Frammenti di futuro – Federica Montevecchi

Titolo: Frammenti di futuro. Ricordi di donne e uomini del Novecento
Autore: Federica Montevecchi
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: Pendragon
Genere: saggistica
Pagine: 157
Prezzo: €16,00

Il Novecento non lo abbiamo lasciato alle spalle. È ancora qui con noi, è una questione aperta che abbiamo il dovere di leggere, di capire, di approfondire.

Il Novecento che ci manca con la sua straordinaria ricchezza intellettuale e i suoi protagonisti, il Novecento che non ci manca con i suoi orrori ideologici e i suoi totalitarismi.
La memoria è il modo migliore per interpretare tutti i movimenti che ci riguardano del cosiddetto secolo breve.

Federica Montevecchi, intellettuale di formazione filosofica, con Frammenti di futuro. Ricordi e donne e uomini del Novecento ricompone sul modello del Je me soviens di George Perec un mosaico di ricordi che provengono da secolo scorso.

A metà degli anni novanta l’autrice incontra donne e uomini che hanno dato con il loro pensiero un contributo fondamentale alla cultura e al Novecento.

Incontri straordinari in cui gli intervistati decisero di abbracciare il mi ricordo in sostituzione delle domande dell’intervistatrice.

Carlo Bo, Giorgio Bocca, Antonino Caponnetto, Renato Dulbecco, Giulio Einaudi, Inge Feltrinelli, Vittorio Foa, Margherita Hack, Nilde Iotti, Mario Luzi, Mario Soldati, Elio Toaff, Leo Valiani, Tullia Zevi.

Federica Montevecchi raccoglie nel 1995 le parole e soprattutto i ricordi di questi grandi protagonisti che nei loro rispettivi ambiti di conoscenza hanno contribuito a scrivere la storia di quella stagione irripetibile che ci manca, il Novecento delle idee, del progresso e della grande cultura.

«Questo libro – scrive Federica Montevecchi nella prefazione –  è un mosaico di ricordi che vuole invitare a considerare l’importanza della memoria e con essa la possibilità di riconoscere, a partire dalla propria esperienza, il legame individuale e collettivo tra passato, presente e futuro».

Al nostro futuro incerto giova moltissimo la memoria di questi frammenti novecenteschi che in un tempo buio come il nostro potrebbe portare un’po’ di luce.

Dovremmo metterci in ascolto di queste esistenze ricche di vita e di pensiero, perché il loro Novecento ha ancora molto da dire al nuovo millennio che vive giorni sbandati.

«Mi ricordo l’aggregazione intellettuale che vissi negli anni Trenta e Quaranta mai ritrovata in seguito. La Seconda avanguardia ha cercato di cancellare del tutto ciò che era stato fatto prima, per non parlare dei nostri giorni, in cui la disaggregazione intellettuale è totale a causa della vittoria dei mezzi di comunicazione» (Carlo Bo), «Mi ricordo quando, novello universitario, mi arruolai volontario e poi rinunciai al congedo per la classe del 1920. In guerra ho capito quanto sia assurdo vedere un altro uomo come nemico, un uomo che non ha fatto nulla e al quale non abbiamo fatto nulla. È sconvolgente la trasformazione che la guerra opera nello spirito: si diventa homo homini lupus. (Antonino Caponnetto), «Mi ricordo che proprio in carcere mi è stato chiaro in modo definitivo che la libertà si può ridurre, vulnerare, offendere, ma non è possibile annullarla. Per me la libertà coincide con la capacità di resistere, di rispondere e di non dire sempre sì. Poi è anche capacità di contrapporre un orizzonte a un altro, di pensare il futuro. È quindi conflitto civile in cui la verità non è un dato, ma ricerca e responsabilità di scelta».

Ecco alcuni frammenti di memoria che Montevecchi ci propone: lucidi interventi di chi da maestro e testimone ha attraversato il proprio tempo, donando all’umanità e alla conoscenza idee, visioni e prospettive.  Per pensare al nostro futuro dovremmo interrogare i maestri e ascoltare la loro lezione fare nostre prospettive e intuizioni.

Di fronte alla povertà espressiva delle nuove idee che oggi ci travolge, lo Stile Novecento ha ancora molto da insegnare e da dire.

Giorgio Ficara, studioso serio del Novecento e critico letterario, sostiene, e io sono d’accordo con lui, che il nuovo sia dietro di noi, grande e tristemente abbandonato, non visto non considerato; e il vecchio, così semplice, così spontaneo, così modesto, così ovvio, sia davanti a noi, ‘intuibile come una pagina di rotocalco.

Qualche giorno fa Federica Montevecchi ha scritto sul suo profilo Facebook: «Ho avuto la fortuna di conoscere da ragazza alcune personalità novecentesche: qualche loro memoria l’ho raccolta nel volume Frammenti di futuro. Oggi mi chiedo chi fra le personalità attuali politiche e intellettuali sarebbe disponibile a parlare con una giovane sconosciuta, anche solo per fornire una rappresentazione di sé, che è in ogni caso quasi nulla rispetto al narcisismo patologico tanto diffuso nell’odierno ambiente politico e intellettuale, sempre meno interessante».
Frammenti di futuro è un omaggio dovuto e sentito allo Stile Novecento.Un invito ad ascoltare i suoi maestri di pensiero e di umanità e soprattutto imparare molto dalla loro eredità morale, se domani vogliamo vedere la necessità per tutti noi di un futuro.

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi