Intervista allo scrittore e intenditore di vini Roberto Mostini, autore del libro “I vini francesi del guardiano del faro” edito da Agapantos Editore, una delle nuove realtà del mondo dell’editoria, presente con il proprio stand nell’Incubatore del salone del libro di Torino.
Questo libro è un manuale sui vini francesi?
No, è un percorso umanistico, c’è il racconto di quei 50 produttori o cocktail o quelle situazioni che hanno segnato un certo periodo della vita. Sostanzialmente la scusa sono le grandi etichette, ma in realtà parlo di belle donne, ragazze, alcool, compaiono le grandi emozioni.
E i paesaggi?
Paesaggi così così, è più un viaggio interiore, ci sono atmosfere fumose, a volte divertenti, spesso tristi: il guardiano del faro è da solo là in alto e cerca di mandare dei messaggi, qualcuno viene raccolto, qualche bottiglia col messaggio si spacca sugli scogli..finché non arriva Greenpeace a lamentarsi dei vetri sugli scogli io vado avanti…
A chi si rivolge questo libro?
È più umanistico che strettamente legato alla bottiglia importante, quindi si rivolge a tutti; certo che dopo averne bevute due e aver letto il pezzo relativo forse è più chiaro il concetto…
Ma non è un po’ costoso?
Dipende dalla bottiglia, ci sono delle bottiglie da 15 € e altre da 1.000€
E sì perché se andiamo su un Romanée Conti diventa un problema…
Eh sì, infatti il Romanée Conti occupa uno spazio ristretto, ma soprattutto non la raccomando, preferisco una piccola “appelation”. Si può bere bene con 10, 15, 20€ di un grande produttore ma di piccola denominazione
Questo è servito da base e spunto per avere diversi racconti?
Diciamo che il tema del libro è un altro, volevamo fare da ponte tra il web e il cartaceo; io sono un narratore web, nasco da web e non il contrario, anche chi ha creduto in questo progetto e l’ha finanziato l’ha fatto per far capire che non ci devono essere queste differenze. Si trova il buono e il cattivo da tutte due le parti, parto da quello che ho scritto spontaneamente sul web e poi l’ho riportato togliendo gli elementi che sul cartaceo non hanno senso come fotografie, effetti sonori, video, tutto quello che puoi usare sui blog, riportando le stesse situazioni sul cartaceo per vedere l’effetto che fa. Normalmente succede il contrario, sono gli autori classici del cartaceo che vanno ad occupare spazio web.
Quanti racconti sono?
Una cinquantina, ci sono etichette importanti, spazi che possono apparire demenziali o provocatori, ironici che poi invece un senso secondo me ce l’hanno.