A mani nude – Marina Visentin

Titolo: A mani nude
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 392
Prezzo: € 19,00

A febbraio, in una Milano spazzata dal vento, si muovono il vicequestore Giulia Ferro e l’ispettore capo Alfio Russo all’inizio di una delle indagini più complesse e aggrovigliate della loro carriera. Tutto comincia al Cimitero Monumentale, un luogo che Giulia ama per la bellezza dei monumenti, per la quiete e i viali. 

Guido Andrea Del Corno, ultimo rampollo settantenne di una ricchissima famiglia milanese, si è impiccato accanto alla tomba di famiglia che aveva da poco accolto le spoglie mortali del vecchissimo padre Adalberto Maria. Un patente caso di suicidio, come decreta il sostituto procuratore Cardini.

Neppure il tempo di approfondire la cosa che Giulia e Alfio devono tornare alla base: quasi in contemporanea al ritrovamento di Del Corno, anche dal naviglio è saltato fuori un morto. È Federico Luini, un mezzo barbone, pestato a sangue da una banda di sudamericani e gettato in acqua. Luini, però, ha un passato davvero inquietante e “una fedina penale lunga un chilometro” come scopre Alfio scorrendo al computer il fascicolo del morto. Dentro e fuori dalle patrie galere per anni e anni, il Luini aveva militato a metà degli anni ‘70 nelle fila dell’Autonomia ed era stato arrestato insieme ad altri per il rapimento, culminato con la morte, di Enrico Frattosio e poi ancora incolpato e infine scagionato per l’omicidio di Rosa Albrizzi, anche lei nel commando che aveva portato a termine il rapimento. 

Intanto, per la morte di Luini si prende la colpa uno dei sudamericani, un minorenne, perfetto capro espiatorio. Dunque, anche questo secondo caso viene chiuso, ma a Giulia, spinta dall’istinto, resta la curiosità di dare un’occhiata alla casa di Del Corno, l’impiccato. A riceverli il cugino e avvocato Giovanni Reboli, da tempo amministratore delle sostanze della famiglia Del Corno. Un palazzetto sontuoso, un’appartamento, quello del defunto, ricco ed elegante, ma a colpire Giulia sono una serie di foto di una bellissima ragazza della quale il Reboli sembra sapere poco. Forse è la Tota, Maria Vittoria Spallanzani, carissima amica di Guido, mille viaggi insieme, ville vicine a Portovenere. È davvero lei? Giulia è perplessa. 

E lo è ancora di più quando nel suo ufficio si presenta un singolare personaggio che sostiene di conoscerla da quando era bambina. È Valerio Vitaliani che si fa chiamare Vitalo, un vecchio amico di suo padre Rino Ferro, militante anche lui in Autonomia quando Giulia era piccola. Per lei, un tuffo in un passato sgradevole e doloroso. Vitalo ritiene che dietro la morte del Luini, che lui conosceva bene, ci sia molto di più di una banale rissa per ubriachezza. E poi, che senso ha che Chicco Luini, che abita dalla parte opposta di Milano, sia andato a ubriacarsi proprio lì sul naviglio per finire ammazzato? E Giulia lo sa che il Luini e Del Corno si conoscevano? Che nel passato avevano militato insieme nell’Autonomia? La perplessità di Giulia aumenta quando Vitalo le dice che ha intenzione di indagare frugando nelle carte di un investigatore privato, Tommaso Calcaterra, morto cinque anni prima in Liguria in uno strano incidente d’auto. Stava svolgendo un’indagine per Del Corno e Vitalo vuole scoprire su chi o cosa. Invece d’improvviso sparisce e lo ritrovano morto, in apparenza per overdose, nella casa della sua ex moglie Michela Valenti – lei vive ormai a Rimini, ma sono rimasti in ottimi rapporti e che Vitalo fosse un drogato, sostiene la donna, è impossibile! Grazie a Veronica, figlia di Calcaterra, Giulia e Vito entrano in contatto con Gigi Marchetti, fotografo per l’investigatore. Costui li informa che i vecchi Del Corno e Frattosio erano parenti, per l’esattezza cognati, due industriali che avevano fatto i soldi con i prodotti chimici a Melegnano e si erano arricchiti durante il fascismo e la guerra. Dunque i figli, Andrea Del Corno ed Enrico Frattosio, erano cugini, tutti militanti di Autonomia, tutti rivoluzionari – si fa per dire – negli anni ‘70. E il rapimento doveva essere fasullo, solo un mezzo per racimolare soldi per la causa. Peccato che l’Enrico alla fine si fosse tirato indietro e avessero dovuto stordirlo con il cloroformio sbagliando dose e ammazzandolo. Ma il riscatto era stato comunque pagato e il corpo trovato solo anni dopo. Tutti i membri del ‘commando’ erano stati arrestati. Tutti, come si scoprirà in seguito, tranne uno.

