Uno degli eventi di maggior richiamo della giornata di venerdì 9 maggio è l’incontro con Clara Sanchez, sorridente sul paco di un’affollata sala 500 per presentare il suo ultimo romanzo “Le cose che sai di me”, edito da Garzanti, insieme alla giornalista e a sua volta scrittrice Annarita Briganti. Un libro saldamente in cima alle cassifiche spagnole dalla sua uscita, che conquistando il Premio Pianeta, il più importante riconoscimento letterario spagnolo, ha permesso alla scrittrice di collezionare tutti i principali premi del settore in terra natale.
Clara accoglie il pubblico con un saluto in italiano, “sono molto felice di essere qui”, dichiarandosi riconoscente all’Italia dove sente di essere particolarmente amata: un amore reciproco, dal momento che dal suo primo viaggio in Italia all’età di 18 anni non ha più smesso di esservi legata. “Essere qui mi sembra magico, è come un cerchio che si chiude, ho iniziato a scrivere seduta al tavolino di un caffè in piazza Barbieri e oggi sono qui con voi”.
La prima domanda rivela un’ispirazione originale per il romanzo: gli spunti sono arrivati da molte cose, ma soprattutto da una scena di Dracula. “Da piccola non capivo perche Lucy provava piacere quando veniva vampirizzata, come potesse gioire nel sentire i denti di Dracula penetrare la sua giugulare: crescendo invece ho capito che è una metafora del dipendere da qualcuno, sentiamo piacere quando diamo piacere agli altri”.
In effetti il sovrannaturale è presente in “Le cose che sai di me” nel personaggio di Viviana, una veggente che rivela alla protagonista Patricia una verità sconvolgente da cui scaturisce la vicenda narrata. “Viviana è unpersonaggio che mi sarebbe piaciuto molto incontrare nella realtà, una persona che mi avesse detto chi sono e mi avesse guidata.Appartiene a un mondo di innocenza, purezza e stregoneria insieme, e attraverso degli oggetti aiuta Patricia a riappropriarsi della sua vita, facendole vincere alcune sue paure”. E sul perché del successo di questo romanzo Clara ha le idee molto chiare: “perché parla di ciò che interessa a tutti noi, l’amore. Patricia somiglia per certi versi ad Anna Karenina, sarebbe pronta a morire per il suo amore, e qui emerge Dracula, perché intreccia una relazione con Elias che diventa un rapporto di forte dipendenza reciproca, che per lei è emotiva, ma per Elias è più economica. Patricia però sceglie di vivere”.
A una scrittrice che scrive soprattutto di donne non si può non chiedere se siano il sesso forte o debole: “ovviamente è il sesso forte, le donne stanno rompendo gli schemi, sono aperte alle novità, vogliono sapere e conoscere e sono disposte ad ammettere di non sapere qualcosa. Io vado spesso a nuotare, e ai corsi vedo quasi solo donne: cosa significa, che gli uomini sanno tutti nuotare?”. E rivela che le donne dei suoi libri sono quasi sempre donne che ha incontrato realmente, “perché tutte le persone che incontriamo, sia che ci suscitino simpatia o odio, ci insegnano qualcosa”.