
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 366
Prezzo: € 18,00
Credo non ci sia nulla di più inquietante che veder comparire sul proprio cellulare la scritta: segnale assente. Peggio di così c’è solo l’assenza di segnale nelle comunicazioni fra genitori e figli adolescenti, una cosa terribilmente comune ai nostri giorni, molto più che in passato. Ed è intorno a questo, ma non solo, che ruota l’ultimo poliziesco di François Morlupi dove i cinque di Monteverde, il commissario Ansaldo e i suoi sottoposti, si trovano a dover capire come e perché è morto un quindicenne:
“Anche Valerio Mazzotta era stato vittima della guerra… Una guerra subdola e invisibile che mieteva numerose vittime, causate dall’indifferenza di una società dove si era tutti più connessi ma al tempo stesso più distanti.” ( pag. 135)
Il cadavere del ragazzo è stato trovato sul tram numero 8 alla fine dell’ultima corsa in una Roma spazzata da un formidabile acquazzone. Possibile che nessuno si sia accorto prima dell’ingannevole immobilità di quella creatura sballottata per ore sul mezzo di trasporto pubblico? Possibile che gli esseri umani siano diventati così cinici e insensibili? Accanto al ragazzo uno zainetto. Dentro un chilo di pasticche di un terribile stupefacente tagliato male e in grado di uccidere. Proprio quello che è successo a Valerio. Obbligato da qualcuno? Chissà. I genitori, sconvolti, sostengono che mai aveva fatto uso di droghe, che quella sera era uscito per la festa di compleanno di Diego Cotta insieme agli altri due amici di sempre: il Leotto e il Berganz. Ma una ricerca dei nostri scopre che non c’è stata alcuna festa nella pizzeria indicata dai genitori del ragazzo. E allora cos’è successo? Quando i Ringo Boys, Di Chiara e Leoncini, e Eugéne Loy vanno alla scuola Morgagni per sentire Diego, costui fugge buttandosi da una finestra e finisce in ospedale. E poco dopo anche il giovane Leotto muore come Valerio. Il mistero s’infittisce e con esso la determinazione del commissario e degli agenti a far luce sull’orrore. Sostenuti dal questore Loprieno, illuminati dall’esperto di informatica Trombadori e informati sulle cause di morte dal dottor Righi, il commissario Ansaldo, il vice ispettore Eugéne Loy – fedelissima di Ansaldo – e gli agenti scelti Di Chiara, Leoncini e la bellissima e letale Alerami, andranno alla ricerca della verità cadendo in un girone infernale dal quale usciranno vivi per miracolo e con non pochi effetti collaterali sul loro futuro. A margine, non mancheranno i racconti delle loro vite private, soprattutto quella di Ansaldo che gli affezionati lettori della saga di Morlupi ormai conoscono bene. Ipocondriaco, divorato dall’ansia – il suo Mostro personale che combatte con articolate e formidabili fantasie – metodico e innamorato, in mancanza di meglio, del suo cane Chagall, il commissario Ansaldo resta un personaggio unico nel panorama del giallo italiano con la sua straordinaria carica di umanità, intuito e determinazione. Un falso debole, in realtà, un vero e sincero amante della Giustizia e della Verità come anche stavolta avrà modo di dimostrare.
Un poliziesco duro, ma anche profondamente ironico e ricco, nella seconda parte, di formidabili colpi di scena.