
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 369
Prezzo: € 18,90
“L’interpretazione dei tarocchi consiste nell’osservazione: bisogna saper cogliere i dettagli e metterli in relazione, come se fossero indizi. È un lavoro di analisi in cui, a partire da un insieme di particolari, si deve ricostruire un quadro generale. Proprio come nel mestiere dell’investigatore.” (pag. 282)
Dunque, i tarocchi non predicono, come molti credono, il futuro, ma si limitano a fornire degli indizi, delle chiavi da interpretare e qui sta la bravura di chi li legge. Questo è il dono o, se preferite, l’abilità di Maia Bellini la cui vita non è certo stata facile. Diplomata all’Accademia di Belle Arti a Trieste, dov’è la storia si svolge, ha decorato per un periodo ceramiche. Poi, la malattia e la morte della madre, il naufragio del suo matrimonio, la perdita dell’impiego l’hanno spinta a cercare lavori di ogni tipo pur di sopravvivere, incluso quello di leggere i tarocchi a pagamento. Maia ha addirittura creato il proprio mazzo di carte, lo ha disegnato e fatto stampare nella speranza, un giorno, di poter rivendere la sua creazione e trarne un profitto. Ma qualcosa è successo tre anni prima degli attuali eventi. Qualcosa di così terribile da spingerla a bruciare quel mazzo di tarocchi e abbandonare per sempre l’arte della loro interpretazione.
Per le tristi vicende della sua vita, Maia si è anche allontanata, forse per sempre, dalla sorella minore, Emma, commissario di polizia. A farle incontrare di nuovo la strana morte di un famoso agente immobiliare, un tempo ricchissimo e poi caduto in disgrazia per il vizio del gioco e l’uso di droghe. Alfredo Ottolini è precipitato dall’ultimo piano di un palazzo in costruzione. Suicidio? Forse, ma allora come mai sul suo cadavere viene rinvenuta una particolare carta dei tarocchi? Una carta che appartiene al mazzo distrutto tre anni prima da Maia. Emma è sbalordita e angosciata, Maia esterrefatta, eppure quella carta è innegabilmente una di quelle create da lei. E poco dopo Ottolini, tocca alla ex ballerina e comproprietaria di una famosa palestra, Nicole Ruzzier, massacrata nel suo appartamento. Anche su di lei una specifica carta dei tarocchi del mazzo di Maia. Da Roma arriva un consulente, il criminologo Cesare Bonasciuti convocato dal PM Silvestrin a capo dell’indagine. Emma non lo vede di buon occhio sempre più convinta che quelle carte di tarocchi siano solo un furbo sistema dell’ipotetico killer per depistare le indagini.
Maia, intanto, ha casualmente conosciuto Ricardo, proprietario della galleria d’arte Seamus Gallery e, attraverso un suo invito a una mostra, Antonia Tagliaferri, giovane e brava fotografa, figlia di un noto chirurgo plastico da non molto rimaritato con la contessa Rebecca Lattuada che Antonia non esita a definire un’arpia. Fra Maia e Antonia scatta qualcosa e cominciano a frequentarsi. Ed è proprio durante una festa a bordo di uno yatch di proprietà di un caro amico di Antonia, Carlo Giraldi, che Maia conosce Katia Cipriani, regina indiscussa del mindful eating. Chiacchierano e si scambiano i numeri di telefono, ma quale sarà la sorpresa di Maia nello scoprire, il giorno seguente, che Katia è stata uccisa nella sua Villa proprio quella notte. Un cerchio perverso sembra stringersi intorno alla donna e la stessa Emma ormai ha difficoltà a sostenere l’innocenza di sua sorella. Cosa si nasconde in realtà dietro questi delitti? Cosa lega fra loro le vittime e come mai la parabola dell’esistenza di Maia ha finito per incrociare la loro? I tarocchi, interrogati di nuovo da Maia, non tarderanno a dare delle indicazioni, ma nessuna soluzione, naturalmente. Quella va cercata altrove: lontano da Trieste, nello spazio e nel tempo, e nei segreti che i morti hanno saputo così bene nascondere.
Interessante, inquietante e affascinante, l’ultimo lavoro di Barbara Baraldi non punta certo sull’esoterico, ma ci presenta attraverso i tarocchi un modo per indagare nel profondo di noi stessi con onestà e coraggio. Un giallo di tutto rispetto, dalla trama intrigante, condito da sapienti colpi di scena che non mancherà di tenere i lettori incollati alle sue pagine fino all’ultimo paragrafo.