Prima di partire con la famiglia per le vacanze di Natale, il narratore si rinchiude nel proprio studio determinato a non uscirne finché non avrà
preso una decisione. L’uomo ha 54 anni e da dodici mesi si divide tra Marsiglia e Parigi, tra moglie e amante. Ma la situazione è ormai diventata insostenibile, deve fare una scelta. Ama ancora la moglie, ama ritrovare il profumo della sua crema da notte, guardarla sorridere con la fi glia adolescente, notare quello che hanno costruito assieme. Tutto questo però non gli ha impedito di andare più in là con Alix, l’amante del cui giovane corpo non riesce più a fare a meno. Vive in attesa del prossimo momento di intimità, della lucina che indica un suo messaggio sul telefonino, perché con Alix non è solo l’ebbrezza di una nuova giovinezza, è più complicato di così, «è la possibilità di fare un secondo giro nel momento in cui le possibilità si restringono». Lascerà casa e inizierà una nuova vita con l’altra donna, come fanno tanti uomini della sua età? Oppure troncherà la relazione per dedicarsi a moglie e fi glia? Nel chiuso della stanza, l’uomo ripercorre la storia del proprio adulterio: gli incontri con Alix, le prime bugie, il senso di colpa. C’è chi è a proprio agio con la doppia vita. Lui no: ama la moglie, ama Alix, non ama l’infedeltà.
La Fedeltà di Diane Brasseur
Sonzogno
È la vigilia della notte di mezz’estate, la più breve dell’anno, e Annika Bengtzon sta finalmente per lasciarsi Stoccolma alle spalle insieme a Thomas e ai bambini. Le valigie sono pronte, il traghetto per l’arcipelago li attende, quando una telefonata imprevista dalla redazione della
Stampa della sera la costringe a un repentino cambio di programma: Michelle Carlsson, popolare conduttrice televisiva, è stata assassinata durante la registrazione di un talk-show in un castello del Sörmland, l’elegante e idilliaca regione a sud della capitale. Le vacanze sono annullate e la famiglia insorge, ma l’istinto del reporter prevale, la notizia promette tirature eccezionali e Annika non può che buttarsi a capofitto nella delicata inchiesta sul luccicante mondo della televisione e delle sue celebrità. Al momento dell’omicidio, oltre alla vittima, dodici sono le persone presenti nel castello, e ognuna di loro sembra avere un buon motivo per uccidere. Potere, sesso e ambizione, una miscela esplosiva: a quanto pare, nel mondo vacuo e folle delle star, l’egocentrica e seducente Michelle era la vittima perfetta da sacrificare. Sempre attenta a dubitare di verità troppo facili, Annika, determinata e vulnerabile, indaga portando alla luce relazioni difficili e contraddittorie, tanto più che tra i dodici sospetti ci è finita anche Anne, la sua amica del cuore.
I dodici sospetti di Liza Marklund
Marsilio
4 febbraio 2005. Giuliana Sgrena si trova a Baghdad. È il settimo viaggio iracheno per la giornalista del «manifesto» che racconta la guerra sul campo. In Italia, il dirigente del Sismi Nicola Calipari è in partenza per le ferie con la famiglia. Ma dovrà presto fare ritorno a Roma. Quella che sembrava una giornata come tante, infatti, si trasforma nell’inizio di un incubo. Alle 12.30 arriva in redazione al «manifesto» la notizia del rapimento di Giuliana Sgrena. In poco tempo le stanze di via Tomacelli si riempiono di compagni di lavoro, amici, militanti e dirigenti politici che portano solidarietà, e di giornalisti italiani e stranieri alla ricerca di notizie. Sarà così ogni giorno, per un mese intero. Oltre ai parenti e al compagno, la famiglia di Giuliana è quel quotidiano, una comunità giornalistica e politica, un soggetto pubblico: peculiarità, questa, che rende unico il caso, lo trasforma in un evento e lo politicizza, complicandolo. «Il manifesto» viene coinvolto in una vicenda piena di segreti, costretto a nasconderli, persino a collaborare con chi li custodisce. Tanto che si avverte la sensazione – scrive Gabriele Polo – di «violentare il proprio mestiere di giornalista, scegliere cosa dire e cosa tacere». In questo libro l’ex direttore del quotidiano comunista rivela particolari inediti e racconta quei giorni nell’Italia di allora, immersa nel bipolarismo tra berlusconiani e antiberlusconiani: l’imbarazzo della politica, stretta tra i doveri dell’alleanza con gli Stati Uniti e un’opinione pubblica che ha subito la guerra senza condividerla; le manifestazioni che risvegliano il movimento pacifista italiano; le lotte interne all’intelligence che mettono a rischio la missione di Calipari; le trattative; le riunioni di Palazzo; la notte tragica con la gioia della liberazione che diviene sgomento per la morte del dirigente del Sismi; le reazioni sulla stampa; i processi, l’assoluzione finale e lo sconforto di fronte a un sistema che si limita a sancire l’ineluttabilità degli eventi, celebrando «l’eroe Nicola Calipari». Ripercorrere quella vicenda oggi vuol dire non solo far riemergere tutte le contraddizioni del caso, ma dare un volto al Paese che siamo stati e che siamo.
