
Autore: Josh Ritter
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: NNEditore
Genere: Romanzo di formazione
Traduttore: Francesca Pellas
Pagine: 272
Prezzo: 18.00
La storia si apre in un piccolo ospedale dell’Idaho dove Weldon Applegate è ricoverato. Fino al giorno precedente, Weldon era un arzillo anziano (decisamente scorbutico) di novantanove anni e, malgrado la veneranda età, aveva ancora energie da vendere. Eppure quel giorno la sua nemesi, Joe Muffreau, come un segno del destino, ha deciso di finire la loro partita una volta per tutte.
Sul letto di morte, Weldon inizia il suo racconto che parte da molto tempo prima che lui venisse al mondo. Vengono presentati i suoi antenati, tutti boscaioli in grado di fare prodezze nel tagliare il legno, fino ad arrivare a suo padre che, trovandosi a scegliere tra amore e vita silvana, non ebbe dubbi e scelse di costruirsi una famiglia.
Weldon, orfano di madre dall’età di sei anni, non riuscì a resistere a lungo a quello che era il richiamo dei boschi, quell’eredità di sangue che suo padre aveva tenuto a freno e che aveva affidato ad altri. Weldon, curioso e impavido tenta in tutti i modi di sdfuggire alla vita tranquilla di suo padre e diventare il taglialegna che sente di poter diventare.
Ma la sorte ha qualcosa di diverso in mente.
Senza dirgli nulla suo padre si mette d’accordo con Linden Laughlin, un leggendario taglialegna che diceva di aver conosciuto i suoi antenati, per poter sfruttare al meglio il lotto di terra noto come “Terreno Perduto”, vinto dal nonno di Weldon con una partita a carte e ora di proprietà della famiglia Applegate. Il “Terreno perduto” è una zona montuosa ricchissima di pini bianchi, alberi superbi che offrono legna di grandissima qualità. I guadagni sarebbero fantastici se si riuscisse a sfruttarla. Il padre di Weldon e Lindon provano a imbastire una impresa di taglialegna, ma la montagna e i boschi esigono un prezzo molto alto e Weldon rimane orfano anche del padre ed è solo un ragazzino di tredici anni.
Divenuto il legittimo proprietario di quell’appezzamento di tera, Weldon cambia. Non vuole più sfruttura quella terra ma preservarla da tutti e per il controllo del “Terreno Perduto” arrivano a scontrarsi due uomini che hanno diverse concezioni di quello che è il bene e la giustizia.
Una Grande Gloriosa Sfortuna.
Non avrei saputo trovare un titolo migliore per questo romanzo che mescola Humor alla lotta titanica (quasi epica) di un uomo contro il destino e il resto del congresso umano.
Ambientato tra la fine dell’Ottocento (epoca delle grandi esplorazioni dell’Ovest) e il secondo dopoguerra, la storia di Weldon è anche la storia dell’umanità che miuta e si evolve trasformandosi sempre di più in una società gretta e avida. Romanzo di denuncia sociale e ambientale? Forse. Ma non credo che fosse nelle intenzioni dell’autore, quanto più probabilmente una mia interpretazione (ognuno di noi nei libri vede quello che vuole) resta molto forte il senso della natura e del rispetto verso una terra troppo sfruttata e maltrattata in nome di un ipotetico ideale di progresso.
Il personaggio di Weldon è estremamente interesante e dissacrante. Un vecchio permaloso e scorbutico, ossessionato dalla sua idea e incapace di cambaire la propria vita e il proprio modo di affrontare gli altri. Accanto a lui si muovono sulla scena dei personaggi sicuramente interessanti (come Lindon, la Strega che si rifiuta di predirgli il futuro, Peg e molti altri) che sono un simpatico ritratto di quel piccolo mondo della provincia montanara americana che ormai è destinato a tramontare.
Insomma, un misto di niostalgia e malinconia a cui si mescola un senso dissacrante e pungente di comicità che rende la lettura equilibrata e gradevole.