Occidente – Ferdinando Camon

Titolo: Occidente
Autore: Ferdinando Camon
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Apogeo editore
Genere: Narrativa
Pagine: 127
Prezzo: € 15,00

Occidente, il romanzo di Ferdinando Camon sul terrorismo, esce per la prima volta da Garzanti nel 1975, proprio nel periodo più violento degli anni di piombo.

Per la prima volta uno scrittore indaga nella piche dei terroristi che in nome dell’Occidente teorizzano il diritto di strage, seminano sgomento e morte attraverso le bombe.

Questo viaggio dentro la mente dei terroristi all’epoca fece molto scalpore e Camon si trovò al centro di un dibattito complesso per aver scritto un libro incendiario e provocatorio.

Sotto la lente dello scrittore il terrorismo rosso e nero e al centro della narrazione la definizione psicologica dei personaggi – demoni e la loro attitudine a creare il caso attraverso la violenza e la strage.

Franco, il leader dei terroristi neri è un individuo che teme la morte che trema davanti al pensiero che un giorno la vita finirà.

In preda a questa ossessione si fa portatore di morte.

Poi c’è Miro, terrorista rosso, che non sogna di distruggere la società, ma vuole cambiare il sistema con la violenza contro coloro che appartengono allo Stato.

Camon entra nel cuore della deriva nichilista del terrorismo nero in cui prevale la visione dell’individuo e di quello rosso che guarda alla massa.

Occidente resta ancora oggi un libro fondamentale per chiunque voglia comprendere la stagione degli anni di piombo con  le trame dell’eversione neo –fascista e la violenza del terrorismo rosso.

Dopo quarantasette anni, Camon   recupera il nucleo centrale del romanzo e lo riscrive, offrendoci una versione definitiva (e depurata) che esce per i tipi di Apogeo editore.

Lo scrittore ha avvertito questa esigenza in un momento in cui il diritto alla strage non spiega più soltanto la decadenza dell’Occidente, ma tanta parte della storia mondiale.

«Questo è in assoluto, – scrive Camon nella premessa –  il libro che m’è costato più caro, moralmente parlando. Mentre lo scrivevo ricevevo interviste, e con le interviste anche minacce. Mi mettevano piccole bare di cartone nella cassetta delle lettere.  Versarono dello zucchero nell’olio del motore della mia auto, parcheggiata in garage, e il motore si fuse».

Ebbe davvero coraggio Camon a scrivere Occidente in quel periodo. Egli andò oltre le ragioni politiche del terrorismo. La sua scrittura arrivò a scoprire i nervi tesi dei terroristi, smascherò la loro strategia e il loro diritto – dovere alla strage, scavando nelle reali radici psicologiche.

Camon fu talmente lucido nella sua analisi che mise completamente a nudo la psicologia profonda del terrorismo e dei suoi uomini. Questo fece di lui uno scrittore scomodo e per i terroristi di ogni colore un nemico da neutralizzare.

Finita quell’epoca e sparite quelle minacce, Canon torna al suo romanzo più problematico e ce lo ripropone in un momento in cui il diritto alla strage assume proporzioni globali e nuove origini, anche divine e interessa altre culture che lo esercitano contro di noi.

Occidente è un libro che ancora oggi fa discutere perché tra le sue pagine è ancora intatta quella dirompente volontà di potenza che è riuscita a superare la prova del suo tempo e arrivare con la sua attualità a raccontare il nichilismo del nostro con i nuovi demoni del terrore.

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