Autore: Picoult Jodi
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Corbaccio
Genere: Romanzo
Traduttore: Lucia Corradini Caspani
Pagine: 470
Prezzo: 16.40 €
Sage Singer è una ragazza solitaria: sfregiata nel volto e nell’animo a causa di un incidente nel quale ha perso la madre, Sage si rifugia nel lavoro di fornaia. Di notte, mentre la città dorme, Sage impasta, inforna e crea deliziosi panini, dolciumi profumati e fragranti baguettes che il giorno dopo delizieranno i suoi numerosi clienti.
In un gruppo di auto aiuto che frequenta per superare il suo trauma, la ragazza stringe amicizia con un uomo molto anziano, Joseph Weber, un professore di origine tedesca, un filantropo noto nella cittadina per la sua gentilezza. Sage scopre che “condividere il passato con qualcuno è diverso dal riviverlo da sola. Assomiglia meno ad una ferita e più ad una medicazione” (p. 48) : proprio dal bisogno di condivisione che tra i due, nonostante la differenza d’età, nasce un rapporto fatto di confidenza e stima reciproca tale da portare il professore ad avanzare una strana proposta che sconvolgerà la ragazza nel profondo. Per capire le motivazioni di tale richiesta, Sage dovrà ascoltare la confessione dell’uomo, scoprendo così il suo oscuro passato: il professore è infatti un ex ufficiale delle SS, una delle guardie di Auschwitz. E la nonna di Sage è proprio una sopravvissuta dei campi di concentramento…
Possibile che l’uomo che ha conosciuto come un vecchietto mite e fragile sia in realtà un omicida, l’incarnazione della violenza e del terrore per tutte le sue vittime? Un uomo che ha trascorso gli ultimi settant’anni a prodigarsi per la comunità, può cancellare il suo passato di carnefice? E, soprattutto, cosa può fare Sage per far pendere il piatto della bilancia verso la giustizia?
Profondo nella trama e nell’introspezione dei protagonisti, l’ultimo romanzo di Jodi Picoult affronta il tema dell’Olocausto grazie ad un insieme di voci narranti che, alternandosi, offrono i diversi punti di vista e le differenti emozioni che hanno animato le loro scelte di vita. Bello ed interessante il personaggio di Sage, che incarna perfettamente il senso di colpa, contrapponendosi a Joseph che sembra non avere rimorso. Una storia che parla di colpa e di perdono, di tradimento e di lealtà e che ci colpisce per la ricostruzione tragica e commuovente dell’esperienza in un campo di sterminio, nonché per i dilemmi etici che i personaggi si trovano ad affrontare. Un romanzo che porta in sé la grande forza del ricordo, perché “un racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi” (p. 367).