Il Mese più lungo di Gabriele Polo
Marsilio
Una storia d’amore e di follia. Un sogno rivoluzionario che diventa realtà. Ecco il nuovo romanzo storico di Dario Fo ambientato nella Danimarca del Settecento, protagonisti il giovane re pazzo, Cristiano VII, la sposa quindicenne, Carolina Matilde di Gran Bretagna, il suo amante, il medico Johann Friedrich Struensee, e il figlio del re, Federico.
Una storia poco conosciuta. Dario Fo ha recuperato documenti inediti e alcuni diari segreti grazie ai quali ha potuto ricostruire il puzzle di una vicenda drammatica che intreccia meravigliosamente ideali politici, passione amorosa e lotta per il potere. Ma tutti gli ingredienti di questo romanzo sono eccezionali.
A volte la storia può cambiare strada a causa di eventi imprevedibili come la follia. In questo caso la follia di un re unita alla carica utopica di un medico, illuminista e rivoluzionario, e alla complicità della giovane principessa. Tutti e tre insieme, in un triangolo d’amore disperato, avviano riforme rivoluzionarie inimmaginabili allora come l’abolizione della tortura, la libertà di stampa, l’abbattimento dei privilegi di casta, la promozione della cultura e dell’istruzione.
Un colpo di stato orchestrato dalla regina madre e dalla corte porterà il medico alla forca e la principessa all’esilio, privata dei figli. Ma il sogno della rivoluzione, sebbene soffocato, non muore: sarà il giovane federico a portare avanti i principi liberali assumendo il potere. Così la Danimarca potrà rendere concreti gli ideali illuministi e diventare uno Stato moderno. Una pagina di storia memorabile, una favola vera.
C’è un pezzo di Danimarca di Dario Fo
Chiare Lettere
Gioie e sofferenze d’amore delle grandi figure del mondo classico mantengono intatto il loro fascino e la loro forza paradigmatica. Abbiamo tutti impressa nella mente la passione della ninfa Calipso per Odisseo, il desiderio erotico di Achille per la schiava Briseide, la triste fine della regina cartaginese Didone, l’infelicità e il dolore della tragedia greca e della poesia di Saffo, Ovidio, Orazio, Catullo e Virgilio, il sarcastico disprezzo dell’eccesso erotico nelle Satire di Giovenale, la deplorazione del perverso intreccio tra brama di potere, crimine e lussuria nei testi di Tacito o la devastante forza delle passioni nei personaggi del teatro di Seneca. E non dimentichiamo come la filosofia di Platone ha trasformato l’eros in un veicolo di conoscenza del bene, come Lucrezio ci inviti a liberarci dai vincoli della passione erotica o come filosofi e medici dell’età imperiale esortino alla continenza sessuale per la salute fisica e morale dell’individuo.
Oggi, con i nostri valori e pregiudizi, ci crediamo molto lontani dall’eros antico. Questo racconto sull’amore, che dal mondo omerico arriva fino ai primi secoli dell’era cristina, ci riserva invece molte sorprese. Perché Greci e Romani ci fanno conoscere le ragioni più profonde di quell’esperienza della vita che ci rivela la bellezza e la fragilità della condizione umana.
Batte il mio cuore di Martino Menghi
Gruppo Giunti
Il 5 novembre 1990 il rabbino Meir Kahane, fondatore della Lega di difesa ebraica, viene assassinato con un colpo d’arma da fuoco durante un incontro pubblico al Marriott Hotel di New York. Il 26 febbraio 1993 un furgone giallo esplode nel parcheggio sotterraneo del World Trade Center, uccidendo sei persone e ferendone oltre mille. Dietro i due attentati, tra i primi compiuti dalla cellula terroristica che prenderà il nome di al-Qaida, c’è la mano dello stesso uomo, El Sayyid Nosair, un ingegnere egiziano con una moglie americana e tre figli. Zak, uno di loro, racconta oggi, da una prospettiva unica, il prima e il dopo di quegli atti scellerati. La conversione all’Islam della madre, il matrimonio dei genitori, la serenità di un’infanzia normale, e poi la moschea, la rabbia crescente del padre, il fondamentalismo, l’addestramento alla jihad, fino allo sparo che cambierà per sempre la vita della sua famiglia. Solo dopo anni di frustrazione e sofferenza, povertà e isolamento, Zak riuscirà a fare i conti con il fantasma del padre e ad abbracciare la causa della nonviolenza. Questa è la sua storia. «La storia di un ragazzo addestrato a odiare, e di un uomo che ha scelto una strada diversa.»
