
Autore: Adriana Assini
Casa Editrice: 2021, Scrittura&Scritture
Genere: Romanzo storico
Pagine: 222
Prezzo: €14,50
Berthe Morisot (1841-1895) era nata a Bourges in un’agiata famiglia borghese, aveva due sorelle Yves e Edma e un fratello scapestrato, Tiburce. Essere la pronipote di Fragonard era l’unica cosa che la collegava alla pittura come lei era l’unica dei quattro figli Morisot a sentire pressante e imprescindibile la necessità di dipingere, in un’epoca in cui questa attività veniva considerata altamente disdicevole per le donne. Quando nel 1851 la famiglia si trasferisce a Passy nei pressi di Parigi, Berthe entra in contatto con il mondo dell’arte cittadino aiutata in questo dal fatto che i suoi genitori avevano aperto la propria dimora ad artisti e letterati. Suo maestro è il grande Corot e intorno a lei ruota la Parigi di scrittori come Victor Hugo, poeti come Mallarmé e dei pittori Manet, Degas, Fantin-Latour, Monet, Pissarro e Renoir. La Parigi dei moti rivoluzionari del 1871 scoppiati dopo la sconfitta dei francesi a seguito della guerra contro la Prussia, la Parigi della Comune e quella della Grande Esposizione del 1889, della Tour Eiffel e della Statua della Libertà donata all’America. Ma soprattutto, la Parigi degli Impressionisti e del Salon che ogni anno accoglieva, fra le altre, le loro opere fra l’esaltazione o il disprezzo della critica.
Adriana Assini, valente acquarellista e appassionata scrittrice, ci racconta tutto questo e molto di più. Nel tempo, la maggior parte dei suoi libri è stata dedicata a indimenticabili figure femminile le quali, talvolta a dispetto della loro epoca e condizione sociale, hanno fatto la Storia. Così è stato per Giovanna la pazza, ad esempio, con il meraviglioso “Le rose di Cordova”.
Nel suo “Berthe Morisot, le luci, gli abissi” ci conduce con passione e partecipazione in una Parigi traboccante di idee e di arte e nella vita di una donna che dell’arte aveva fatto la propria ragione di vita. Ci racconta del lungo sodalizio di Berthe con Manet, che l’ha ritratta svariate volte e dell’amore profondo, tormentato e solo spirituale che li ha uniti fino alla morte di lui.
Del matrimonio con Eugène Manet, fratello di Édouard, contratto forse per un sentimento meno elevato, ma solido e costante e benedetto dalla nascita dell’unica figlia, Julie che alla morte della madre verrà affidata, per volontà di costei, al poeta Mallarmé per il quale Berthe provava una profonda e ricambiata amicizia.
“Ha carattere, ma non è mai contenta…Ho la sensazione che se anche avesse tutto, vorrebbe di più…Ma forse la verità è che non vuole mai niente davvero. O perlomeno niente di ciò che vogliamo noialtri.”
Così la descrive Manet in un colloquio con Monet. Una donna complessa, diversa, originale, fredda e distaccata solo in apparenza. In realtà capace di terribili e profondissimi dolori, perspicace e di acuta visione interiore sull’animo altrui.
Berthe dovrà combattere a lungo e strenuamente per conquistarsi un posto fra gli Impressionisti, ma alla fine ci riuscirà:
“Soltanto una donna ebbe la capacità di creare uno stile, e quella donna fu Berthe Morisot. I suoi quadri sono le uniche opere che non potrebbero essere distrutte senza creare un vuoto, uno iato nella storia dell’arte” (G. Moore)
Con questo libro Adriana Assini permette a una donna straordinaria e unica di tornare fra noi. Ce la mostra palpitante di vita, con i suoi occhi neri e profondi, enigmatica, ironica e molte volte incompresa. E ci lascia con le parole di Berthe, parole che ogni donna farebbe bene a ricordare e fare proprie:
“Non credo che ci sia mai stato un uomo che abbia trattato una donna da pari a pari – scrisse qualche tempo dopo sul suo diario – Era tutto ciò che chiedevo, giacché io so quanto valgo.”