Francesco D’Adamo, parlare con lui ti apre al mondo misterioso e enigmatico dei ragazzi, lo abbiamo incontrato a Milano per parlaci di Papà sta sulla Torre, il suo ultimo romanzo edito da Giunti. Un’intervista all’insegna delle belle storie, dei giovai lettori e di temi importanti.
Papà sta sulla Torre è il tuo ultimo romanzo, o meglio, l’ultima storia che hai deciso di raccontare, perché tra le tante che hai in mente hai scelto proprio questa?
Credo che ogni storia abbia il suo periodo di gestazione, l’idea di scrivere una storia che parla della crisi del lavoro in effetti ce l’ho da qualche anno, dopo di che, tu puoi vere una buona storia il problema è trovare il modo giusto di raccontarla, questo è il duro mestiere dello scrittore. Trovare il modo giusto per parlare di questi temi è molto importante, il rischio poi è quello di cadere in una spaventosa retorica o in una predica infinita, per evitare questi due errori bisogna trovare il modo giusto, per questo io tengo le storie in un angolino della testa.
Durante i tuoi incontri ricordi spesso ai ragazzi che tu per scrivere ti immedesimo molto nei tuoi personaggi, ricordi se una di queste immedesimazioni è stata particolarmente difficile o dolorosa per te?
Particolarmente difficile è sicuramente Fatima, la protagonista e narratrice di Storia di Iqbal e che torna poi in Dalla Parte Sbagliata, questo perché riuscire a calarmi nei panni di una ragazzina di vent’anni mussulmana mi ha creato qualche problema, però è anche uno dei piaceri dello scrivere, avere la possibilità di diventare qualcun altro, è difficilissimo, ma quando ci riesci è una delle meraviglie che solo la scrittura può regalarti.. È una cosa che faccio fare anche ai ragazzi quando li incontro nelle scuole, dico alle ragazze di provare a raccontare una storia d’amore dal punto di vista dei bestioni che hanno in classe, e viceversa ovviamente, devono pensare e ragionare come gli altri, anche se sono completamente opposti da loro.
Da ragazza mi incuriosisce moltissimo il personaggio di Cassandra, protagonista femminile de Mio Papà è sulla Torre, puoi raccontarci qualcosa in più di lei?
Cassandra, mi sono divertito moltissimo a inventarla e a scrivere di lei. Cassandra è una bambina con problemi, così come Nino e Goffy, problemi tipicamente adolescenziali collegati per lo più alla figura dei genitori. Cassanda all’inizio è un enigma: è timida, chiusa, si veste sempre di nero, tiene i capelli lunghi davanti alla faccia per nascondersi al mondo, si scoprirà poi che lei viene da un doloroso abbandono. Lei è una delle tre storie che ho voluto raccontare in questo libro, il viaggio dei tre lungo il fiume nero è ovviamente un viaggio iniziatico, alla fine del quale saranno non solo cresciuti ma avranno anche risolto in parte i loro problemi.
Leggendo l’incipit del libro abbiamo notato un insolito, se vogliamo, uso delle maiuscole. Cosa dobbiamo intuire da questa scelta?
Io uso le maiuscole per enfatizzare le parole che sono importanti, nei miei romanzi io parlo sempre di cose importanti, anche quando mi chiedono perché non scrivo storie di vampiri io rispondo di no, io voglio scrivere di libertà, ribellione, diritti, giustizia. Già che ci siamo enfatizziamo, per questo metto alcune parole con la maiuscola per ribadire ancora di più la loro importanza.
I ragazzi sono un pubblico molto esigente, a un certo punto arrivando davanti a un bivio: o diventano degli appassionati lettori, o si perdono per sempre. Qual è il tuo segreto per far appassionare i tuoi lettori e cosa si potrebbe fare per appassionarli sempre di più alla lettura?
Io nei miei libri cerco di raccontare delle storie ricche di contenuti, però prima di tutto devono essere delle belle storie! Quando mi metto a scrivere un romanzo io mi metto innanzitutto a raccontare una bella storia, non mi interessa sollevare una tematica e annoiare il mio lettore, voglio trasformare un tema molto serio e tendenzialmente noioso in qualcosa di bello e avvincente da leggere, nel momento in cui riesci a fare questo allora hai conquistato i tuoi lettori. Io rifiuto quelli che mi dicono che i ragazzi sono dei cattivi lettori, che non sanno usare i congiuntivi e che qualsiasi cosa scrivi va bene, perché non è così, anche perché il lettore debole lo conquisti raccontandogli belle storie scritte bene, è la bella letteratura che ti fa innamorare dei libri. Cosa bisognerebbe fare? La scuola fa tantissimo, anche se può e deve fare sempre di più, le famiglie in po’ meno. Basta con la storia che i giovani non leggono perché hanno internet, leggono molto di più dei loro genitori, è inutile che ci lamentiamo che i ragazzi non leggono se poi i primi a non leggere siamo noi! Mamma e papà, ogni tanto, leggete insieme una storia con i vostri figli, non si può pensare che un ragazzino vada di sua spontanea volontà in libreria o in biblioteca, siete voi che dovete accompagnarli.
Sappiamo che ti piace molto incontrare i ragazzi e cerchi spesso un dialogo con loro, soprattutto grazie alle scuole, ti ricordi per caso qualche loro domanda che ti ha colpito particolarmente?
La più bella in assoluto, alla fine di un incontro chiedo se c’è un’ultima domanda, dal fondo della sala si alza una mano e un ragazzo mi chiede: “posso andare in bagno?”. Scherzi a parte, le domande belle sono quelle che iniziano con “cosa possiamo fare per..?”, parlo di cose serie e drammatiche, e non è vero che i ragazzi sono menefreghisti, perché se ti chiedono cosa possono fare loro per cambiare una determinata situazione vuole dire che raccontargli quella storia è servito a qualcosa.
Ultima, prima di lasciati, cosa dobbiamo aspettarci da quest’ultimo romanzo? Un giovane lettore lo prende e..
Un giovane lettore lo prende e spero che si diverta, perché io mi sono divertito tantissimo, questo è un romanzo che parte in maniera molto realistica con i licenziamenti, la crisi, il papà che sale sulla ciminiera, poi c’è una virata fantastica. Mi auguro che si divertano a imbarcarsi sulla zattera insieme ai tre protagonisti che a me piacciono molto, c’è Nino che il più ingenuo, c’è Goffy che non è vero che è mezzo scemo, è tutto scemo, e poi c’è Cassandra, una ragazza unica nel suo genere.