Il figlio del terrorista di Zak Ebrahim
Rizzoli
“Abbiamo smentito gufi e rosiconi, sono felice, andiamo avanti come treni.” Come un abile delfino del Cavaliere, Renzi sta trasformando la lingua e la politica di un’Italia che fatica a tenergli il passo. E, com’era prevedibile, il catalogo dei suoi avversari inizia ad assomigliare in modo impressionante a quello di Berlusconi: i poteri forti e i salotti buoni, Confindustria e i sindacati, l’Europa e i “manettari”. “Stessi nemici, in contesti diversi, e in contesti diversi forse gli stessi errori”, per questo Renzi ha già metà del piede nella tagliola. Che in Italia non tarda mai a scattare. “Volete che un vecchio e intemerato berlusconiano pop, come me, non si innamori del boy scout della provvidenza?” Quella del royal baby è una provocazione all’establishment nostrano, che Giuliano Ferrara, col suo stile inimitabile, accetta e porta fino in fondo: perché Renzi non ha rottamato solo la classe dirigente del Pd, ma almeno un paio di generazioni che hanno combattuto le loro battaglie e hanno, con alcuni onori e qualche disonore, perduto. Allora è arrivato il momento di cedergli il passo e, con dignità, abdicare: “Largo ai giovani e bando ai tromboni: non avrei mai pensato che potesse essere questo un programma civile, invece lo è”.
Il Royal Baby-Matteo Renzi e l’Italia che vorrà di Giuliano Ferrara
Rizzoli
Il capitalismo non è più sostenibile. A meno di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produce e gestisce le proprie attività economiche – con i consumi e le emissioni aumentati vertiginosamente – non c’è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? Il messaggio è dirompente: si è perso talmente tanto tempo nello stallo politico del decidere di non decidere, che se oggi volessimo davvero salvarci dal peggio dovremmo affrontare tagli così significativi alle emissioni da mettere in discussione la logica fondamentale della nostra economia: la crescita del PIL come priorità assoluta. “Non abbiamo intrapreso le azioni necessarie a ridurre le emissioni perché questo sarebbe sostanzialmente in conflitto con il capitalismo deregolamentato, ossia con l’ideologia imperante nel periodo in cui cercavamo di trovare una via d’uscita alla crisi. Siamo bloccati perché le azioni che garantirebbero ottime chance di evitare la catastrofe – e di cui beneficerebbe la stragrande maggioranza delle persone – rappresentano una minaccia estrema per quell’élite che tiene le redini della nostra economia, del nostro sistema politico e di molti dei nostri media.” La via d’uscita che intravede Naomi Klein non è una Green Economy all’acqua di rose, ma una trasformazione radicale del nostro stile di vita. “La buona notizia è che molti di questi cambiamenti non sono affatto catastrofici; al contrario, sono entusiasmanti.”
Rivoluzione Salverà-perchè il capitalismo non è sostenibile di Naomi Klein
Rizzoli
Come godersi la vita in trenta semplici mosse, Come trovare il proprio luogo felice, Quarantadue piccoli trucchi per sconfiggere l’insonnia: Christine ha trentatré anni, una faticosa rottura sentimentale in corso, qualche difficoltà sul lavoro e un’abnorme fiducia nei consigli dei manuali di autoaiuto. Ma quando sull’Ha’penny Bridge di Dublino, una sera d’inverno, vede un uomo disperato sul punto di buttarsi nel fiume Liffey, le tocca mettere da parte le proprie insicurezze e affrontare quelle altrui. Perché quella notte, nei confronti dello sconosciuto che vuole farla finita, ha una reazione istintiva, e senza neanche sapere come si trova a stringere con lui un patto folle. Il bellissimo Adam accetta di vivere fino al trentacinquesimo compleanno, e Christine ha solo due settimane di tempo per dimostrargli che non è mai troppo tardi per potersi innamorare ancora. Della vita, e forse non solo. Tra ex fidanzate che rivogliono quello che hanno perso e segreti di famiglia rivelati dopo anni, lacrime di commozione e abbracci che comunicano quello che a parole non si riesce a dire, vivremo assieme a Christine le due settimane più inaspettate ed emozionanti della sua vita. E ogni volta che lei avrà addosso lo sguardo blu ghiaccio di Adam, sentiremo il nostro cuore battere forte assieme al suo.
