Preghiera del mare – Khaled Hosseini

Titolo: Preghiera del mare
Pagine: 56
Prezzo: 15 euro

 

È poesia. È atto d’amore. È angoscia. È speranza. È legame indissolubile. Tra padre e figlio. Tra un uomo e la sua terra.

È “Preghiera del mare”, il nuovo bellissimo racconto di Khaled Hosseini pubblicato da Sem, a cura di Roberto Saviano, che all’inizio della prefazione cita la frase che racchiude tutto il senso profondo e struggente di quelle frasi che sono canto e che vengono mirabilmente accompagnate dalle toccanti illustrazioni di Dan Williams, “Dammi la mano. Non ti succederà niente di male”. La rassicurazione del padre al figlio mentre attraversano il mare in fuga dalla terra che sarà sempre la loro nel cuore ma nella quale è diventato impossibile vivere, in fuga da una terra dove è rimasta sepolta la sposa di questo padre, la madre di questo bambino, la cui voce però si sente “sopra la risacca” sussurrare una certezza alle orecchie del marito: “Se vedessero, caro. Se vedessero anche solo la metà di quello che porti con te sarebbero certamente più gentili”.

La voce della madre di Marwan che “è qui con noi questa notte, su questa spiaggia fredda, illuminata dalla luna”.

La preghiera che ci si possa salvare, che il suo bambino si possa salvare, diventa nel titolo non solo preghiera di un padre, ma “del” mare, perché sia il mare stesso a sapere quale “carico prezioso” questo genitore sta trasportando in cerca di speranza e di vita migliore.

L’autore di “Il cacciatore di aquiloni”, “Mille splendidi soli” ed “E l’eco rispose”, che a tredici anni ha chiesto con la famiglia asilo politico negli Stati Uniti, offre in poche pagine e poche parole tutto quello che chiunque dovrebbe sapere: ciò che si agita nel cuore di chi lascia la propria terra in cerca di una vita migliore, non per sé, ma per i propri figli. E ce lo offre ispirato dalla storia di Alan Kurdi, il piccolo siriano annegato nel settembre 2015 nel mar Mediterraneo, e ricordando le altre oltre quattromila persone date per disperse nel corso di viaggi simili al suo.

Dedicato ai rifugiati deceduti in mare mentre fuggivano dalle persecuzioni e dalla guerra, questo libro la cui brevità – il tempo di una preghiera, appunto – aumenta la commozione, non lascia indifferenti. Le parole del padre di Marwan diventano parole universali di difesa e protezione, diventano la più grande testimonianza di una tragedia che non può e non deve passare in secondo piano.

Prendete racconti per bambini e ragazzi, unitevi romanzi gialli, shakerate ed ecco che salto fuori io: letteratura per ragazzi e thriller sono passioni che mi accompagnano da sempre, insieme comunque alla condivisione del decalogo di Daniel Pennac con i suoi dieci imprescrittibili diritti del lettore. Che prevedono anche quello di “leggere qualsiasi cosa”, pur avendo una spiccata passione per quanto enunciato in apertura di presentazione. Pensando in ogni caso che nelle pagine, non sempre, ma in molti, moltissimi casi, uno scrittore ci sta donando qualcosa di profondamente suo: non per forza un ricordo, ma anche solo un modo di esprimersi, un ritmo narrativo, e ogni volta una creazione. E dunque una forza che va almeno conosciuta. Se poi questa forza avvolge fin da piccoli e aiuta a diventare lettori, oppure dissemina le pagine di indizi che trascinano chi legge in un’inchiesta al cardiopalma… allora conoscerla mi piace ancora di più.

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