
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 248
Prezzo: € 18,00
Napoli, fine ‘800, bosco della Reggia di Capodimonte. Aniello Lubrano, detto Biancolella, guardiano del bosco e della Reggia, afflitto da una forma di sciatica, si vede costretto a uscire di casa in una notte di tempesta per controllare che tutto sia a posto nei possedimenti reali. Da poco in città c’è l’illuminazione elettrica delle strade, ma il vento ha distrutto molte lampade determinando il ‘grande oscuramento’. Biancolella controlla la grande gabbia dei fagiani – i ‘cinesini’ come li chiama sua moglie Chiarastella – si aggira fra gli alberi e gli pare di vedere un fantasma. Tremante di paura vorrebbe fuggire quando incappa nel corpo di una giovane donna morta. Accanto alla bellissima, elegante e diafana creatura cocci di porcellana.
Il giorno dopo, mentre si contano i danni della tempesta, Matilde Serao, scrittrice, giornalista e direttrice, insieme al marito Edoardo Scarfoglio, del massimo quotidiano del Sud Il Mattino, langue nel suo ufficio. Da poco è tornata dalle ferie in Val d’Aosta. Lì ha incontrato la Regina Margherita, con lei ha passeggiato lungo i sentieri di montagna, ma lungi dall’essere rinfrancata dalla vacanza, appare sciupata e abbattuta come nota il suo caporedattore Giulio Scalinger, segretamente innamorato di lei. La notizia della morte della ragazza a Capodimonte non sembra scuoterla dalla sua abulia. Due dolori la tormentano: l’ennesimo tradimento del marito, stavolta con l’attrice francese Gabrielle Bessard, e l’improvvisa interruzione della sua nascente storia d’amore con il poeta spiantato Mario Giobbe. Quand’ecco che suona il nuovo campanello elettrico fatto installare negli uffici da Scarfoglio per convocare i giornalisti e Matilde deve recarsi da lui. La sua richiesta di scrivere uno sciocco pezzo di costume trattandola come se nulla fosse accaduto nel loro traballante matrimonio la manda in bestia e, mentre torna nel suo appartamento di Palazzo Ciccarelli di Cesavolpe dove l’aspettano i quattro figli maschi e la fidata domestica Checchina, medita sul delitto di Capodimonte. Poco prima, nel corso di una passeggiata al Chiatamone, ha incontrato il capitano dei Regi Carabinieri Barbatello che ha richiesto il suo aiuto nelle indagini e le ha segnalato la somiglianza fra la morte della ragazza e un’antica leggenda da Matilde stessa riportata nel suo libro Leggende napoletane. In più, ‘a signora crede di aver visto, proprio al Chiatamone, il proprio doppio e si domanda chi possa essere quella donna con un Gibus in testa.
Matilde Serao, ‘a signora come tutti la chiamano, parte alla carica con la sua personale inchiesta. Nella chiesetta di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte raccoglie la testimonianza di don Agatino e scopre che la morta è Maria Carolina Micheroux, di nobile famiglia di origine vallona notissima in città. Aveva un fidanzato, il cavalier Giuseppe Froio impiegato nel Reale Istituto di Incoraggiamento per le scienze naturali al momento impegnato in una ricerca per la produzione del vino regione per regione. E Froio di recente si era scontrato per motivi legati al lavoro e al denaro con il cavalier Francesco Conca, messer Lumino, Direttore della Società Generale per l’Illuminazione, quella responsabile del ‘grande oscuramento’ durante il quale è avvenuto il delitto. Un possibile movente per l’omicidio? Conca ha ucciso la ragazza per danneggiare l’avversario? E poi, d’improvviso, il capitano Barbatello annuncia a Matilde l’arresto del colpevole. Anzi, della colpevole: una povera ragazza muta che vive nel grande Albergo dei poveri. Possibile che sia stata lei? E perché mai dovrebbe aver ucciso Maria Carolina? Ovvio che per ‘a signora la cosa non finisce qui! Ci fermiamo invece noi per non rovinare ai lettori questa seconda parte del libro, ricca di sorprese e colpi di scena davvero ben piazzati.
Massimiliano Virgilio, napoletano, scrittore e sceneggiatore per il cinema e la televisione, ha incontrato Matilde Serao sui banchi di scuola e finalmente è riuscito a farla rivivere in una serie di romanzi di cui questo è il secondo. Molti i personaggi che ci appaiono e tra questi è presente persino Eleonora Duse in qualità di amica della Serao e suo occasionale aiuto nelle indagini. Molti anche i piani di lettura di questo magnifico giallo, piani che toccano il lato sociale e politico della città, la creazione – nulla è cambiato! – di quelle che oggi chiamiamo ‘fake news’, i rapporti personali, l’amore e la condizione della donna in quel periodo storico. Ma anche qui, duole dirlo, sembra che il tempo sia passato solo in parte. Ottima la scrittura, pungenti i dialoghi, travolgente la trama.