
Autore: Massimo Polidori
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Edizioni Piemme
Genere: thriller
Pagine: 419
Prezzo: 18.50
La vita di Bruno Jordan ha subito un durissimo colpo. Giornalista di successo presso la nota testata di approfondimento “Krimen”, Jordan sta facendo molta fatica a rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo l’ultima inchiesta da lui fatta. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi fino a che, una mattina, Jordan non viene sequestrato da due misteriose guardie del corpo e condotto in un luogo remoto. Qui incontra Publio Strazzi, un anziano e ricchissimo senatore della Repubblica Italiana che è seriamente deciso ad assumere Jordan come detective per ritrovare la nipote mai conosciuta e ultima parente in vita dello stesso Strazzi. Il compenso è molto buono e, seppur controvoglia, Jordan si mette sulle tracce della misteriosa parente di Strazzi. Ma, ben presto, le cose si complicano in modo inaspettato. Jordan dovrà iniziare un’ adrenalinica lotta contro il tempo per poter salvare una persona a lui molto cara e allo stesso tempo impedire che qualcosa, che è stato nascosto per troppi anni, torni in superficie e riporti il caos nel nostro paese.
“E dove sono adesso quelle foto?”. Il Barba abbassò gli occhi sul pavimento. “Sparite. Nessuno sa che fine abbiano fatto” “ma anche se ci fossero” dissi “dimostrerebbero solo che Strazzi era un nostalgico. Sapete quanti come lui siedono in parlamento?”. “non è solo questo” disse Quattrocchi. “Alida lo sapeva e per questo ha scelto di salare il fosso. Ha bruciato i suoi documenti ed è entrata in clandestinità. Anche lei aveva deciso di raccogliere il testimone dei partigiani morti per liberare l’Italia dal giogo fascista e aveva abbracciato la lotta armata”. “era diventata una brigatista insomma” tagliai corto. E poi, dopo averli guardati a lungo negli occhi aggiunsi “come voi altri, del resto” (Jordan, pag. 199)
A volte le emozioni più forti le trovi proprio laddove non le stavi cercando. Erano così le mie letture nelle ultime settimane. Buoni libri, interessanti forse. Ben scritti, a volte. Ma nulla di più. Poi sono incappato nel libro di Massimo Polidori. Lo ammetto. Inizialmente nutrivo scarse speranze sul fatto che questo libro potesse spiccare tra tutti quelli che stavo leggendo e mi domandavo entro quante pagine avrei capito e anticipato il finale. Ma più scorrevano le pagine sotto i miei occhi, più ero costretto a ricredermi. E più cambiavo opinione su questo libro, più il mio fiato si faceva corto. Perchè Massimo Polidori non è solo uno scrittore capace, ma è anche bravo. Dannatamente bravo. Tanto quanto il suo personaggio, l’improvvisato investigatore Bruno Jordan chiamato a fare luce non sull’ennesimo omicidio cruento, non sull’ennesima storia di mafia, ma su un caso particolare. Il ritrovamento di una persona che nemmeno il committente ha mai conosciuto. Ho trovato questa idea fantastica e di per sé sarebbe bastato per farmi avere tra le mani un libro finalmente diverso. Ma l’autore ha deciso di mirare sempre più in alto e con una mira da cecchino ha fatto centro ambientando questa storia sullo sfondo di un complotto (plausibile) che affonda nella storia recente del nostro paese. Niente da dire, nessuna critica da muovere a Massimo Polidori. Un libro che regala emozioni sempre più forti e sempre più intense. Qualcosa che dovete leggere assolutamente.
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