I dieci passi dell’addio – Luigi Nacci

Titolo: I dieci passi dell'addio
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 118
Prezzo: € 16,00

«Scrivo in un soggiorno semivuoto. Mi fanno compagnia, una lampadina, un tavolo blu, un computer,  un materasso, una candela, una sedia a dondolo».

Questo è l’incipit di I dieci passi dell’addio, il primo romanzo di Lugi Nacci.

Un uomo si ritrova solo nella sua casa dopo la fine di un amore con i suoi fantasmi e decide di affidare alla pagina l’arrivo nella sua vita del disamore.

«Scrivo giorno e notte. Non mi do pace. Scrivo perché non voglio dimenticare. Sono ossessionato dal pensiero che il mio cervello cancelli la nostra storia».

Da una casa senza amore l’uomo si ritrova a scrivere sotto assedio. Addosso solo la paura e il tremore di un grande vuoto che si spalanca.

Dalla casa bivacco scrive, riapre i cassetti della memoria, si tuffa a capofitto nell’oscurità senza desiderio della nuova vita senza lei.

Sull’orlo del precipizio mettere in un libro questo amore andato cercando le parole per formulare l’addio in dieci passi.

È il disamore la nuova dimensione della sua vita. C’è il disamore del giorno e quello orribile della notte.

«La solitudine dopo l’addio è un buco nero. Risucchia gli zigomi, le sopracciglia, le palpebre, le pupille, le iridi».

L’uomo perso nella sua oscurità abita le stanze vuote della sua casa senza amore, diventata il bivacco dei suoi sentimenti, cerca una via di salvezza ma non ci sono più gli abbracci e le gioie da condividere.

Nel suo rifugio – prigione è solo con i dieci passi d’addio da scrivere.

«Ci sono storie d’amore che si consumano come candele, altre che muoiono di morte violenta. Chi uccide una storia d’amore non va in carcere. La sua condanna è il senso di colpa».

Adesso che sta franando verso l’abisso, nella caduta cerca le parole esatte da mettere sulla pagina per scrivere di lei che adesso non c’è più ed è diventato un addio che ha spalancato le porte al vuoto abissale del disamore.

Il quarto passo lo coinvolge e il nostro uomo si trova a scrivere tutti i cataloghi del loro amore. Scriverli prima di bruciarli. I cataloghi degli abbracci, dei baci, delle occasioni perse, dei pianti.

I dieci passi dell’addio è un libro che si appoggia alla poesia per esplorare il sentimento amoroso. Tra flusso di coscienza e monologo interiore entriamo nell’intimità ferita del personaggio che si trova davanti al doloroso addio di un amore che è finito.

E lo troviamo nella sua casa seduto a un tavolo traballante mentre scrive i dieci passi dell’addio.

«Il nono passo: fatti portare dalla vita dove vuole. Accetta di andare avanti e indietro, fatti sbalzare, perdi l’orientamento, stai nella vertigine. Custodisci le ferite come ostie. Organizza una festa per celebrare il tuo lutto. Non te ne vergognare. Balla e piangi. Perdi i sensi. Sii pronto anche se non sai a che cosa.

Non la dimenticare».

Quando finisce una storia d’amore resta l’addio. Bisogna contare i suoi passi per non consegnare all’oblio quell’amore, che farà sempre parte di noi.

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