Innamorarsi. Istruzioni per l’uso. di Cècelia Ahern
Rizzoli
“Professore, so che lei è molto occupato, mi può dare il nome di uno psichiatra? Lo vorrei matto, preferibilmente.” Vittorino Andreoli, uno dei massimi esponenti della psichiatria contemporanea, i matti li frequenta da tanti anni. Quello che non gli era mai capitato prima era di considerare un popolo intero come paziente. Lo fa in queste pagine in cui affronta i mali del bel Paese, a cominciare dal masochismo che affligge il popolo italiano spingendolo a una distruttività di sé malcelata dietro una maschera esibizionista. Uno scintillio di falso benessere rincorso da chi, non potendo permettersi certi lussi, fa di tutto per ingannare se stesso e gli altri. Poi c’è la straordinaria fede nei miracoli che ci rende un popolo credulone e facilmente abbindolabile dal truffatore di turno. E infine una dose di individualismo spietato con un talento innato per la recita. Con ironia e lucidità,Ma siamo matti fornisce molti consigli utili per risvegliarci dal “mal d’essere” in cui ci hanno gettato la crisi e l’impoverimento generale. Ma è anche una dichiarazione d’amore per la propria terra. “Mi piacerebbe che questo libro diventasse il libro di un popolo” scrive Andreoli, “del popolo di cui sto per parlare sapendo che al contempo parlo di me stesso, perché senza questo popolo semplicemente non sarei. Perché è questa la mia terra, quella dell’Italia, e anche se dovesse essere sommersa dalle acque che la circondano, è una penisola che, comunque sia, io amo.”
Ma siamo Matti di Vittorino Andreoli
Rizzoli
Jackson Galaxy è un giovane sbandato, con lunghi dread multicolore e seri problemi di alcol, droga e depressione, che si guadagna da vivere passando da un impiego all’altro nella speranza di sfondare come musicista. Ma un giorno, dopo aver letto l’annuncio di lavoro di un rifugio per animali, ha un’illuminazione: se con gli uomini non riesce proprio ad avere a che fare, può “mettersi al servizio” degli animali. Più facile a dirsi che a farsi: assunto al rifugio, deve occuparsi di cani e gatti randagi o abbandonati, spesso feriti e spaventati, confrontarsi con la difficile questione dell’eutanasia e affrontare i propri limiti e paure. Un’esperienza, però, che rafforza la sua passione per i felini domestici, ai quali da quel momento decide di dedicarsi totalmente. E che gli permette di conoscere e adottare Benny, un micio speciale che gli insegnerà molto (sugli animali e sulla vita), gli darà la forza di mettere la testa a posto e lo aiuterà a diventare uno dei maggiori esperti di comportamento felino. Una storia che rivela il potere dell’amicizia tra uomo e gatto e al tempo stesso un manuale che spiega come avere cura dei propri mici: all’interno troverete tanti box con i consigli per nutrirli, farli andare d’accordo con altri animali e con tutta la famiglia, insegnar loro a comportarsi in maniera corretta e, cosa più importante, renderli felici.
Il Miglior amico dei gatti di Jackson Galaxy
Rizzoli
Ecco l’ingrediente segreto che ha permesso a Roberta di vincere la gara più dolce della tv e che – assieme a zucchero, cannella, mandorle e agrumi – profuma le pagine del suo libro. Più di 70 ricette, nate sotto il sole della Puglia: dalla fragranza dei lievitati ai sapori stuzzicanti della pasticceria salata, dalla fantasia dibiscotti e dolcetti mignon alla creatività di torte di grande effetto. Senza dimenticare basi, creme e glasse gustose da abbinare a piacere. Tante bontà create per le persone a lei più care da questa ragazza solare e determinata, perfette per regalare (e regalarsi!) momenti di pura delizia.
Bake off Italia. Dolci in forno di Roberta Liso
Rizzoli
È difficile stare al passo in un mondo che non accenna a tirare il freno. Le gratificazioni professionali, la serenità in famiglia, il divertimento, rischiano di diventare mete irraggiungibili, anziché approdi sicuri. La ricerca incessante di soddisfazione sembra il modo migliore per non trovarla. Ma un’alternativa c’è, ed è la stessa praticata da viaggiatori instancabili e maestri del pensiero come Leonard Cohen e Thomas Merton, Henry Thoreau e il Dalai Lama, Marcel Proust ed Emily Dickinson: basta scegliere di rimanere immobili. Per mezz’ora o un mese, nella propria stanza o su un eremo himalayano, non importa. Ciò che conta è il coraggio di staccare la spina, di rifugiarsi in uno spazio tutto per sé, per riuscire a osservare la vita dalla giusta distanza e quindi affrontarla con più grinta e saggezza. «Preferirei di no» rispondeva Bartleby lo scrivano, a metà dell’Ottocento, alle richieste del suo datore di lavoro. «Preferirei di no» è quello che, secondo Pico Iyer, dovremmo dire tutti di fronte al pericolo che lo stress si trasformi presto in un’epidemia globale, come rivelano le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. Correre senza sosta può impedirci di vedere dove stiamo andando. La vera rivoluzione, l’unica in grado di dare all’esistenza un valore nuovo, è smettere di fare. E cominciare a essere
L’arte della quiete di Pico Eyer
Rizzoli
Uscito nel 2010 per Barbès Editore, questo straordinario libro di Jean d’Ormesson torna finalmente in libreria dopo le continue richieste di affezionati lettori. Un’opera che con leggerezza e profondità spiega l’universo, la scienza, la filosofia e la religione. Che cos’è la vita e da dove viene? Come funziona l’universo? La vita ha un senso o è una parentesi tra due niente? Possiamo davvero sperare che ci sia qualcosa dopo la morte? Dai filosofi greci a Einstein e alla teoria dei quanti, passando per Newton e Darwin, sono tremila anni che gli uomini si sforzano di rispondere a queste domande. Con parole semplici e chiare, con rigore e leggerezza, Jean d’Ormesson affronta questi problemi eterni raccontando il favoloso romanzo dell’universo e degli uomini.
