Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Giovanni Zucca
Pagine: 288
Prezzo: € 20,00
Luke Crosswhithe ha diciannove anni e sta tornando a casa. O, per meglio dire, nell’unico luogo al mondo che può chiamare casa, una vecchia magione malandata e circondata da rottami di ogni tipo nel paese di Devore poco lontano da San Bernardino in California, nell’Inland Empire. Lì vive lo zio Del, fratello del padre di Luke, Big Bobby, al momento in galera, insieme alla moglie Kathie e al resto della banda di Combine, un gruppo di malviventi impegnati nel furto di ricambi d’auto, nello spaccio di droga e in altre criminose attività. Luke ha lasciato quei luoghi all’età di sette anni dopo aver assistito a un evento di inaudita violenza di cui è stato responsabile suo padre. Preso in carico dalla madre in Colorado – una tossica partita da Devore già da tempo – e dai parenti di costei, crescendo ha scelto di iscriversi all’università, ma le cose non sono andate come Luke avrebbe voluto. Il trauma dell’infanzia lo perseguita, lo paralizza, lo isola per lunghi periodi dal resto del mondo. Finiti i soldi, l’unica cosa che gli rimane è tornare dove tutto ha avuto inizio senza sapere davvero cosa lo aspetta. Con il padre non ha più rapporti e l’accoglienza che riceve a Devore non è certo calorosa. La zia Kathie lo sistema in una vecchia roulotte. La sua stanza ora è occupata da uno della banda, Curtis, tatuato e palestrato all’inverosimile, il numero due del Combine. Eppure, nonostante il suo aspetto gracile e allampanato, gli occhi vuoti e la paura che ancora gli si legge in viso, Luke resta, a tutti gli effetti, l’erede designato per guidare, un giorno, la banda, il figlio del re Bobby la cui reggenza è temporaneamente affidata all’astuto zio Del. Perché, nonostante sia in prigione, è ancora Big Bobby a compiere le scelte significative che riguardano i Combine. Ecco la famiglia di Luke il cui motto è “il sangue è amore” e il cui simbolo è un cuore nero tatuato sul petto di ciascun membro in corrispondenza del cuore vero. Un simbolo inciso con un inchiostro mescolato alle ceneri di John Meadows, uno dei primi membri del Combine ad essere ucciso. Luke ritrova Callie Gifford, amica d’infanzia, nipote di John Meadows, e il suo compagno Pretty Baby, legati da un amore che rasenta la disperazione, desiderosi di fuggire da quella vita e da quei posti desolati e soggetti a periodici e devastanti incendi. E Luke deve scegliere: restare ai margini o diventare uno della famiglia? Ingoiare i ricordi, il terrore, la sensazione di vuoto che lo assillano e trasformarsi in un essere capace di brutalità, violenza e barbarie pur di difendere affari e territorio del Combine. Sceglierà, come tutti si aspettano, la seconda opzione e quando la banda verrà minacciata dai rivali Aryan Steel del feroce Daniel Beast, famoso per l’orrore dei suoi delitti e proprietario di una fabbrica di stupefacenti, si farà promotore della resa dei conti. Luke pagherà cara la sua trasformazione. Dovrà vedersela con inganni e bugie all’interno del Combine e con quella parte ferina di sé che non voleva ammettere di possedere.
Jordan Harper ha il grande talento di raccontarci una storia di degrado, violenza, sopraffazione e brutalità con un distacco esemplare; ci presenta personaggi densi di immoralità e ferocia, tossici per droghe e nei rapporti umani eppure legati in modo indissolubile alla ‘famiglia’ che hanno creato, unico appiglio di vite alla deriva. Ha infine l’abilità di entrare nella mente e nel modo di guardare la realtà di persone che solo in apparenza sentiamo lontanissime da noi, ma che popolano il nostro mondo, forse sfiorandoci in luoghi pubblici o solo sui notiziari. Ma, come noi, sono esseri umani con sentimenti, pensieri, paure, angosce e ricordi, diversi eppure fatti della nostra stessa materia. Un grazie di cuore va all’ottima traduzione di Giovanni Zucca.


