E non scappare mai – Annalisa Cuzzocrea

Titolo: E non scappare mai. Miriam Mafai, i segreti e le lotte nella tempesta della Storia
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 267
Prezzo: € 19,00

Annalisa Cuzzocrea, editorialista e inviata di Repubblica, tra le penne migliori del nostro tempo, ha da poco pubblicato E non scappare mai, un libro dedicato a Miriam Mafai, donna, intellettuale, antifascista con una grande passione per il giornalismo.

Con il suo pensiero e la sua azione è stata una delle figure più importanti del nostro Novecento.

Quel Novecento, come scrive Cuzzocrea, che Miriam ha attraversato correndo, senza ma farsi travolgere dalla nostalgia.

Cuzzocrea/ Mafai due generazioni a confronto e per alcuni versi Annalisa Cuzzocrea può considerarsi l’erede spirituale della Mafai. Stesso piglio, lo stesso amore per la verità, la medesima passione per il giornalismo.

L’autrice riceve da Sara, la figlia di Miriam Mafai una scatola blu, dentro c’è tutto il mondo di Miriam: lettere, diari, telegrammi, ricordi

E non scappare mai non è una biografia ma il romanzo di una vita.

Attraverso le pagine intime e segrete di Miriam, Cuzzocrea ricostruisce le sue passioni: l’antifascismo, il mondo dei libri, la lunga militanza comunista, gli amori e soprattutto la lunga storia d’amore con Giancarlo Pajetta.

Miriam Mafai era una donna libera con un profondo senso di laicità e sia nel suo impegno politico che nella vita privata correva sempre senza scappare mai.

Una donna che con il suo spirito libero e un pensiero critico spiccato ha sempre sovvertito le predominanti regole maschili.

Nel Partito Comunista Italiano faceva sentire la sua voce, non ha mai avuto paura di mettere in discussione l’ortodossia comunista.

«Eppure non cedette – scrive Cuzzocrea –  mai all’idea che il bene stesso solo da una parte o che sarebbe stata una rivoluzione sul modello sovietico a portare in Italia la giustizia per cui si batteva da quando era entrata in politica. Miriam fu d’istinto, e da sempre, una riformista. Pronta a litigare anche con i migliori amici per questo. E cominciò presto a nutrire dubbi nei confronti dell’URSS, prima ancora che la pubblicazione del rapporto Kruscev sconvolgesse la sua vita e quella di tutti i militanti del Pci».

Miriam era una donna libera, odiava ogni forma di ipocrisia e soprattutto adattava le sue idee al tempo, non le teneva mai immobili, non si rifiutava mai di confrontarle.

Forse e proprio per questo che lascerà l’impegno politico per dedicarsi completamente al giornalismo.

Eugenio Scalfari la volle accanto a lui nella fondazione di Repubblica, giornale da cui la Mafai ha raccontato per lunghi anni le trasformazioni politiche, sociali e culturali del Novecento, scriveva senza mai tradire la sua coscienza e le sue parole avevano sempre la forza della verità.

Annalisa Cuzzocrea si è immersa per molto tempo nella scatola blu di Miriam, indagare il suo mistero è stata l’avventura più bella che potesse capitarle.

Con questo libro ha riportato alla luce Miriam Mafai e la sua grande lezione di giornalismo, forza, laicità e modernità. Una lezione che in questi tempi sarebbe utile riscoprire.

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