
Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Giovanni Zucca
Pagine: 520
Prezzo: € 19,00
Ludivine Vancker e Alexis Timée sono giovani gendarmi della Sezione Ricerche della gendarmeria di Parigi. A svolgere il lavoro investigativo, in realtà, sono tre gruppi ma è Alexis a coordinare l’intera squadra chiamata Om-mult, breve per omicidi multipli, e ribattezzata dai suoi membri Squadra Puzzle. Perché? Perché Alexis, Ludivine e il collega di colore, un colosso che risponde al nome di Segnon Dabo, stanno inseguendo non uno, ma ben tre serial killer la cui attività, con alcune marcate differenze, è fare a pezzi le proprie vittime donne. A loro ricomporre il puzzle, ma soprattutto acciuffare gli assassini. Le indagini sono giunte a un punto morto e Alexis, con il beneplacito del capo, colonnello Aprikan, implora il famoso criminologo Richard Mikelis di tornare in servizio e aiutare la squadra. Costui inizialmente rifiuta – troppo a lungo ha scrutato nell’abisso correndo il rischio di esserne risucchiato e perdere la propria amatissima famiglia – ma infine accetta. Per prima cosa è necessario capire perché, incisa nella carne di ogni vittima, compare la scritta *e : un messaggio in codice? Peggio ancora quando il giovane Joseph Selima spinge sotto il treno alla stazione di Herblay una mamma con il suo piccolo nel passeggino e due uomini, e infine si suicida, dopo aver disegnato sul muro una gigantesca *e di fronte agli attoniti passeggeri. Sarà l’incontro con un tossico, un tempo amico di Selima, e poi il colloquio con il linguista professor Carrion, a far capire ad Alexis e Ludivine che *e “è l’antica radice della parola unione” (p. 124), in questo caso un’unione di predatori. Quel ‘Loro’ che l’amico di Selima nominava con terrore, altro non è che un gruppo di killer determinato a crescere reclutando altri disadattati, criminali, assassini, psicopatici, pedofili. A quale scopo? Ecco la domanda che la squadra si pone, mentre Mikelis spiega cosa si muove nelle menti perverse di questi individui:
“Sono macchine, in un certo qual modo. Non provano nessuna empatia, nessuna emozione, eppure hanno tutte le qualità dell’essere umano, quel formidabile animale evoluto che domina il pianeta.” (p. 444)
Dove trovarli e come fermarli prima che sia troppo tardi? Aiutati da Mikelis, i gendarmi iniziano le ricerche continuamente ostacolati da nuovi, orripilanti omicidi non più di singole persone, ma di famiglie o coppie di donne. Non più solo in Francia, ma in Polonia, in Spagna, in Scozia. L’orrore dilaga, inarrestabile, fino a colpire la stessa squadra. La Bestia, il Fantasma e gli altri killer sembrano farsi beffe dei gendarmi con un’astuzia diabolica, mentre la crudeltà e la perfida fantasia degli omicidi commessi raggiunge vette impossibili da immaginare.
Forte della sua preparazione come Criminologo e Psicologo forense, Chattam trascina i suoi lettori in un gorgo spaventoso ma di una logica capovolta ineccepibile: il mondo di questi predatori è l’opposto di quello in cui viviamo o crediamo di vivere. Come dirà alla fine un altro criminologo:
“…l’umanità non ha mai finito e non finirà mai di produrre emarginati, squilibrati, derelitti e perdenti, e loro capiranno che unendosi diventeranno una forza. Non si possono curare, perché non sono malati in senso medico, sono diversi, hanno costruito le loro esistenze sulle devianze…” (p. 513)
Un potente affresco del Male, destinato a toglierci il sonno splendidamente tradotto da Giovanni Zucca.