Requiem tedesco- Philip Kerr

Titolo: Requiem Tedesco
Autore: philipp kerr
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Fazi editore
Traduttore: Luca Merlini
Pagine: 322
Prezzo: 15

Il 1947 verrà sempre ricordato come un anno un po’ particolare. La seconda grande guerra che ha piegato il mondo e l’umanità ha avuto fine e lo strapotere tedesco è collassato su sé stesso in una serie di sconfitte che hanno devastato il paese. Ormai la Germania non esiste più. Della grande potenza bellica non esiste nulla solo macerie che vengono contese tra americani e sovietici. Berlino, la capitale del Reich, è solo l’ombra di sé stessa. In uno scenario devastante anche la vita quotidiana è dura. Il denaro scarseggia e il lavoro è precario e poco. Bernie Guther, l’investigatore, è tornato da poco tempo dal campo di prigionia russo ed è riuscito a riabbracciare sua moglie, Kirsten. Lei, un tempo insegnante, ora è costretta a fare la cameriera in un bar frequentato da soldati americani. La paga permette ai due di vivere una vita semplice e il cibo trafugato sul posto di lavoro consente di bersplacare la fame di Bernie, anche se il prezzo da pagare è molto alto. Kirsten, infatti, spesso si intrattiene con i soldati amerrricani finendo per tradire il marito in più occasioni solo per avere quel qualcosa in più da portare a casa.

Umiliato e ferito, Bernie si trova un giorno ad avere a che fare con alcuni ufficiali del ministero degli affari interni sovietico, di stanza a Berlino. I sovietici hanno bisogno di un uomo che agisca per loro e risolva un grattacapo che sta creando alcune tensioni. Gunther accetta il caso che lo porta a Vienna dove scopre che una sua vecchia conoscenza, Emil Beker, è stato accusato dai soldati americani di aver ucciso il capitano del controspionaggio Edward Linden. Beker si dichiara innocente e le indagini di Gunther scoprono che è davvero così. Nonostante Beker non abbia un passato troppo pulito e abbia numerose colpe su di sé, non è il colpevole della morte di Linden.

Mentre cerca di dimostrare l’innocenza di Beker, Gunther si trova coinvolto in un pericoloso gioco spionistico dove si muovono i servizi segreti sovietici e il controspionaggio americano. Gli americani, infatti, per contrastare la crescente influenza del comunismo sono disposti a tutto, anche ad allearsi con quei criminali di guerra contro cui avevano combattuto fino a pochi anni prima. Più di una vita è in gioco in questa partita e uscirne non sarà semplice.

Rispetto all’atmosfera asfissiante di Berlino, l’aria di Vienna aveva la purezza del canto degli uccelli. Ma la notte era di quelle fredde e, stringendomi nel cappotto, affrettai il passo, inquieto per quel silenzio, e ricordando l’avvertimento di Liebl sulla predilezione dei sovietici per gli assalti notturni. Allo stesso tempo, tuttavia, attraversando la Heldenplatz in direzione del Volksgarten, e, oltre il Ring, Josefstadt fino alla mia

pensione, era facile ritrovarsi a volgere il pensiero ai rossi. Anche lontano dal settore sovietico, erano tuttavia ampiamente evidenti i segnali della loro ingombrante presenza. Il Palazzo Imperiale degli Asburgo era uno dei tanti edifici pubblici nel centro cittadino, gestito a livello internazionale, che fu occupato dall’Armata Rossa. Sopra il portone principale c’era una colossale stella rossa, nel cui centro spiccava un ritratto di profilo di Stalin, di fronte a quello, significativamente più piccolo, di Lenin. (Gunther pag 102)

 

Requiem tedesco il terzo romanzo della saga dedicata alle indagini dell’investigatore Bernie Gunther, arriva in Italia per la prima volta dopo 30 anni esatti dalla sua pubblicazione, avvenuta in Germania nel 1991.

Requiem tedesco racconta molto di più, oltre alla semplice storia criminale. È un ottimo spaccato storico che mostra come era la Germania nell’immediato dopoguerra. In questi mesi abbiamo letto altri romanzi che rievocano quel periodo storico, doloroso per tutte le nazioni europee (sia per quelle che uscirono vincitrici dalla guerra sia per chi ne fu sconfitto) e Kerr mostra una attenzione notevole nel riportare quanto è accaduto mostrando la miseria degli abitanti (chi è costretto alla prostituzione per vivere, chi ruba, chi deve fare i conti con il passato) la durezza con cui gli eserciti vincitori trattano i caduti (il senso di superiorità, il disprezzo verso la popolazione civile) e il panorama desolato che avvolge il tutto. Kerr racconta anche di qualcosa di insolto, come la Vienna postbellica (siamo abituati alla narrazione di una Berlino post bellica, o di Roma o di Parigi e Londra, mai Vienna) e delle strane alleanze che vedono gli occidentali “dimenticare” i crimini del nazismo per contrastare un “nuovo male”.

Il ritmo con cui questo romanzo è stato scritto è serrato e continuo. La narrazione è splendidamente organizzata e la traduzione attenta e precisa, ad opera di Luca Merlini, rende il testo qualcosa di estremamente piacevole da leggere. Pochi i richiami alle opere precedenti (di base, questo romanzo potrebbe benissimo essere un romanzo a sé) che consentono di contestualizzare la storia del personaggio  senza però risentire della mancata lettura dei capitoli precedenti.

Un libro intenso e molto particolare, sempre “sul filo del rasoio” che chiude meravigliosamente la stagione delle letture di Maggio.

 

Consigliato.

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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