L’incoscienza di Badalà – Vladimir di Prima

Titolo: L'incoscienza di Badalà
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 192
Prezzo: € 16,00

Vladimir Di Prima dopo Il buio delle tre torna a raccontare le peripezie picaresche di Pinuccio Badalà che vuole solo esistere, avere dignità di scrittore e accedere a quell’ambita lotteria di chi si gioca l’unico premio: l’eternità dei grandi, e ancora una volta ci consegna un ritratto fedele e spietato dei cosiddetti salotti buoni della cultura e del corrotto mondo editoriale nostrano.

L’incoscienza di Badalà è il nuovo romanzo dello scrittore siciliano in cui ritroviamo l’eclettico personaggio da lui inventato che senza alcuna rassegnazione insegue ancora il suo sogno, quello di essere pubblicato da una grande casa editrice che possa consacrarlo tra i grandi scrittori italiani.

Pinuccio passa le sue giornate a coltivare i propri fallimenti, vive sulla sua pelle il disordine degli affetti senza mai abbandonare la speranza che in un certo modo lo tiene in vita, quella di poter pubblicare con un grande editore.

Senza mai rinunciare a una schiettezza deflagrante, Di Prima ci mostra il caos emotivo di Pinuccio Badalà,  descrive nei minimi dettagli l’umanità derelitta che frequenta, entra nel suo stato d’animo inquieto e perplesso che cerca disperatamente di fare i conti con se stesso.

Le cose si complicano e si fanno interessanti quando l’aspirante scrittore riceve via mail una convocazione misteriosa da un gruppo editoriale che lo convoca a Milano.

Nonostante il parere contrario del suo amico il maestro Magazù, Pinuccio decide di partire e raggiungere Milano, pensa che questa potrebbe essere l’occasione che aspettava.

Nel capoluogo lombardo il romanzo decolla e anche qui come nella sua Sicilia Badalà sarà il protagonista indiscusso di vicende esilaranti e di peripezie grottesche fino al colpo di scena finale.

Di Prima ne L’incoscienza di Badalà resta fedele alla cifra della sua vocazione di scrittore autentico e tra le righe è forte il suo sentimento di denuncia nei confronti del sistema editoriale italiano e della ricerca forsennata del consenso e attraverso il personaggio di Pinuccio Badalà dà ancora una volta voce agli scrittori che pur meritando restano invisibili perché il sistema rincorre sempre il marketing e non la qualità.

Con una scrittura che taglia come una lama, Di Prima è pungente, sempre poco accomodante nell’essere indignato e soprattutto è coraggioso, e lo fa con un’ironia straordinaria, nel denunciare le contraddizioni del nostro mondo editoriale attraverso la sorte infelice di Pinuccio Badalà, un personaggio indimenticabile, dolente, malinconico che diventa lo specchio di un mondo compromesso e marcio.

Il finale è originale e chiama in causa  le ragioni di Sei personaggi in cerca d’autore: l’intreccio tra la finzione e la realtà crea un legame forte tra l’autore e il suo stesso personaggio, i piani narrativi si confondono, tutto appare e scompare, tutto prende forma e allo stesso tempo svanisce. Un finale degno di Pirandello e Sciascia.

Di Prima è un fuoriclasse della narrativa contemporanea, uno scrittore che con il suo lettore stringe un patto di lealtà e non lo tradisce mai, mostrando un talento naturale e sincero lontano dalle pratiche dell’affabulazione mestierante e dalle calcolate ricerche premeditate di un consenso.

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