Vani, la protagonista de L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome ha conquistato il cuore di milioni di lettori assicurando un successo inaspettato alla sua ideatrice: Alice Basso. Giovane, esplosiva e con una risata contagiosa, abbiamo incontrato Alice al Salone del Libro con il secondo capitolo delle avventure di Vani: Scrivere è un mestiere pericoloso, un titolo che potrebbe intimidire i giovani scrittori e invece..
Iniziamo a parlare di Vani, la protagonista dei tuoi romanzi, come è nata e dove vuoi arrivare con lei?
Io ho subito pensato, come a tutti quelli che amano scrivere, di scrivere una serie e non limitarmi a un solo libro, infatti si capisce già dal primo libro che pur avendo un finale molto autoconclusivo però si capiva che volesse essere il primo di una serie. Vani nasce da una piccola parte di me, meno rispetto a quello che molti credono, e da molte parti di persone che conosco. Vani fa quasi il mio lavoro in un ambiente molto simile al mio, poi è ispirata moltissimo a una mia amica che da giovane era davvero come lei. In realtà come tutti i personaggi del libro è volutamente caricaturale, ma nonostante questo sono molto affezionata a lei e mi piace scrivere di lei..è molto liberatorio.
Hai in mente altre storie al di fuori delle avventure di Vani?
Nella mia mente ho un turbinio di idee però ho ancora molti aspetti di lei che mi piacerebbe raccontare, per cui per ora mi dedico solo a Vani.
Vani è una di professione, cosa pensi della figura dei Ghostwriter è da considerarsi positiva o negativa nel mondo dell’editoria?
Sono delle figure che mi ispirano moltissima compassione, non saprei dirti se positive o meno perché freddamente uno potrebbe pensare che se non ci fossero sarebbe tutto più sincero, però non esisterebbe metà della letteratura odierna. Io credo che siano bravissimi e che si facciano le ossa con un settore in cui è veramente difficile emergere. È un mestiere che denota passione per questo settore e per questo hanno tutta la mia stima. soprattutto perché nell’editoria si lavora tanto per passione.
Essendo una scrittrice che lavora in una casa editrice hai la possibilità di vivere questo mondo editoriale a 360°, da quale delle due parti preferisci stare?
Infatti l’idea di scrivere di questo mondo viene proprio dal fatto che lavorando in questo settore mi è bastato guardarmi intorno per trovare l’ispirazione ritrovo immersa nella in tanto di quel materiale che non puoi non scrivere! Quale parte preferisco? Beh, scrivere mi fa sentire benissimo e ti riempie di soddisfazioni, mi piace poter dire “io faccio la scrittrice”. Però ammetto che anche il mestiere dell’editor non è male, entri in contatto con un sacco di gente ed è stimolante.
Abbiamo visto che la scrittura è praticamente la tua vita, che consigli dai a chi ha questo sogno nel cassetto tenendo conto che il tuo ultimo romanzo si intitola “scrivere è un mestiere pericoloso”?
Sottolineo che questo titolo non dev’essere assolutamente un deterrente e nasce da una battuta del libro! A chi vuole scrivere io consiglio di buttarsi, di leggere tanto, e poi ci sono un sacco di piccoli consigli per “vendersi bene” imparando magari a scrivere delle buone lettere di presentazione. Ci sono moltissimi consigli che si possono dare, soprattutto quelle persone che scrivono ma che non hanno nessuno dall’esterno a guidarle dentro a questo mondo. Io lavoro in questo mondo ma non mi sento avvantaggiata, semplicemente conosco delle dinamiche ignote a chi non lavora nell’editoria, io so cosa vogliono sentirsi dire gli editori e come renderti interessante ai loro occhi.
Quindi se tu non lavorassi nell’editoria credi che saresti riuscita comunque a pubblicare i tuoi romanzi?
Credo che sarei nei panni di questi ragazzi che non sanno come farsi sentire, la mia fortuna è stata che lavorando dall’altra parte della scrivania sapevo cosa a me valutatore sarebbe interessato leggere. Ovviamente riconosco questa mia fortuna, e credo che ci avrei messo un sacco a pubblicare il primo libro, L’imprevedibile caso della scrittrice senza nome che ha avuto un successo inimmaginabile per me!
Da divoratrice di libri prima e scrittrice poi quali letture consiglieresti ai nostri lettori?
Un ottima scuola per scrivere libri avvincenti e interessanti è leggere tanti libri per ragazzi perché devono far breccia in una delle categorie più delicate, e hanno una padronanza degli artifici della narrazione incredibile. Un buon libro per ragazzi è molti istruttivo, poi a me personalmente piacciono i libri con un filo di ironia.