Che Cosa strana è il mondo di Jean D’Ormesson
Clichy
Luciano Bianciardi come non lo avete mai letto. Luciano Bianciardi che anticipa il pensiero di Umberto Eco passaggio per passaggio, ma senza essere apocalittico e soprattutto integrato. Il Luciano Bianciardi che sul finire degli anni Cinquanta, in pieno boom economico, anticipa gli Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini. Il Luciano Bianciardi che “ruba” – da un ignoto scrittore irlandese che ha tradotto – la trama del libro che gli diede il successo: La vita agra. Il Luciano Bianciardi che ha raccontato i primi segnali della tivù del dolore, che ha scoperto Enzo Jannacci e che ha intuito la vera “voce” mediatica di Adriano Celentano. Il Luciano Bianciardi che ci racconta come siamo oggi, ma sessant’anni fa. Con una scrittura narrativa di una modernità che fa impallidire molti degli scrittori e lettori contemporanei. Il Luciano Bianciardi che ha compreso come in un mondo in cui tutto progredisce, nessuno progredisce veramente.
Il precario esistenziale di Luciano Bianciardi
Clichy
La vicenda umana e la complessità espressiva di un artista ironico e introverso, che nelle sue opere ha miracolosamente intrecciato poesia, plasticità, leggerezza e armonia musicale, nella testimonianza appassionata e sincera di uno dei maggiori collezionisti italiani, che con lui ha condiviso, attraverso l’amicizia di una vita, intelligenza critica, entusiasmo e disincanto.
L’immortalità dell’arte di Fausto Melotti
Clichy
Stasera la mamma di Clara si è presa una «libera uscita con le amiche» e ha deciso di andare al cinema. È il suo papà che si occuperà di lei! Ma d’un tratto tutto sembra differente. Il bagnetto è più freddo del solito, il pigiama è a rovescio, il racconto della buona notte è letto troppo velocemente… eppure allo stesso tempo, con il suo papà, Clara si diverte tremendamente: tutto il bagno è pieno di schiuma, per dessert, papà tira fuori dal frigo un dolcetto super speciale, e prima di andare a letto, Clara ha diritto a due storie e tre bacetti. La pluripremiata Nadine Brun-Cosme (autrice di Lupo & Lupetto) ama descrivere la quotidianità con parole semplici. In questo album ricco di humor e tenerezza, ci racconta la delicata complicità tra un padre e una figlia. Le illustrazioni di Magali le Huche non sono certo da meno: coloratissime, ricche di dettagli sui quali i più piccini si soffermano sempre volentieri.
Stasera sto con papà di Nadine Brun-Cosme e Magali Le Huche
Clichy
Un album grande come i grattaceli che circondano Agata formando una vera e propria jungla urbana! Nel suo grazioso appartamento Agata si annoia e allora decide di comprare un mega zaino extra large: «lo zaino dei sogni»! E via verso la vacanza delle meraviglie su un’isola paradisiaca. Ma il cammino fino all’aeroporto riserva varie sorprese… Una storia divertentissima e un po’ psichedelica, accompagnata da illustrazioni divertenti e ironiche caratterizzate da colori accesi, quasi fluo, che attirano l’attenzione dei più piccoli. Apparentemente semplice, questo albo offre vari punti di riflessione (anche per i più grandi) come il peso che portiamo quotidianamente sulle spalle (il passato, la paura, la pigrizia) e che può intralciare il nostro cammino fino a che la solidarietà di qualcuno, in un incontro speciale, non ci permette di superare l’ostacolo. Una lettura gioiosa e istruttiva da condividere insieme ai propri figli.
Il Viaggio di Agata di Magali Le Huche
Clichy
…una regina non cammina scalza e se soffre non piange, né piega il capo, neppure quando ha torto.
Così parla Nura della sua sovrana.
