Autore: Bernd Mattheus
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Lemma Press
Genere: saggio divulgativo
Traduttore: Claudia Tatasciore
Pagine: 310
Prezzo: 22 €
La forza di Cioran è stata indubbiamente quella di andare oltre la filosofia, rendendola interrogativa, poetica, anarchica. Ha rifiutato ogni ideologia, ogni dottrina e ha rivolto contro di sé e gli altri il dubbio. Chi legge i suoi libri comprende anche le contraddizioni insite nel suo pensiero, proprio perché appaiono coerenti con il suo modo di vivere.
La biografia che ci consegna Mattheus è un’opera che va letta necessariamente da chi vuole approfondire l’autore romeno. In maniera dettagliata ci vengono delineate vita e sensazioni di Cioran, senza tralasciare i frammenti meno importanti della sua esistenza. Emil è ancora oggi indefinibile. Impossibile inserirlo all’interno di una scuola di pensiero. L’unica cosa della quale si è vantato: la libertà, per la quale ho patito la fame, le ristrettezze. Ho lottato per avere tutto ciò.
Cioran ha lottato per essere niente ed è questa la forza dei grandi uomini che sovrastano la storia e il continuum quotidiano. Partito dalla Romania negli anni ’30 è approdato a Parigi, città con la quale ha costruito un rapporto di amore e odio. Sicuramente, avrebbe potuto vivere dovunque e nulla sarebbe cambiato; d’altronde, i migliori momenti della sua vita li ha trascorsi in una mansarda che definiva fin troppo spaziosa. È stato sempre lontano dai salotti culturali. Tantissimi i premi che ha rifiutato; per lui, infatti, la consacrazione era un male, anzi, una umiliazione.
Cioran è sempre stato coerente? Certo che no! Alcune volte ha tradito e rinnegato il suo pensiero proprio perché si riconosceva uomo, e l’uomo è sempre contraddittorio. Umanità, ossia, cancro della Terra; suicidio, ossia, l’unica risposta coerente all’insensatezza della vita e a una nostalgia con la quale tutte le cose ci chiamano, restando nascoste dietro le pieghe dell’anima. Eppure, nonostante i suoi detrattori invitassero Cioran a farla finita per essere coerente con il suo pensiero, egli ha difeso la vita attraverso i suoi scritti. D’altronde, proprio la possibilità di poter sciogliere in qualsiasi momento i lacci con l’esistenza, mi ha dato la voglia di sopravvivere. Questa immensa libertà data agli uomini è sicuramente uno degli aspetti più intriganti della vita.
Cioran era un depresso cronico? I suoi sbalzi d’umore delineano sicuramente una persona sofferente, con molte turbe, eppure, Mattheus, sottolinea anche l’ironia e la spensieratezza del pensatore romeno, il quale sapeva giocare con il grottesco e dialogare con l’assurdo. Dopotutto, per Emil, la scrittura era terapia. La grandezza della sua “filosofia” sta proprio nella schiettezza delle impressioni non ragionate, ben sussurrate da quella voce universale che appartiene all’anima.
Cioran non si comprende se non nell’abbandono della certezza quotidiana. Bisogna abbracciare la paura e anche il dolore, accettando quello spaesamento di fronte al quale ogni uomo si trova almeno una volta al giorno. Emil non può essere etichettato; per quanto la sua prosa sia comprensibile a tutti, egli diventa ermetico per coloro i quali ancora vivono di utopia e incanto. Un tratto che ha ben evidenziato Vincenzo Fiore nella sua prefazione.
Buona lettura.