L’ElzeMìro – Simulacri e Involucri

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          Giovanni Boldini(1842-1931) Ritratto della principessa Marthe-Lucile Bibesco

Va forse precisato davvantaggio che la geometria del desiderio se pare possa prediligere il triangolo, ciascuno indulga in gradite interpretazioni, si tratta però di un oggetto o ellittico o iperbolico estraneo al lineare bello dell’Euclide sicché, per un bizzarro malinteso tra la vista e l’immaginazione di lui, l’Ognuno della collettiva commedia borghese, Florindo nella commedia senz’arte della sua esistenza, quella che gli parve una gamba da assediare si rivelò appresso la ben tornita, lucida e nera spalletta, gambetta inclusa, della poltrona foderata di un velluto meraviglioso sulla quale Ira, le gambe della quale tra le armi da taglio erano le più affilate che da tanto nome procedessero, s’offriva al momento solo all’occhio rallongée, per non dir vautrée-stravaccata, con fare poco sontuoso ma vaporoso assai di negri orgàndis e trine; ridicole ai nostri giorni perduta com’è la sensibilità per l’estasi discreta alla santa-teresa del panneggio rivelatore d’antiche principesse, educate ad un’estetica ordinaria di lusso smorzato e studiato equilibrio ma, nel concorso d’amorosi sensi non meno assatanate di un’impiegata assicurativa d’oggi. Di crepuscolari aristocrazie abbiamo soltanto radiografie, cioè le visioni ialìne dei migliori, quanto a lascivia, tra pittori e letterati, o anche dei peggiori ché di una somma il risultato è tra disparati addendi, mentre è l’immagine senz’immaginario ciò che convince nel presente d’incóeu, duro ma efficace modo lombardo per dire, Adesso, dove però l’incontro delle consonanti con l’audace  trittonga oeu, tronca al tempo l’eco serpentina d’ogni vago adesso, effetto questo chissà studiato dai lombardi all’epoca della babele dei dialetti per far cascare casomai nel comico dell’arno lavanderìne qualchedùne. Sospendendo il giudizio sul panneggio, Ira era la dimostrazione esemplare della turbativa in cui una femmina d’uomo può affondare qualsiasi asta d’astuta indifferenza tra differenti; fortunati sieno i gatti per esempio, il cui estro, in senso proprio, segue a furia gli umori lunari o stagionali, e poi si placa, pari in questo agli dèi di cui sono l’evidente e di continuo rinnovata schiera di corrieri, benché mortali, angeli dell’eden. Per concludere con Ira, dopo ch’al tatto del Florindo amoroso parve evidente del tutto che la gamba di legno non le apparteneva, perché meno polposa e più impolpata in un fremebondo, negrissimo e traslucido misto-lycra di noto calzificio, da qui l’inganno ligneo-ottico, soffocando tuttavia in un vortice di veli e di svelate brame, sorprese l’Ira, si dichiarò, sorpreso la sposò. E fu l’inizio o il termine, delle sorprese.

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Arthur Schnitzler – Doppio sogno – Newton

Stanley Kubrick – Eyes wide shuthttps://www.youtube.com/watch?v=utmsTmEaWpw

Arthur Schnitzler – Il girotondo – Einaudi teatro

Max Ophüls – La rondehttp://www.sentieriselvaggi.it/la-ronde-il-piacere-e-lamore-vendita/

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Pasquale D'Ascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi di questa rivista  sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito

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Nessuna risposta

  1. Biuso ha detto:

    Metafore e seduzione, figure retoriche e figure matrimoniali. Una lingua scatenata eppur sorvegliatissima. Pura letteratura è la tua, Pasquale, e il lettore sempre ne è sorpreso.

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