Autore: Sinibaldi Marino, Zanchini Giorgio
Casa Editrice: Laterza
Genere: saggio
Pagine: 128
Prezzo: 12.00 €
Ognuno di noi ha un modo diverso di leggere un libro. Io, personalmente, ne ho uno che riguarda i saggi, i dialoghi colti, tutto quello che non è romanzo, racconto o poesia. Prima di girare la prima pagina mi ritrovo sempre a cercare sul web la voce e la postura adottata dall’autore durante incontri o lezioni: ne memorizzo il tono, il ritmo e la velocità della parlata; i movimenti, i gesti e gli sguardi del corpo. Tutto ciò serve ad andare oltre alla singola teoria, a capire da dove possono provenire le posizioni che cercherò di comprendere per interiorizzarle o dissacrarle.
Nel caso di Un millimetro in là non ho avuto bisogno di fare quest’azione preliminare. Quelle di Marino Sinibaldi e Giorgio Zanchini sono voci che conoscevo fin troppo bene, vista la frequentazione assidua di Radio3. Ed è proprio attraverso quest’esperienza che sono riuscito ad affondare dentro il denso inchiostro di questo piccolo libro. Ho acceso una radio immaginaria d’altri tempi, ho girato le manopole in cerca della giusta frequenza e ho ascoltato le parole accavallarsi una dietro l’altra. In uno spazio senza confini e senza tempo, che si avvicinava e allontanava continuamente dal luogo in cui mi trovavo a leggere.
“Quella che noi chiamiamo cultura è infatti il deposito di una serie infinita di mediazioni, disposte nello spazio e nel tempo, che hanno custodito e selezionato la creatività i ogni epoca, l’hanno resa accessibile e comprensibile. Senza questa funzione, tutto quello che abbiamo alle spalle sarebbe, alla lettera, una distesa irriconoscibile di rovine.”
Sfogliare Un millimetro in là è davvero un’esperienza radiofonica: la struttura portante è estremamente solida; le argomentazioni si susseguono seguendo un filo logico riconoscibile ma non rigidissimo; gli stacchi musicali, numerosissimi nel testo, alleggeriscono il parlato; gli aneddoti personali e la Storia si fondono creando un’amalgama impastato con maestria che guida il lettore in un percorso stabilito ma ricco di scorciatoie e oasi.
La cultura è al centro di questo dialogo ma è contornata da punti interrogativi, punti esclamativi, punti di sospensione e punti fermi. Un’analisi da cui sviscerare l’anima di un paese profondamente contraddittorio e, contemporaneamente, innamorato della propria capacità essere creatore di linguaggi e inventore di storie.
“Quella parte di vita che puoi cambiare, quel pezzo magari piccolo di destino che puoi spostare, dipende dalla tua forza, autorità libertà. Per me la cultura e la condizione per esercitare queste possibilità.”
Il fascino dei libri, la solitudine rumorosa della lettura, l’educazione alla bellezza, l’allargamento di visioni e prospettive, l’armonia musicale e lessicale, l’impatto e le rivoluzioni tecnologiche. Questi e molti altri temi tracciano le linee di questo dialogo, tra domande provocatorie e risposte che sfuggono dalle certezze per provare a calcare i terreni più spinosi della riflessione e dell’autocoscienza. Un viaggio circolare che spinge lo sguardo ad intrufolarsi dentro la stortezza di una società che ha bisogno di essere raddrizzata, passetto dopo passetto, millimetro dopo millimetro.
“Ho sempre vissuto nella convinzione/illusione che l’uomo sia malleabile, che la storia sia un minimo influenzabile., il legno storto raddrizzabile almeno un po’ – un millimetro, appunto”.