. Questa invasione dal mondo esterno di informazioni non avveniva in passato. Gli stati d’animo si cambiano in poco tempo. Adesso siamo più vulnerabili . Secondo me questo aspetto non è stato ancora sviluppato molto in letteratura. Io consapevolmente mi sono soffermato sulle descrizioni minuziose. Ho cercato di soffermarmi in differenze impercettibili. Mi piaceva questo senso di instabilità che poi è quello presente nella vita.