Difficile legare fra loro gli eventi, gli indizi e i cadaveri – ormai tanti, troppi, come in una sanguinosa catena di Sant’Antonio che dura da cinquant’anni – e dare un senso non solo alla morte di Luini e Del Corno, ma anche a quella di Rosa Albrizzi, uccisa quasi vent’anni prima, a quella di Vitalo e Calcaterra. Sembra una missione impossibile per Giulia, Alfio e la loro squadra, eppure…

Chi ha letto i precedenti libri della Visentin che vedono protagonista Giulia Ferro avrà modo di apprezzare l’evoluzione del personaggio, una crescita indiscutibile, una nuova profondità nel vedere e sentire gli altri. Ancora preda dei demoni e dei fantasmi del suo pesante passato, Giulia qui si racconta, si svela, sembra persino recuperare il rapporto con il padre: due figure speculari e tormentate, le cui parole si sovrappongono nella fatica del comunicare.

Densi e intensi i dialoghi con Alfio e martellanti quelli legati agli interrogatori, estremamente realistici. Non ci sono parole sprecate o usate invano nei libri di Marina Visentin. Complessa la trama che ci riporta a quegli anni ‘70 del secolo scorso confusi e violenti dove ideali, politica, servizi segreti deviati, terrorismo, noia generazionale e false o distorte illusioni si mescolavano in un groviglio inestricabile causa di tante morti, vite gettate al vento e dolore mai davvero metabolizzati.

E per finire c’è la città di Milano come solo l’ottima penna di Marina Visentin riesce mirabilmente a restituirci nello scorrere delle stagioni.

Francesca Battistella

Francesca Battistella (Napoli, 1955) si è laureata in Antropologia Culturale nel 1979 alla Federico II di Napoli e ha conseguito un Master nella stessa materia presso la Auckland University, Nuova Zelanda, nel 1982. Ha lavorato come Lettrice d’Italiano e Storia Contemporanea nella stessa università nel 1983 e nel 1984. Tornata in Italia è stata traduttrice dal francese e dall’inglese per l’Istituto di Studi Filosofici di Napoli e in seguito per dieci anni segretaria di alta direzione, promoter, editor e organizzatrice di eventi presso la società INNOVARE, gruppo Banco di Napoli. Dal 2008 vive e lavora a Lugano, Svizzera. Negli anni ha pubblicato il romanzo storico Gli esuli (2004), un giallo Il parco delle meraviglie (2006), un noir Re di bastoni, in piedi, una trilogia gialla ambientata sul lago d’Orta che comprende La stretta del lupo (2012), Il messaggero dell’alba (2014), La bellezza non ti salverà (2016) e ancora un noir La verità dell’acqua (2019). Gli ultimi cinque libri per la casa editrice Scrittura&Scritture. Scrive recensioni per Gli amanti dei libri, la rivista Airone (Cairo editore) e Luoghi di libri.

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