Autore: Tham Claire
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Metropoli d'Asia
Genere: romanzo giallo
Traduttore: Giovanni Garbellini
Pagine: 346
Prezzo: 16,50
«Nei giorni più afosi dell’anno c’è qualcosa di feroce e malsano perfino nell’aria; non riesce a fare più di dieci metri a piedi senza avere la sensazione di essere sferzata con giunchi roventi. Anche se non ama il freddo, la mancanza di stagioni a segnare lo scorrere del tempo è sconcertante; sembra di rivivere in continuazione lo stesso circolo temporale».
Questa è la Singapore nella quale si svolgono le vicende de La ragazza del Karaoke, di Claire Tham. Il titolo originale, The Inlet, si riferisce a un lussuoso quartiere della città dove, nella piscina di una villa, viene trovato un corpo senza vita.
Il cadavere della ragazza – Wang Ling, giovane cinese che fa l’entraineuse in un locale e canta per la gioia dei clienti (da qui il titolo italiano) – e la soluzione del caso di omicidio – affidata al vicecommissario Cheung Fai – sono il fulcro del romanzo. Ma la narrazione, vero colpo di genio dell’autrice, non segue un percorso temporale lineare: il passaggio dal presente al passato è costante ed è funzionale alla storia perché aggiunge sempre nuovi tasselli alla composizione del quadro generale.
Passando da un capitolo all’altro i personaggi si definiscono, l’autrice scava a fondo nel passato e il torbido nascosto nella vita di ciascuno viene a galla, sporcando la superficie (illusoriamente) fresca e cristallina della città. Singapore è in mano a speculatori edilizi, vittima delle bolle finanziarie che – esplodendo – lasciano tutti sul lastrico, terreno fertile per un seme razzista (e non solo verso i cinesi) che germoglia sotto un sole caldissimo.
Ling è una ricercatrice insoddisfatta della propria vita, che, mentendo ai genitori, alla prima occasione (non proprio pulita) che le si presenta, lascia la Cina e va a Singapore a cercare fortuna. È bellissima e altezzosa, e questo l’aiuta a conquistare i clienti del locale; ha una splendida voce e poche certezze per il suo futuro. La sua morte è un enigma e la narrazione di Claire Tham arriva a svelarlo poco alla volta: leggere questo romanzo è come fare un sudoku, riempiendo con pazienza le caselle vuote, riflettendo sugli incroci, valutando le possibilità.
E la sensazione che si ha a fine lettura è di appagamento: la prima domanda che viene in mente è “da quanto tempo non leggo un thriller così ben scritto?”.