
Autore: Floris Giovanni
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Romanzo
Pagine: 215
Prezzo: 18,00 €
“Mi chiamo Roberto Ranò, sono un ricco notaio romano di quarantasei anni e ieri notte sono stato arrestato. Ero con Marco Bonetti, il regista che rischia di vincere l’Oscar, e credo abbiano arrestato anche lui, ma non posso dirlo con certezza. Io e Bonetti eravamo amici da sempre. E lo saremmo stati per sempre, se non fosse che a un certo punto io ho cominciato a odiare la vita, mentre lui non ha mai smesso di amarla“. (p. 16)
Il Dott. Ranò, famoso notaio della Roma bene, viene arrestato in circostanze poco chiare a casa di uno spacciatore di hashish, nel quartiere Portunese nei sobborghi di Roma. La causa dell’arresto non è la droga, ma un omicidio. Dunque la faccenda si complica e la sua reputazione potrebbe crollare in un secondo. Con lui ci sono gli amici storici dell’adolescenza, Gallo, Fochetti, Navarra e soprattutto il miglior amico Marco Bonetti, riuniti tutti insieme per una rimpatriata (notte da leoni) dopo anni che non si vedevano. La PM che interroga il notaio Ranò ha le idee chiare: poche scuse e fuori i fatti, c’è un morto di mezzo e soprattutto un morto che conta. Ranò quindi, senza dare retta al suo avvocato, inizia un lungo flashback che comincia più di venti anni prima, in cui racconta episodi di vita adolescenziale che hanno dato un senso alla sua esistenza: dai giri in due in vespa, ai primi baci; dalle prime esperienze “da adulti”, alle vacanze da soli con gli amici. Anni in cui la vita veniva vissuta senza pensieri, insieme all’amico di sempre Bonetti, leader del gruppo, capace di sfruttare ogni situazione a suo vantaggio, capace di cambiare le sorti di una serata con una parola o con uno sguardo, capace di provare a cambiare le situazioni ed intelligente abbastanza da capire quando era meglio ritirarsi “sempre da campioni”. Roberto e Marco finiscono insieme all’università, ma da lì le loro strade si dividono: da una parte il sentiero già spianato dal padre con studio notarile, in cui Roberto vede una facile via per continuare agevolmente la vita, dall’altra la scalata come regista del grande schermo, piena di fossati ed ostacoli, in cui è facile perdersi, ma se si raggiunge la cima, vuol dire che “sei uno dei pochi ad avercela fatta”.
Attraverso questo racconto di amicizia vera, Giovanni Floris ci mostra come le scelte che prendiamo da adolescenti possano in maniera assoluta condizionare tutta la nostra vita; non si tratta solo di salute o soldi, si tratta di voglia e felicità di vivere. Perchè quando a quarant’anni, per quanto possa essere ricco il tuo conto in banca, ti alzi la mattina dal letto e sei già incazzato con il mondo e sei annoiato della routine che ti si presenta, forse hai bisogno sia di cambiare vita, ma soprattutto di capire dove questa ha preso una strada diversa da quella sperata, dove il confine tra adolescenza ed età adulta si è interrotto, portandosi via tutti i tuoi sogni.
” – Sai che c’è? Tu all’epoca avevi la consapevolezza dell’importanza delle cose. Sapevi quanto fosse irripetibile ogni minimo istante in un campeggio, in una macchina, in un’aula di scuola. Vivevi quei momenti qualsiasi come frammenti di un’epica. – Poi quel gusto mi è passato. Mi è passato perchè la grandezza di quei momenti mi ha schiacciato. Ho pensato che non fosse più possibile ripeterli” (p. 211)