È lei, schiava moresca, a raccontare la drammatica vita di Juana I di Castiglia, terzogenita dei Re Cattolici, passata ingiustamente alla storia come la Pazza, per effetto di un sordido complotto destinato a strapparle la corona.
Tra la Spagna e le Fiandre del XVI secolo, il ritratto forte di una donna anticonformista e ribelle che alle brame di potere antepone gli affetti e sbaglia tutte le sue mosse, amando, non riamata, quegli uomini della sua famiglia che, uno dopo l’altro, finiranno per tradirla.
Un romanzo intenso e toccante, giunto, dopo due ristampe, alla sua terza edizione.
Le rose di Cordova di Adriana Assini
Scrittura e scritture
Questa è la storia di un colpo di fulmine, di un lungo corteggiamento, di una passione profonda: quella di una scrittrice per una lingua straniera. Jhumpa Lahiri è una giovane neolaureata quando visita per la prima volta Firenze; appena sente parlare l’italiano capisce che le è stranamente familiare, che le è necessario e deve apprenderlo. Non sa spiegarsi il perché di un simile, repentino bisogno, ma sa che farà di tutto per soddisfarlo. Dapprima prova a studiare l’italiano nella sua città, New York, con una serie di insegnanti private, ma non basta. Anche le brevi visite successive, a Mantova, Milano, Venezia, non la appagano: vuole immergersi completamente nella realtà della nuova lingua. Si trasferisce a Roma, con tutta la famiglia. E lì comincia la vera avventura, fatta di slanci, entusiasmo e insieme di difficoltà ed estraniamento.
In altre parole è il primo libro che nasce direttamente in italiano da un’autrice di madrelingua bengalese che ha sempre parlato e scritto in inglese. È la testimonianza di un tenace percorso di scoperta e di apprendimento e di un obiettivo, raggiunto, di potenza e fluidità espressiva, ancora più preziosa perché conserva tra le righe l’eco affascinante di una distanza, quella che sempre ci separa dall’oggetto d’amore: la distanza impercettibile e infinita del desiderio.
In altre parole di Jumpa Lamiri
Guanda
La mattina del 16 agosto una giovane fedele siede su un banco della cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, davanti alla Madonna del Pilastro. Indossa un abito bianco molto succinto e sembra assorta in preghiera, ma quando una turista americana le si avvicina, la ragazza si accascia a terra priva di vita. L’immensa chiesa viene svuotata dalle orde di visitatori che ogni giorno la invadono e tutto il personale viene interrogato, dai guardiani al rettore, dai sagrestani ai religiosi. In molti ricordano di aver visto la ragazza il giorno prima, durante la processione dell’Assunta: impossibile non notarla. Un giovane biondo dal viso angelico le aveva rivolto parole pesanti, e ora è il primo sospettato dell’omicidio.
Non sembra quindi un’indagine troppo complessa quella che viene affidata al comandante Landard della Polizia criminale, uomo dal fare sbrigativo e sprezzante, e al suo coscienzioso collega Gombrowicz, sotto la supervisione di una giovane procuratrice, Claire Kauffmann, affascinante quanto glaciale. Si tiene in disparte da una fin troppo facile caccia al colpevole padre Kern, il piccolo prete di provincia che come ogni anno ha in carico la reggenza della cattedrale per il periodo estivo. Tormentato da una colpa antica e segnato dal dolore di una malattia misteriosa, questo prete minuto nel corpo ma grande nell’animo è convinto che per ricostruire la verità siano molte le voci da ascoltare. Tra sfiducia reciproca e incomprensioni, muovendosi sullo stretto crinale tra giustizia e morale, tra fede e ragione, i quattro saranno costretti a trasgredire le proprie regole e mettere in dubbio ciò in cui credono prima di poter giungere alle radici del male.
Morte a Notre-Dame di Alexis Ragougneau
Guanda
A grande richiesta torna disponibile in una nuova veste grafica lo straordinario e originalissimo scritto sul Giappone di Fosco Maraini. In questo volume, uscito in lingua inglese nel 1971, Maraini accompagna il lettore lungo un percorso di scoperta del Giappone attraverso un’attenta analisi dei rapporti tra la natura, l’arte e l’uomo, e tra passato e presente. Ogni civiltà che è fiorita e maturata nel corso di un lungo arco di tempo diventa un mandala in cui tutte le parti si richiamano a vicenda; così ogni cosa, ogni forma, si sposta dalla natura allo spazio culturale, in un grandioso contrappunto. I trent’anni di studio del Giappone, del suo popolo e della sua cultura hanno permesso a Maraini di scoprire progressivamente l’unità e la continuità che si celano sotto una superficie di apparente confusione e mutamento che contraddistingue la nazione odierna, soprattutto ad un occhio occidentale. Ognuno dei quattro capitoli in cui si articola il volume è accompagnato da un “album” fotografico, in cui Maraini mette a confronto i segni e le forme della natura e della cultura, tracciando cosi un percorso visuale di grande fascino.
