Scrittori e social network

File 16-05-15 20 08 29“Parlare di libri nelle piazze digitali funziona?” Per rispondere a questa domanda abbiamo voluto creare un evento al BookToTheFuture in cui gli scrittori potessero parlare del loro rapporto con i social network. A intervenire, coordinati da Barbara Bottazzi, Giuseppe Culicchia, Stefano Piedimonte, Massimo Polidoro e Barbara Sgarzi.

Massimo Polidoro, autore di Il passato è una bestia feroce, afferma di aver personalmente utilizzato Facebook per promuovere il lancio del suo nuovo libro. Ha invitato i lettori a partecipare alla “squadra di lancio” e, selezionandone circa 100, ha instaurato con essi un confronto immediato e dinamico tramite un gruppo chiuso Facebook. Lo scopo è promuovere la creatività delle persone, spronali a inventare contenuti che generino buzz (cioè rumore) sul libro (galleria di immagini, concorsi, trailer). L’aiuto degli utenti social è davvero servito: il 3 marzo, data di uscita, il libro è andato a ruba.

Stefano Piedimonte, autore di L’assassino non sa scrivere, sostiene la necessità di iscriversi ai social network in caso si desideri arrivare a una certa fascia di pubblico. E’ però rischioso: una volta iscritti bisogna interagire e rispettare una serie di regole. Se i Diritti del lettore sono solidi e stabili, quelli dello scrittore restano molto labili. E’ concesso sia rispondere a tono al lettore maleducato sia rispondere in ritardo al tweet a causa di impegni personali. Inoltre, a detta dell’autore, quando si ha un pensiero buono è meglio metterlo in un libro piuttosto che in un tweet.

Lo scrittore Giuseppe Culicchia sottolinea invece come il Tweet, con la sua dimensione immediata e spontanea, manchi di una riflessione profonda. Questo è un aspetto connaturato del social, che punta proprio sul real time.

L’autrice Barbara Sgarzi apporta la sua esperienza sul campo in quanto per lavoro gestisce l’interazione di alcuni editori sui social network. Sostiene che le case editrici devono necessariamente esserci sui social, mentre gli autori possono anche non esserci. Tutto dipende dall’autore: se non è interessato all’interazione con i lettori allora è meglio che non crei nessun profilo social. Con i social entri in casa della gente: servono empatia e personalità. Inoltre il mezzo non è di per sé buono o cattivo ma dipende da come lo si usa ed è compito dello scrittore stesso condividere post con veri contenuti. Dopo l’ubriacatura dovuta ai nuovi strumenti di comunicazione l’autrice individua la nuova tendenza dello slow, cioè del tornare alla lentezza e alla riflessione profonda.

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