L’ElzeMìro – L’improvviso di Tirano

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Sfilato dal suo guscio identificativo ognuno si presenta come signor asterischi o, nel caso presente e per semplice indicazione tecnica l’Uomo-che-sognò-in-treno. Che un treno si possa guastare è prevedibile imprevisto, improvviso e fatto possibile, non certo ma certificato da chi come l’Uomo-che-sognò, sia uso a presagire ogni variabile del peggio e che, del treno a bordo, giudichi i rumori sofferti di strutture e giunture in moto, capisca al volo che sarà grassa se il convoglio arriverà a destìno senza guastare la festa del viaggio, liberazione dall’adesso e fuga dal domani, domani occorre, e s’addormenti. Sicché sogna l’uomo di rifornirsi al distributore di un ipermercato, ma gli si sbrodola tutta la benzina in una pozzanghera verde che lui si affanna ad asciugare con dei fazzolettini; si sente osservato, gli pare sia la dea incognita di molti sogni che gli sorride ma dal guscio blasé di una Jaguar sembra deriderlo, ahi perdere tutta la benzina. Vien dopo tanta irrision* uno schianto che desta l’uomo, e il treno 2566, che aveva tutti i segnali liberi e correva padrone del rettifilo del tempo e dell’orario ferroviario, al termine di una dissennata inerzia tra fumi e strilli di feròdi, come se avesse battuto il muso contro se stesso, s’arresta, e geme.

È tardi quando, racimolati e precettati alla meglio, tre pullmann uno dopo l’altro depositano tutti i passeggeri del 2566 nel piazzale sonnolento della stazione di Tirano, estiva, solitaria y final*. Il miracolo dell’elettricità comunale rischiarava già le strade allorché, preceduto da una donna comparsa da un chissà e che gli sembrò di riflesso molto bella, l’uomo varcò la soglia dell’Ostel Castel. Sedotto dall’abito di lei, dal suo involucro, e da un appetito alpino chiese subito al concierge di una buona trattoria. Signore, qui, sicché qui s’accomodò e ordinò. Arrivò anche la donna e sedette da sola al tavolo in fronte e gli sorrise prima e durante un gustoso mangiarsi a distanza. Si intesero benché si direbbe raro che gli umani sappiano a che sono intesi.

Questa storiella termina lì, ovvero in una camera che il concierge non ha rivelato. Termina o, secondo i punti di vista e le aspettative di ciascuno, principia e continua; ma intrufolarsi tra vagine e vagiti dentro una serratura, peraltro verosimilmente occupata da una chiave non è tra i desideri di questo apologo. È mattina, si sente un rombo di motore, ah, è una Jaguar.

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Frédéric Chopin – Fantaisie impromptu in Do# min.op.66, Arthur Rubinstein  https://www.youtube.com/watch?v=75x6DncZDgI

Wayne Mc Gregor – Random dance –  https://www.youtube.com/watch?v=fPHDb6ylhVY

Pasquale D'Ascola

P. E. G. D’Ascola Ha insegnato per 35 anni recitazione al Conservatorio di Milano. Ha scritto e adattato moltissimi lavori per la scena e per la radio e opere con musica allestite al Conservatorio di Milano: Le rovine di Violetta, Idillio d’amore tra pastori, riscrittura quet’ultima della Beggar’s opera di John Gay, Auto sacramental e Il Circo delle fanciulle. Suoi due volumi di racconti, Bambino Arturo e I 25 racconti della signorina Conti, e i romanzi Cecchelin e Cyrano e Assedio ed Esilio, editato anche in spagnolo da Orizzonte atlantico. Sue anche due recenti sillogi liriche Funerali atipici e Ostensioni. Da molti anni scrive nella sezione L’ElzeMìro-Spazi di questa rivista  sezione nella quale da ultimo è apparsa la raccolta Dopomezzanotte ed è in corso di comparizione oggi, Mille+Infinito

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