“Un biglietto per Texel – Lucia Valcepina

Titolo: Un biglietto per Texel
Pagine: 212
Prezzo: Euro 16,00

Alle 16.30 mi recherò alla presentazione del nuovo romanzo di Lucia, romanzo che ho già letto e apprezzato molto, romanzo di cui scoprirò chissà quante cose che io non ho compreso leggendolo, che io non so e non posso sapere o che non so capire.

Prima di ascoltarle, voglio raccontare quello che ho capito io, quello che mi ha colpito, lasciato il segno, estasiato. Faccio sempre così: non leggo le recensioni di chi arriva prima, difficilmente leggo la quarta di copertina, raramente anche le prefazioni quando ci sono. Voglio capire, voglio reazioni vergini dal mio leggere, voglio tagliare pagine intonse con i miei occhi. E faccio così anche oggi, a un paio d’ore dal disvelamento.

“Un biglietto per Texel” è un romanzo che contiene tante cose, tanti elementi, tante persone. Penso sia un romanzo completo, adatto ad una platea molto vasta di persone, perché offre moltissimi spunti di riflessione, stimola innumerevoli domande. Il nuovo lavoro di Lucia Valcepina è di quelli che mi piacciono in modo particolare, è innanzitutto uno di quei romanzi che io definisco psicologici, perché scava nelle profondità e nelle meraviglie dell’animo umano. Ma inizialmente è anche un giallo, poi a tratti si fa romantico, si trasforma in celebrazione della musica, ma soprattutto di chi la crea, in celebrazione dell’arte e degli artisti. Eh sì! Perché Lucia è innanzitutto un’artista, e nella sua essenza di artista maturano ed esplodono opere come questa.

Ma di cosa parla questo romanzo, vorrete sapere? Chi sono i protagonisti e dove vivono? Mi verrebbe da dire che le risposte sono abbastanza semplici. Il romanzo narra di una fuga di una donna, da Milano (e chi non fuggirebbe da una città ormai così caotica, cara e inquinata). Si chiama Lisa. Suo fratello Nicola e Giulia, un’amica, cercano di capire cosa sia successo visitando la casa dove viveva. Non era sola, mancano alcune cose (soprattutto manca di pagare l’affitto), ma ce ne sono ancora tante altre. Perché, dove, ed eventualmente con chi, Luisa se n’è andata? Ecco, risposte semplici alla base di una storia molto profonda.

Da qui inizia la vera e propria avventura umana che l’autrice ci regala, a cui ci invita a partecipare, e non dovrà insistere molto perché una volta partiti vi terrete ben stretto in mano quel “biglietto”.

“Mi piace pensare che la chitarra sia l’estensione del suo corpo. Ogni corda una voce, ogni tocco un suono. E il jazz un modo per evocare una memoria arcaica, riportarla alla fisicità del presente e ricomporre un’identità a partire dalla frammentazione.”

Lisa è una chitarrista, una musicista che ama la ricerca, la sperimentazione, i viaggi della mente per capire la realtà e collegarla con la musica stessa e l’arte. Tutto questo si specchia con la scrittura magnetica, ammaliante, elegantissima e nello stesso tempo intrecciata fisicamente alla realtà, capace di estrarre dalla materia sensazioni esse stesse fisiche: è la scrittura di Lucia Valcepina. Una scrittura che dice la possibilità di qualcos’altro, di futuro, di conoscenza, di arte. Di vita.

“Forse è stata quell’urgenza a portarla lontano.”

Un viaggio è spesso fatto di tappe, soprattutto quando è abbastanza lungo da esigere un ristoro, un momento di riposo, una boccata d’aria. Quello di Nicola e Giulia ne prevede più d’una, e quasi sempre non sono loro a decidere le tappe stesse, o quanto farle durare. Lisa stessa lascia in giro “briciole di pane” quasi a facilitare il transito, e una serie di amici di Lisa aiutano nei modi più diversi questa strana coppia, alla ricerca forse più di un perché, e meno di Lisa stessa, con lo scorrere delle pagine.

“La maggior parte delle persone agisce d’impulso e costruisce teorie per giustificarsi, lei no. È spietata, non sa mentire, si chiama…Parresia.”

Eppure! Eppure Lisa a me non pare così spietata, nemmeno ora che conosco il finale.

E quindi mi fermo, non vi dico altro se non poche cose, una mia, e un paio tratte dal libro.

“Forse…siamo tutti in fuga fino a prova contraria”.

Questa era ovviamente tratta dal libro, e proprio da questa frase e dall’aver percorso questo viaggio intenso con Nicola e Giulia, mi viene da pensare che Lucia avesse in mente di suggerire a ciascuno di noi un proprio viaggio personale, dentro e fuori se stessi. Lo chiederò a lei tra poco, alla presentazione del libro. Nessuno spoiler. Sarà come farle la domanda che fanno in tanti, spesso: “Perché hai scritto questo libro?”. Io la farò in modo diverso.

Grazie della pazienza, spero siate arrivati in fondo, e soprattutto che leggiate questo meraviglioso romanzo.

Claudio Della Pietà

“Non esiste soluzione al dolore, ma solo la volontà di conviverci…”

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