Autore: Susin Nielsen
Casa Editrice: Il Castoro
Traduttore: Claudia Valentini
Pagine: 262
Prezzo: 15,50€
Una storia d’amore per cinici, ecco cosa meglio rappresenta Gli ottimisti muoiono prima, di Susin Nielsen, un romanzo per ragazzi edito da Il Castoro che non dovete assolutamente perdervi. Petula è una pessimista, e su questo non ci sono dubbi, non ascolta mai la musica con le cuffie per strada, non cammina vicino ai ponteggi, e cura con attenzione ogni suo movimento per evitare il peggio. Nella vita vede sempre il bicchiere mezzo vuoto, quando lo vede, a causa di una perdita improvvisa causata da un incidente di cui si sente responsabile. In questo pessimistico quadro arriva la vulcanica vitalità di Jacob, un ragazzo con un braccio artificiale conosciuto al gruppo di arteterapia per ragazzi in difficoltà. Sì perchè vivere perennemente con la paura della vita può essere pericoloso per Petula e per le persone che le stanno intorno, come i suoi genitori e gli innumerevoli gatti che sua madre salva per colmare un vuoto. Petula e Jacob devono imparare ad andare oltre le diversità che li dividono e che allo stesso tempo li accomunano, riusciranno i due a superare il loro passato e a guardare insieme al futuro?
«Ho imparato diverse cose quel giorno:
1) la vita è ingiusta
2)Le tragedie ti colpiscono quando meno te lo aspetti
3) Devi aspettarti sempre il peggio. In questo modo, almeno, puoi riuscire a proteggere te stesso e le persone che ami.»
Susin Nielsen, già aurice per Il Castoro dei libri Siamo tutti fatti di molecole e Caro George Clooney, puoi sposare la mamma?, è una giovane scrittrice e sceneggiatrice di Vancouver dove vive con il marito, un figlio e due gatti. In Gli ottimisti muoiono prima Susin ci da una visione dettagliata e profonda su come molte volte un trauma può influire su giovani ragazzi insicuri.
Personalmente ho adorato questo libro, Gli ottimisti muoiono prima è un mix di follia e comicità insieme a maturazione e crescita personale, si ride e si piange, si ama e si odia il tutto contemporaneamente in un turbinio di emozioni contrastanti. Petula in particolare è un personaggio molto complesso, con varie sfaccettature che ci vengono mostrate poco a poco, il suo pessimissimo scaturisce dalla perdita della sorella minore per un incidente domestico, le fa capire che i guai sono dietro l’angolo, e saltano fuori quando meno ce lo si aspetta. Ovviamente limitandosi così anche nelle piccole cose Petula è una ragazza che non riesce ad amare la vita, non vuole lasciarsi andare ad essa perché il dolore che prova è troppo forte. L’unico che riesce a scalfire la sua corazza è Jacob, un ragazzo con un braccio artificiale ma con un cuore ferito come Petula, anche lui ha subito delle perdite non indifferenti e vive con il perenne senso di colpa. Jacob però prova a non pensarci, ad allontanare il pensiero per non soffrire, questi due caratteri diametralmente opposti si fonderanno insieme per affrontare la vita, quella vera, vissuta. Andare avanti dopo la morte sembra praticamente impossibile, se a questo si unisce la paura e la rassegnazione allora la strada sembra già segnata, però quest’amore che nasce tra i due protagonisti può aiutare non solo loro, ma anche tutti i giovani lettori che, seppur con problemi minori, affrontano ogni giorno ansia e insicurezze tipiche dell’età. Lo stile di scrittura è molto fluido e va dritto al punto, quasi come se fosse la sceneggiatura di un film, precisa e immediatamente riconoscibile, staccarsi da questo libro senza arrivare alla fine è davvero impossibile. Perfetto da leggere in un pomeriggio o da regalare a un giovane lettore, ma non solo, che troppo spesso vede la vita in bianco e nero, per ricordargli che in certi casi i colori possono venire anche dagli occhi di qualcun’altro. Tanti sono i temi che vengono affrontati in questo libro: la solitudine, il pessimismo, la separazione, i litigi, l’amore, il sesso, il divorzio, tutti affrontati con una naturale dolcezza, perché nel bene e nel male sono elementi che fanno parte della nostra vita e con cui prima o poi bisogna fare i conti.
«Col senno di poi vedo chiaramente quei momenti come indizi di qualcosa di più grande. E questo è il lato negativo dell’ottimismo. Ti rende cieco ai segnali di pericoli in avvicinamento.»