Red Canzian, noto ex bassista dei Pooh, è da tempo impegnato nella divulgazione di messaggi ecologici e stili di vita sostenibili e ha abbracciato il veganesimo.
Il suo nuovo libro “Sano, vegano, italiano” è scritto insieme alla figlia Chiara, e si divide in due parti: la prima parte scritta da Red, dedicata all’etica dell’alimentazione e la seconda affidata a Chiara, che continene 50 ricette vegane adatte anche agli onnivori.
Condividere un progetto di scrittura e di divulgazione con una figlia è senz’altro una bellissima opportunità. Com’è nata questa idea?
L’idea era quella di mettere un po’ di ordine tra vegani e onnivori per smussare gli angoli e togliere integralismi da una parte e dall’altra. Occorre convivere e confrontarci meglio, perchè le soluzioni di cambiamento della realtà che ci circonda sarà importante trovarle insieme. Sono convinto che il mondo in futuro andrà in quella direzione.
Dal momento poi che io mi potevo occupare della parte etica ma in cucina sono un assoluto improvvisatore ho chiesto a Chiara se voleva condividere con me la seconda parte del libro, perchè era importante far capire anche che i vegani sono persone felici che mangiano bene, non tristi ed emaciate come vengono spesso ritenute. Lei aveva in precedenza fatto una grande esperienza culinaria con l’Hamburgeria Vegana a Verona e da Pietro Leemann, unico chef stellato in questo campo. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda anche se lei è vegetaariana.
Giungere con consapevolezza a questa scelta sembra essere un messaggio importante del suo libro. Lei come ci è arrivato?
Ho cominciato vent’anni fa diventando vegetariano per un fatto salutistico, perchè semplicemente la carne mi faceva proprio male. Poi nel tempo ho cominciato a leggere e informarmi perchè amo andare a fondo delle cose e volevo capire cosa poteva succedere a me, a chi mi stava intorno e all’ambiente compiendo una scelta piuttosto che un’altra. Mi sono reso conto che la scelta vegana è l’unica possibile. Gli allevamenti intensivi non potranno continuare a causare inquinamento, ad utilizzare ventimila litri d’acqua e quindici chili di cereali per fare un chilo di carne quando c’è gente che muore di fame. Gli animali soffrono, si feriscono, vengono curati con antibiotici e ormoni della crescita e il risultato sono enormi squilibri per gli esseri umani che se ne cibano.
Una domanda per Chiara: nel libro ci sono molte ricette golose. Qual è secondo lei la più adatta per attirare gli onnivori?
Io sono una grande amante della pasta quindi mi piace proporla in molte varianti senza derivati animali. Tantissimi onnivori mangiano vegano senza accorgersene perchè ci sono piatti della tradizione che lo sono, ad esempio la pappa al pomodoro, la ribollita, la caponata. Basterebbe semplicemente incrementare l’uso di queste ricette e diminuire l’uso del cibo che proviene dagli animali.
Non è necesario usare delle preparazioni complesse: la nostra dieta mediterranea è fatta per la maggior parte di verdure, legumi, cereali e così possiamo nutrirci in modo completo.
Che cosa ne pensa dei prodotti specifici per vegani per esempio a base di soia o seitan?
Se uno ha voglia di ricordare a livello visivo quel tipo di alimenti che mangiava quando era onnivoro sostuendoli lo può fare però piuttosto che il seitan di solito utilizzo il muscolo di grano che ha una percentuale di glutine molto più bassa e la farina di lenticchie che ha un buon apporto proteico. Poi è un prodotto italiano, il che non guasta!
Tornando a Red, lei è un artista a tutto campo. Quanto è importante la creatività?
La creatività è una copenente del nostro DNA e per me e Chiara è naturale, è la nostra indole, ma ci sono ottime persone che ne sono assolutamente prive; può essere stimolata, ed è importante farlo, ma non è possibile pretenderla da tutti. Poi la cratività ha bisogno di fantasia e questa sì deve fare parte della nostra vita!
Che tipo di lettore è?
Il mio comodino è una cassapanca piena di libri perchè ne ho cominciati mille però se non mi “prendono” il abbandono già dopo venti pagine. Il mio preferito in assoluto è “I pilastri della terra” di Ken Follet, che trovo meravoglioso, un capolavoro paragonabile a “Cent’anni di solitudine” di Marquez. Quando vado in vacanza mi dedico all’avventura e ho letto così tutti i romanzi di Wilbur Smith sull’Africa, che ho amato grazie a lui. Poi ho apprezzo molto le fantasie di Glenn Cooper e di Dan Brown. Leggo anche con leggerezza per staccare la spina dai temi seriosi: sono cresciuto con i fumetti quindi mi piacciono questo genere di storie…