Verso la notte – Håkan Nesser

Titolo: Verso la notte
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Carmen Giorgetti Cima
Pagine: 336
Prezzo: € 20,00

Ancora una volta Håkan Nesser ci porta nell’immaginaria, e realissima, cittadina di Kymlinge nel Sud della Svezia, la sua personale Vigata come nei romanzi di Andrea Camilleri. Siamo a maggio del 2022 e lo spettro del Covid19 ancora volteggia sull’Europa accanto alla guerra fra Russia e Ucraina e alle altre sgradevolezze che infestano la Terra. 

Nella sua casa di Kvarnbo, in una zona residenziale chiamata Le Passere Solitarie per l’alto numero di donne sole che vi abitano, l’insegnante di scienze motorie e matematica Allan Fremling sta valutando i compiti dei suoi studenti in vista della fine dell’anno scolastico. Un’attività lunga e faticosa nella quale applicare la sua ben nota severità mentre i morsi della fame, vista l’ora tarda, si fanno sentire. Contro le sue abitudini salutiste ordina al telefono una pizza e una Coca all’Oriental Pizza. Gli saranno fatali. Al suo arrivo, il fattorino Jaromir non otterrà risposta. Allan è stato ucciso con tre colpi di pistola e giace in una pozza di sangue nell’ingresso, dietro la porta chiusa. Dell’indagine viene incaricato dal capo della Omicidi Stigman il commissario Borgsen – che tutti chiamano Sorgsen per la sua perenne espressione triste. Separato dalla moglie Camilla, ha un passato – come i lettori scopriranno – tutt’altro che allegro e in più soffre di long Covid, una sindrome comune fra coloro che, avendo contratto il virus in modo grave ed essendo sopravvissuti, ne portano ancora le stigmate: perenne stanchezza, emicranie, momenti di confusione mentale. Ma Borgsen ha il vantaggio di vivere a pochi metri di distanza dal luogo dell’omicidio e dunque, chi meglio di lui, peraltro noto come impeccabile investigatore? Ad affiancarlo, insieme ad altri della Omicidi, i suoi vecchi colleghi e amici Gunnar Barbarotti e Eva Backman, una coppia sul campo e nella vita. 

Un omicidio, quello del prof. Fremling, davvero inspiegabile tanto che qualcuno dei poliziotti ventila l’ipotesi di un random killer. E se si conosce il mezzo – una pistola 9 millimetri come il calibro dei proiettili Luger usati – il movente è incomprensibile. Certo, durante una visita della polizia alla scuola Kvarnboskolan dove Fremling insegnava da circa tre anni, salta fuori che lui non era certo dolce di sale con i suoi alunni, ma ipotizzare che a farlo fuori sia stato uno di loro o un collega, rasenta l’assurdo.

Parallela all’indagine corre la vicenda del quindicenne Erik Burman, da non molto trasferitosi a Kymlinge nella stessa zona residenziale di Kvarnbo, con la madre Emma e la sorella quasi diciottenne Josefine. Un ragazzo strano – quello non è normale, ha affermato un tempo sua sorella – solitario e silenzioso. Un ragazzo che ha patito la separazione dei genitori, il nuovo matrimonio del padre molto amato e l’arrivo nel Sud del Paese, lui che adorava il suo Norrland natio. Nella scuola che ha iniziato a frequentare, la Kvernboskolan, viene ben presto bullizzato dal piccolo boss Jimmi Kringman, ma subisce in silenzio. Eppure qualcosa si agita nel suo animo di adolescente: una voglia di giustizia, di equanimità, persino l’idea che uccidere non sia sbagliato ma, in certi casi, un dovere sociale per liberare il mondo da persone nocive e sgradevoli. Idea che trova riscontro nei libri gialli che legge con avidità e nei crudi discorsi dell’insegnante di storia e svedese Carolina Otter. 

Finché, il 30 aprile, nella notte di Valpurga, in giro per la città da solo, Erik trova in una casa abbandonata una borsa e nella borsa una pistola Beringer B18 e relativi proiettili.

Dopo Fremling, anche il personal trainer Birger – Biggy – Svensson viene ucciso a colpi di pistola e la polizia, è il caso di dirlo, brancola nel buio. Molte cose, però, devono ancora accadere, come i lettori scopriranno, e alla fine sarà grazie alla tenacia di Borgsen e all’intuito di Barbarotti e Backman che si verrà a capo dell’indagine.

Come sempre Nesser mescola la vicenda gialla, sapientemente costruita nella sua crudezza e dolore, con la vita quotidiana dei suoi personaggi, con i racconti sul loro passato, i pensieri, le considerazioni, le convinzioni che si agitano nelle loro menti. C’è l’incrollabile fede in Dio di Gunnar Barbarotti, un Dio con il quale il nostro dialoga come il don Camillo di Guareschi, il suo desiderio di andare in pensione e ritirarsi sull’isola di Gotland insieme a Eva Backman perché è verso una notte oscura che il mondo si sta avviando; i malesseri e la cocciutaggine di Borgsen; la logica confusa e distorta del giovane Erik. Su tutto aleggia lo spettro della guerra vicina, il cambiamento climatico, il degrado del sistema educativo, la disgregazione familiare.

Ma Nesser sa anche essere arguto e ironico, tenero e gentile. E se lo apprezziamo come merita dobbiamo dire grazie all’impeccabile traduzione della formidabile Carmen Giorgetti Cima.

Francesca Battistella

Francesca Battistella (Napoli, 1955) si è laureata in Antropologia Culturale nel 1979 alla Federico II di Napoli e ha conseguito un Master nella stessa materia presso la Auckland University, Nuova Zelanda, nel 1982. Ha lavorato come Lettrice d’Italiano e Storia Contemporanea nella stessa università nel 1983 e nel 1984. Tornata in Italia è stata traduttrice dal francese e dall’inglese per l’Istituto di Studi Filosofici di Napoli e in seguito per dieci anni segretaria di alta direzione, promoter, editor e organizzatrice di eventi presso la società INNOVARE, gruppo Banco di Napoli. Dal 2008 vive e lavora a Lugano, Svizzera. Negli anni ha pubblicato il romanzo storico Gli esuli (2004), un giallo Il parco delle meraviglie (2006), un noir Re di bastoni, in piedi, una trilogia gialla ambientata sul lago d’Orta che comprende La stretta del lupo (2012), Il messaggero dell’alba (2014), La bellezza non ti salverà (2016) e ancora un noir La verità dell’acqua (2019). Gli ultimi cinque libri per la casa editrice Scrittura&Scritture. Scrive recensioni per Gli amanti dei libri, la rivista Airone (Cairo editore) e Luoghi di libri.

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