Festival letterario “Riflessi sul Lago” 2025: scrittori, giochi e libri antichi (con odore di lago)

C’è chi al sabato mattina va al mercato, e chi invece decide di infilarsi in una ex chiesa sconsacrata – la Galleria San Giuseppe di Riva del Garda – per passare dieci ore a incontrare autori, parlare di scrittura, ridere di giochi letterari e discutere di romance storico come se fosse una partita di Champions League. (Spoiler: è stato meglio della Champions).

L’ottava edizione di “Riflessi sul Lago” (festival dedicato alla scrittura e all’editoria che si è svolto Sabato 6 Settembre e promosso dall’Associazione Siderea acg) si è aperta con le tele visionarie di SIMO, che hanno subito messo in chiaro una cosa: qui non si scherza. O meglio, sì, si scherza, ma con arte. Il primo scrittore che ha “aperto le pagine” (perdonate la scimmiottatura del famoso detto “aprire le danze” ma mi sembrava più indicato) è stato Alessandro Chiometti, fresco di raccolta fantascientifica per Isenzatregua Edizioni. Chiometti non si è limitato a dare consigli: ha fatto una vera panoramica da enciclopedia punk, saltando dalla fantascienza all’horror al comico, leggendo pezzi immortali e spiegandoli con quella passione che ti fa pensare: “Ah, quindi leggere non è solo soffrire al liceo”.

Poi è arrivato Lorenzo Martinelli con il suo gioco letterario. In pratica: carte alla mano, ognuno doveva inventare titoli di romanzi improbabili. Risultato? Una sfilata di titoli così assurdi che qualcuno avrebbe anche voglia di leggerli davvero. Il bello è che le carte funzionano anche come strumento per il brainstorming (cioè: se sei in crisi da pagina bianca, invece di piangere puoi pescare una carta). Martinelli ha pure consigliato giochi linguistici utili a scrittori, insegnanti e a chiunque voglia scoprire se il proprio vocabolario è più ampio di quello di un criceto.

Nel pomeriggio, Angelo Bilotti ha parlato di ironia in letteratura, e intanto presentava Incontri ravvicinati di uno strano tipo. Spoiler 2: funziona. Perché far ridere senza sembrare un comico da villaggio turistico è un’arte da equilibristi, e lui ha il filo giusto. per riportarci coi piedi per terra (strano modo di dire visto che viaggiavamo nella terra dell’immaginazione) è stato Giancarlo Narciso, che non solo ha dispensato consigli di carriera ma ha anche raccontato aneddoti da giornalista. Tipo quelle storie che potresti raccontare al bar ma che, dette da lui, diventano un piccolo manuale di sopravvivenza per scrittori.

La chiusura “col botto” l’ha messa Giuseppina Mellace. Non solo scrittrice di romance storico (Tre donne su Garda, ed è già un titolo che sembra la colonna sonora di un film), ma anche storica vera: ha scritto un voluminoso (quanto accurato) sulle Foibe e presto uscirà il suo libro sul trattato di Osimo. Tutti testi apolitici, ma con un focus chiaro: le donne. Perché la storia le ha spesso dimenticate, e oggi – tra maltrattamenti e revenge porn – recuperarle non è solo un gesto letterario, è un atto necessario.

E mentre i lettori votavano i loro libri preferiti, c’erano nove editori in gara, tre dei quali con stand e autori pronti a firmare copie come rockstar della parola. Ciliegina sulla torta: lo stand dello Studio Bibliografico Benacense, che ha tirato fuori libri antichi da lasciare a bocca aperta (e anche una bancarella di occasioni, per chi voleva portarsi a casa un pezzo di storia senza vendere un rene). La giornata si è conclusa con la proclamazione degli scrittori vincitori del contest “Riflessi sul lago” e con l’elezione del

Insomma: Riflessi sul Lago non è stata solo una manifestazione letteraria. È stata una giornata in cui il tempo si è fermato, il lago ha fatto da specchio e gli scrittori da megafono. E quando sei uscito dalla Galleria San Giuseppe, tra l’odore di pietra antica e carta nuova, ti sei ritrovato con una certezza: l’anno prossimo torni. Perché sì, ci sono i libri. Ma soprattutto ci sono le persone, come Lorenzo Bernasconi editor e promotore dell’evento, che li rendono vivi.

Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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