La casa lungo il fiume ed altri versi – Enrico Cerquiglini

Titolo: La casa lungo il fiume ed altri versi
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 71
Prezzo: € 10,00

La poesia di Enrico Cerquiglini non si sottrae all’impegno di scavare nell’ordine delle cose di un quotidiano che è sempre politico.

Cerquiglini è un poeta civile che davanti allo schianto azzarda parole e denuncia con consapevolezza tutto quello che è andato storto.

La casa lungo il fiume ed altri versi è il nuovo libro del poeta umbro.

Una poesia strutturata, solida, da leggere tra le righe: la prima parte è un poema che dà il titolo al volume, segue la seconda con una manciata di versi sparsi.

Nel poema il poeta entra nelle stanze della vita, scrive dell’enorme inquietudine che diventa angoscia, scarnifica la parola fino a raccontare l’inferno dei viventi che non necessita di preghiere.

Abbiamo davanti a noi un poeta che non ha  paura di indossare i panni di un cecchino: i suoi versi sono proiettili che si conficcano nelle carne, le sue parole senza mediazione squartano, tagliano, colpiscono a fondo e fanno male.

«Ho ancora gli artigli che scavano il cranio, / i brividi dolorosi del sangue».

Dalla casa lungo il fiume il poeta entra nella grande notte del mondo e con le sue divagazioni incendiarie nuota nelle acque torbide del marcio, inventa una lingua rovente per massacrare il suo tempo nell’agonia della Storia.

«Trema l’universo, trema di buio, / esplode di luce prima delle tenebre, / prima del ritorno della luce del giorno».

La casa lungo il fiume ed altri versi è un libro che dentro ha una sua specifica deflagrazione. Il poeta urla l’orrore del sangue, si indigna davanti allo spettacolo indecoroso di un Occidente che smesso di lottare, non perde la facoltà di vedere e chiamare le cose con il loro nome.

Enrico Cerquiglini è un poeta onesto e dalla casa lungo il fiume con la consapevolezza di una coscienza in stato di vigilanza entra nella deriva del mondo, sa di farne parte anche lui ed è per questo che l’abisso lo affronta senza risparmiare alle parole un necessario sanguinamento.

«Apro le mie braccia, lo stringo / mi restano tra le braccia i suoi panni / sanguinanti e una ciocca di capelli / con un frammento di cranio attaccato».

Nessuna consolazione, il poeta abita le parole che pensa e scrive e non rinuncia a essere chiaro nel disincanto quando la ragione si frantuma e non c’è scampo per la speranza e tutto sta scivolando nel baratro dell’annientamento degli anni.

«Il resto è accademia, letteratura spicciola».

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