Eduardo è una di quelle persone che trasmettono gioia e simpatia con uno sguardo, ha il dono della risata e posso dire che questa è stata un delle interviste più divertenti a cui abbia mai partecipato. Per Il Castoro insieme a Pierdomenico Baccalario lo trovate in libreria con Il Manuale delle 50 Missioni Segrete – per sopravvivere nel mondo dei grandi, un manuale spassosissimo che i ragazzi non vedranno l’ora di avere. Con noi ha parlato un po’ delle missioni segrete e del potere della risata,
Partiamo dalla premessa che i libri scritti a quattro mani mi incuriosiscono molto, Manuale delle 50 missioni segrete l’hai scritto insieme a Pierdomenico Baccalario, viene da sé chiedersi com’è lavorare in coppia?
Io con Pierdomenico ho già scritto cinque libri, per cui siamo belli collaudati! Il lavoro di coppia è un’attitudine, non devi attaccarti troppo alle tue idee devi ascoltare l’altro e costruire su quello che l’altro ti da, questo non vuol dire che bisogna essere sempre d’accordo su tutto per forza, bisogna essere aperti verso l’altro. Non tutte le persone hanno quest’attitudine, anzi, direi che è abbastanza rara, però può essere allenata, nel mio caso mi ha aiutato aver partecipato per molti anni al teatro delle improvvisazioni dove no esiste sceneggiatura devi essere pronto a qualsiasi imprevisto, non sai mai quello che potrebbe accadere e non solo con gli attori, anche con la scenografia e il pubblico, tutto è dettato dal caso e sei tu che devi adattarti al contesto e non il contrario. Con Pierdomenico ci siamo intesi subito, avevo capito che anche lui ha il mio stesso modo di approcciarmi alla scrittura, ho avuto tanta fortuna!
E nella scrittura di questo libro avete incontrato qualche imprevisto in stile teatro delle improvvisazioni?
La difficoltà più grande che abbiamo incontrato è che questo libro nasce dal fatto che in realtà nasce come seconda parte di un altro libro; Il Manuale delle 50 Avventure da vivere prima dei 13 anni, il rischio più grande è che questo nuovo potesse sembrare una ripetizione. Con questo libro abbiamo cercato di mettere qualcosa in più sia per rinnovarci noi che per separarlo dall’altro, la difficoltà è stata proprio trovare la chiave di questo libro. Un’altra difficoltà è stata trovare 50 avventure, che non sono poche, che oltretutto un bambino può svolgere e trovare divertenti perché alcune cose che abbiamo inserito potrebbero risultare pallose agli occhi di un bambino. Noi abbiamo accettato la sfida e abbiamo provato a rendere il più avventuroso e misterioso possibile cambiare un pannolino o fare la lavatrice.
E queste 50, faticose, missioni voi le avete fatte tutte e qual è la più difficile che avete inserito?
Le abbiamo sicuramente fatte nel corso della nostra vita ma non ci siamo assolutamente messi apposta a rifarle per il libro. La difficoltà sono varie e credo che dipenda molto dai bambini, c’è la difficoltà prettamente mentale, come capita anche agli adulti, di partire prevenuti a dire che quella determinata cosa non si può farla o che appartiene più a un maschio o a una femmina, è un blocco mentale che purtroppo condiziona già dalla giovane età. Poi c’è la missione in sé, alcune richiedono molta forza o pazienza, ad esempio una è imparare una lunghissima poesia a memoria, e può esserci il bambino che la trova noiosa e chi invece la fa senza problemi, sono molto personali. Poi bisogna trovare molte volte un alleato adulto per fare determinate missioni, e anche questa può essere molto difficile per alcuni considerando che gli adulti sono un mondo misterioso e inavvicinabile per i bambini!
Oltre che essere uno scrittore sappiamo che sei anche uno psicologo e che a Madrid hai fondato Humor Positive, puoi parlaci un po’ di questa tua associazione che ci incuriosisce non poco?
Inizio con il dirti che io ho fatto una tesi dottorale sulla risata, 600 pagine di una noia mortale, ho scritto anche alcuni libri sull’umorismo un po’ più divertenti. Poi ho conosciuto persone che stavano applicando l’umorismo in vari settori, come l’insegnamento, nel mondo medico e professionale e mi sono molto incuriosito perché trovavo bellissimo applicare l’umorismo al mondo lavorativo. Ho deciso di portare questo progetto in Spagna, e con un mio collega abbiamo iniziato a offrire corsi e consulenze alle aziende per provare a rendere l’ambiente di lavoro più divertente e meno formale. Il nostro messaggio è che sono le emozioni positive che ci preparano al vero lavoro fatto bene, siamo molto più creativi, rilassati, e ci relazioniamo meglio con le persone. È un elemento molto importante al quale non si da molta importanza nella cultura occidentale.
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