TITOLANDO di Alice Gibellini

MARINA doveva scegliere. Era UNA QUESTIONE PRIVATA e non l’avrebbe confidata alle sue AMICHE, EMMA e PAMELA. Inoltre, quest’ultima aveva ACCIAIO al posto del CUORE e non poteva capire cosa significasse per lei IL RITORNO di TONIO KRÖGER. Malgrado LA STORIA con DANIELE CORTIS fosse stabile e serena, il ricordo di quell’amore non aveva smesso di bruciare. Daniele era UN UOMO buono e INNOCENTE, mentre Tonio, particolarmente dedito alla INFEDELTA’, pareva VENUTO AL MONDO per sconvolgere la VITA delle persone. Tuttavia, Marina non era mai riuscita a conciliare RAGIONE E SENTIMENTO ed era diventata una di quelle DONNE CHE AMANO TROPPO, capaci di giustificare le mancanze altrui ma non di difendere se stesse. L’ULTIMA LETTERA di Tonio, con la quale in passato lui aveva interrotto la loro relazione CLANDESTINA, terminava con questa frase “Meglio non vedersi più, lo dico PER IL TUO BENE”. L’aveva conservata e, rileggendola, avvertiva lo stesso GELO di allora, quando si era sentita A UN PASSO DAL BARATRO. Dopo due anni dal loro ultimo incontro, UN GIORNO Tonio le aveva chiesto di vedersi e IL PIACERE provocato da quella telefonata aveva fatto svanire in un istante LA RABBIA E L’ORGOGLIO di Marina. Del resto, NON ESISTE SAGGEZZA in grado di reprimere un sogno e, rammentando IL PROFUMO di quell’uomo, ripeteva a se stessa “VA’ DOVE TI PORTA IL CUORE”. La mattina seguente erano stati a COLAZIONE DA TIFFANY, un bar nel centro di Roma, prima che LA GRANDE FESTA dedicata al Natale iniziasse. Quando Tonio le aveva sussurrato all’orecchio “TI PRENDO E TI PORTO VIA”, Marina si era sentita TRE METRI SOPRA IL CIELO ma, anche se avrebbe voluto che quell’incontro durasse PER SEMPRE, sapeva che con lui nulla era sicuro. La STORIA DEI GRECI dice che loro distinguevano tra due tipi di amore: Eros e Agape, l’uno era irrazionale OSSESSIONE, l’altro una serena condivisione di intenti. Per Marina, Tonio e Daniele rappresentavano rispettivamente il primo e il secondo, ma forse nessuno dei due aveva IL VOLTO DELL’AMORE vero.

Un pomeriggio, Marina guardò L’OROLOGIO e, mentre un sorriso le illuminava il viso, estrasse dall’armadio una valigia. Quando il telefono squillò, l’aveva già riempita per metà. Dall’altra parte della cornetta, sua madre le domandò in tono ironico:

«Allora, chi vince tra I CONTENDENTI?» Era la sola con la quale Marina si confidava. La risposta arrivò chiara e senza indugi:«Nessuno, mamma. RITORNO A FORD COUNTY, dove IO E TE siamo state l’anno scorso. Non so quando tornerò. Tra UNIDICI MINUTI ho il pullman che mi porterà all’AEROPORTO.» «Marina, QUESTA STORIA non mi piace. NON TI MUOVERE, arrivo subito.» L’EDUCAZIONE SENTIMENTALE ricevuta da sua madre le aveva fatto credere che NESSUNO SI SALVA DA SOLO, E POI LA SETE d’amore con la quale era cresciuta aveva fatto il resto, portandola a porre perennemente L’ATTENZIONE su qualcun altro, e mai su di sé. Il bisogno di amare ed essere amata era diventata una DANNAZIONE, dalla quale finalmente era decisa a liberarsi. «Ormai ho scelto, mamma, e ho scelto me. IO NON HO PAURA di stare con me stessa.» Marina aveva appena imboccato IL CAMMINO DELLA FELICITÀ.

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