Giappone mandale di Fosco Maraini
Electa
Che cosa è successo dietro le quinte del film Cinquanta sfumature di Grigio? Chi è la mente diabolica che ne ha scritto la sceneggiatura? Chi è il perverso personaggio che ha diretto i lavori? E infine, chi è quella Gina che, dal basso delle sue ballerine, ha deciso di sbiancare le Sfumature? Ce lo svela Rossella Calabrò che, con il suo stile frizzante, in questo libro ci racconta un inaspettato backstage.
Geena Rossi, capelli neri (tinti) e occhi azzurri, è stata assunta da poco alla DreamPorks, la casa di produzione che realizzerà il roventissimo film delle Cinquanta sfumature. Il suo capo, Giangaleazzo de Laurentiis (no, non sono parentiis) detto Gigio, è un uomo affascinante, ammaliante, potente che, grazie al suo brioso migliore amico Oscar, il pene parlante, si è conquistato la fama di essere un vero donnaiolo. Dopo aver letto la sceneggiatura di Liuba Marchetti-Coguara, la bellissima, magrissima e abbronzatissima sceneggiatrice, la Geena decide di scrivere le sue contro-sceneggiature, le CandegGeene, ironica e sgangherata revisione dell’originale, seducendo così il Gigio, stregando Oscar e scatenando l’ira della sceneggiatrice…
50 sbavature di Gigio di Rossella Calabrò
Sperling e Kupfer
Liam Wilson ha tutto: davanti a lui scintilla una promettente carriera come editor della casa editrice più trendy d’Inghilterra, il suo capo è uno dei suoi migliori amici, fa le ore piccole per le strade di Londra, ha una fidanzata che ama dal primo istante in cui l’ha vista. Ma basta una notte perché la sua vita vada a rotoli. Nella lunga vigilia che precede l’apertura della Fiera Internazionale del Libro, gli viene affidato il compito fatale di badare al più celebre e dissoluto autore d’Argentina, perché sopravviva alle tentazioni della notte londinese e arrivi in buone condizioni al discorso inaugurale. Ma in quelle ore febbrili tutto va storto, e Liam perde il lavoro, la casa, la fidanzata. È già fortunato a essere arrivato al mattino sano e salvo. Per lasciarsi alle spalle il disastro, parte per l’Argentina con l’idea di trovarsi un lavoro, vivere onestamente, scrivere la più lunga e sincera lettera d’amore mai scritta. Peccato che Buenos Aires sia la città più sensuale e ambigua del mondo, la meno adatta ai buoni propositi. Circondato da modelle dalla doppia vita e dai fantasmi dello scrittore, come potrà Liam evitare che le bugie prendano il sopravvento ben oltre le sue capacità di controllo? Riuscirà una grande bugia a salvare il suo grande amore
La grande bugia di Luke Brown
Mondadori
Per puro caso, David Foenkinos scopre l’opera di Charlotte Salomon. Una mattina qualunque, ad Amsterdam. Le sue tele sono una folgorazione. La sintonia è subito precisa, spontanea: la strana sensazione di conoscere già qualcuno che si sta scoprendo. È l’inizio di un’ossessione. Charlotte Salomon diventa la sua stessa scrittura, la sola storia che è necessario scrivere. Partendo dall’inizio, dall’infanzia a Berlino e dalle tragedie familiari che sembrano ripetersi come un ritornello malvagio e fatale nella vita della giovane pittrice, ma attraversando anche gli artisti e l’euforia portata nelle stanze di casa dal talento musicale della seconda, adorata moglie di suo padre. E poi di colpo, irresistibile, la scoperta della pittura, durante un viaggio in Italia sotto le prime ombre del nazismo. La nascita prorompente di una vocazione che non l’abbandonerà più, così grandiosa da farla ammettere, unica studentessa ebrea, all’Accademia delle Belle Arti, dove l’eccezionalità del suo talento sembra per un breve momento avere la meglio sulle leggi razziali. E poi l’amore, la passione assoluta per l’uomo che per primo sa vedere la straordinarietà della sua pittura e la incoraggia al punto tale da costringerla a lasciarlo, a fuggire in Francia per cercare la salvezza – Charlotte deve vivere, deve creare. Devi dipingere, Charlotte. Dipingere per non impazzire. Ma è troppo tardi, la guerra incombe da tutte le parti. Assediata, sfinita, sapendo forse di essere in pericolo, Charlotte consegna la cartella con tutti i disegni al suo medico: «È tutta la mia vita». L’annuncio di un destino tragico e insieme la consapevolezza luminosa del proprio talento. Quella stessa abbagliante stella che spinge passo passo il romanzo di David Foenkinos, fino a diventare la sua stessa ispirazione: la forza sconvolgente che guida queste pagine.
