
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Simonetta Badioli
Pagine: 211
Prezzo: € 18,00
La costruzione di una piscina in una casa ristrutturata nella Dordogna, in Francia, porta alla luce una caverna e dei resti umani. Ma, contrariamente a quanto immaginano gli operai che hanno scoperto la cavità nascosta e lo scheletro, i resti sono antichissimi, addirittura vecchi di 35.000 anni. Inizia così questo incredibile libro di Hannelore Cayre: un caso che più ‘cold’ non si può. Una caverna ricca di pitture rupestri che raffigurano centinaia di mani femminili dalle dita mozzate e uno scheletro che riposa su di un fianco. Che storia raccontano i ritrovamenti? A dare una spiegazione sarà la paleontologa e antropologa Adrienne Célarier nel corso di una lunga e articolata conferenza. Lei si è fatta le ossa, per così dire, studiando la grotta di Chauvet considerata la cappella Sistina del genere e ora può finalmente smentire i suoi detrattori.
Parte da qui, inframezzandosi a brani della conferenza della Célarier, la storia della giovane Oli e della sua piccola tribù di Sapiens – scuri di pelle poiché provenienti dall’Africa – : la madre, le sorelle Rava, Idra, la piccola Clara, Erin e Arienne, il fratello gemello Daïno, lo zio-anziano e capo tribù, Lothar, Issa e il Cretino e, per finire, l’adorata sorella Wilma che morirà di parto dopo aver creato per Oli la lancia perfetta per le sue mani dalle dita mozzate. Già, perché Oli ama cacciare ed è bravissima, ma questa attività le é proibita dalle leggi tribali. In più è una sovversiva, l’unica capace di tenere testa con le sue proteste e rivendicazioni allo zio-anziano il quale, di conseguenza, non esita a punirla nell’unico modo in cui solo le donne vengono punite. Via un dito! E poi un altro, se necessario, evitando pur sempre i pollici così che le femmine possano continuare a svolgere i lavori a loro assegnati: concia delle pelli, cura della prole, preparazione del cibo. Cibo procurato con la caccia dai maschi e dato con parsimonia alle donne. Cibo che diventa strumento di potere insieme agli altri pilastri della dominazione maschile: il possesso di armi, lo scambio economico-sessuale, la riproduzione forzata. Ma proprio su quest’ultimo punto Oli farà una scoperta rivoluzionaria: il collegamento, sconosciuto agli uomini, fra atto sessuale e nascita della prole. Una scoperta che rappresenta il punto di svolta della narrazione e porterà a lotte intestine, morti e alla partenza di Oli verso nuove avventure lontano dalla sua tribù, non prima di aver ascoltato ancora una volta le voci delle antenate nella caverna che conserva le impronte delle mani dalle dita mozzate di tante, troppe donne. Una tribù alla quale, infine, farà ritorno una Oli profondamente cambiata.
Per scrivere questo romanzo noir di formidabile potenza narrativa, a tratti ironico, a tratti sconvolgente, Hannelore Cayre si è ispirata al lavoro dell’antropologa Paola Tabet (Les doigts coupés. Une anthropologie féministe. Parigi, 2018), ma non solo. Molti i testi consultati, come i lettori avranno modo di notare per la varietà dei temi affrontati: la convivenza fra gli ultimi Neandertal e i nuovi Sapiens; lo svilupparsi dell’immaginario con miti, saghe e leggende; la nascita del culto dei morti e degli antenati; la prima idea dell’esistenza dell’anima; la scoperta del bello e l’interesse per le pietre insolite e il loro possibile uso e significato; il primo manifestarsi del tabù dell’incesto; la conquista da parte delle donne di un ruolo nuovo, il loro diventare ‘persone’ a pieno titolo. Un libro magistrale che ammalia, diverte e insegna. Forse il primo noir femminista e antropologico nella storia della letteratura grazie alla indimenticabile Oli e alla sua creatrice Hannelore Cayre.
Questo volume inaugura la nuova collana Sisters de Le Edizioni Assassine.