Charlotte di David Foenkinos
Mondadori
“C’è stato un omicidio a Courbevoie…” Messaggio laconico per un crimine a dir poco spaventoso. Quando il commissario Camille Verhoeven, felicemente sposato con Irène e in attesa del primo figlio, giunge sul luogo del delitto – un elegante loft – trova due, non uno, cadaveri di donne decapitate e fatte a pezzi e di fronte a una scena così estrema capisce subito, come in un presentimento, che in casi come questi le spiegazioni razionali non servono a nulla. E ha ragione, perché questo è solo l’inizio e uno dopo l’altro si susseguono dei crimini orribili e soprattutto illogici. La stampa e persino il giudice e il prefetto si scatenano contro il “metodo Verhoeven”, specie perché l’indisciplinato poliziotto formula un’ipotesi cui nessuno vuole credere: chi sta uccidendo in maniera tanto selvaggia mette in scena delle macabre rappresentazioni ispirate a famosi romanzi noir e questa non può essere una coincidenza. Camille viene lasciato solo di fronte a un serial killer che sembra avere capito tutto di lui, nei minimi dettagli segreti della sua vita, e ha già previsto ogni sua mossa. E in questa sfida crudele ci può essere un solo vincitore. Per questo Camille non potrà sfuggire all’orrendo spettacolo che l’assassino ha preparato con tanta cura solo per lui. In Irène lo stile inconfondibile di Pierre Lemaitre lascia il segno: teso, intenso, non convenzionale, con una trama originale e diabolica e un protagonista fuori dal comune, lo straordinario commissario Camille Verhoeven con i suoi formidabili metodi d’indagine, e una Parigi spenta d’ogni luce romantica, cupo teatro di mostruosi assassini. Questo è il primo romanzo di una trilogia noir ad altissima tensione.
Irene di Pierre Lemaitre
Mondadori
Tuo marito ti scrive una lettera, la chiude in una busta, la sigilla “da aprire solo dopo la mia morte”. Questa lettera nasconde il suo più profondo e oscuro segreto, qualcosa che può distruggere in un solo colpo non soltanto la vita che avete costruito insieme ma anche le vite degli altri attorno a te, dei tuoi vicini di casa, dei tuoi più cari amici. Immagina ora che questa lettera ti capiti tra le mani mentre tuo marito è ancora vivo… È quello che accade a Cecilia Fitzpatrick, una donna di successo, un punto di riferimento nel quartiere residenziale dove ha una bella casa, un marito adorabile di cui è innamorata, una figlia felice. La vita di Cecilia è ordinata e priva di incertezze. Ma la lettera, trovata per caso frugando tra i vecchi documenti di famiglia, cambia tutto. Rachel e Tess conoscono appena Cecilia, ma come lei pensano di conoscere benissimo se stesse e soprattutto i propri mariti, credono di sapere esattamente cosa aspettarsi dal proprio matrimonio. Eppure il segreto del marito di Cecilia si intreccia in maniera fatale con le loro vite e le sconvolgerà per sempre. Liane Moriarty ci fa entrare nel più perfetto dei mondi borghesi, nelle case senza macchie e ben illuminate, nelle stanze sempre aperte agli ospiti. Poi, con implacabile maestria, solleva i tappeti, fruga tra i diari, indaga gli angoli nascosti per mostrarci tutte le ombre e i segreti che incombono nelle vite delle più impeccabili famiglie. A ogni pagina ci ricorda che noi siamo sempre convinti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie, crediamo di conoscerli e di amarli. Ma ne siamo davvero sicuri?
Il segreto di mio marito di Liane Moriarty
Mondadori
Giovanni Cadorna è un fisico alla soglia dei cinquant’anni. Dopo un divorzio e il successo raggiunto con la pubblicazione di un libro provocatorio sull’aldilà, inizia a dubitare delle proprie certezze in seguito al ritrovamento di un dipinto che lo costringe a fare i conti con il passato e il ricordo di una donna, morta tragicamente più di vent’anni prima.
Decisivo, all’interno di un intreccio costantemente in bilico tra ossessione e raziocinio, ragione e occulto, risulterà l’incontro con Olga, figlia dell’artista esoterico e presunto autore dell’opera che, insieme ad altre figure femminili cariche di significato, darà vigore alla storia fino all’enigmatica conclusione sia della vicenda personale e familiare del protagonista che del mistero legato al quadro.
Con una cura formale di rara evidenza e una lingua densa di risvolti emotivi, l’autore affronta qui un tema delicato come quello del contatto con un mondo ultraterreno, ma anche argomenti del tutto umani come la libertà individuale, il desiderio di paternità e l’amore filiale.
La lottatrice di sumo di Giorgio Nasini
Fazi editore