Intervista a Geca, giovane casa editrice presente all’Incubatone del Salone del Libro di Torino

Il Salone Internazionale del Libro di Torino si prefigge di incoraggiare e accompagnare i nuovi editori nel mondo dell’editoria. Proprio con l’idea di meglio perseguire questo intento nasce dieci anni fa l’Incubatore, l’area del Salone dedicata alle case editrici con meno di 24 mesi di vita non legate a grandi gruppi editoriali. Un’iniziativa che dalla sua prima realizzazione è riuscita nell’impresa di dare un po’ di spazio alla editoria del futuro, valorizzando una delle risorse più importanti del patrimonio culturale del Paese. Tra gli ospiti di quest’anno figura la Casa Editrice Geca. Abbiamo intervistato Luigi Bechini, responsabile marketing della Geca e ideatore del progetto dei CofaLetti, per parlare un po con lui del loro progetto.

Come vi è venuta l’idea di “inscatolare” dei libri?cofaletto
Ricordo che la prima confezione conteneva una raccolta di fiabe di Collodi, oltre al nostro calendario fotografico. All’epoca i CofaLetti non si chiamavano così e non era possibile acquistarli: sono nati come omaggi natalizi per i nostri clienti e sono rimasti tali per molti anni. Geca infatti è principalmente uno stampatore. Siamo tra le aziende di stampa più apprezzate e utilizzate dagli editori italiani, in particolare dalle case editrici indipendenti. L’idea dei CofaLetti ci è venuta più di dieci anni fa, mentre ragionavamo sugli omaggi natalizi per i nostri clienti. Eravamo un po’ stufi di regalare i soliti cesti con cotechino e panettone, per cui abbiamo pensato a qualcosa che fosse progettato e realizzato interamente da noi. E’ nato così il primo “packaging letterario”: non solo un modo per promuovere il nostro “saper fare” di tipografi, ma anche l’occasione di offrire un omaggio gradevole, utile e divertente che avesse al centro il libro e l’amore per la lettura. Successivamente, studiando i dati sulla lettura in Italia (che notoriamente non sono entusiasmanti), mi sono chiesto in che modo la nostra società sarebbe diversa se i libri fossero un bene di consumo di massa. Così il gioco di associare i libri a marchi del mass market è diventato anche un modo per riflettere sulla diffusione della lettura in Italia.
Anno dopo anno, abbiamo continuato a ideare e realizzare queste confezioni che regalavamo ai nostri clienti in occasione del Natale. Poi è successo che nel corso del 2014 alcune librerie indipendenti ci hanno chiesto di poter organizzare delle mostre in cui venivano esposte le nostre confezioni a favore della lettura. Da questa esperienza è nata l’idea di trasformarle in veri e propri prodotti editoriali, dato che l’accoglienza da parte del pubblico dei lettori era molto positiva. Così, nel novembre 2015, siamo arrivati nelle librerie con i primi quattro titoli dei CofaLetti.

Perché la scelta di fare una nuova collana di classici?
I CofaLetti sono un prodotto editoriale un po’ anomalo. La cura estrema della grafica del packaging e il fatto che sulla confezione siano concentrati molti messaggi, sono elementi che spostano inevitabilmente l’attenzione del lettore dal contenuto al contenitore. Per questo abbiamo abbiamo scartato l’idea di scegliere testi inediti, che avrebbero rischiato di essere ingiustamente messi in secondo piano. Inoltre i nostri packaging letterari sono oggetti molto amati dai lettori forti. Abbiamo così deciso di puntare su grandi nomi della letteratura italiana e straniera, ma cercando titoli che non fossero proprio sugli scaffali di tutti. Così, per esempio, abbiamo scelto un romanzo ironico e sensuale come Amore e ginnastica di Edmondo De Amicis che restituisce un’immagine davvero inedita dell’autore di Cuore. O, ancora, all’interno del CofaLetto “Capitan Leggo” troverete un racconto di Tolstoj (Denaro falso) che da venticinque anni non veniva più stampato da nessun editore.

La veste grafica dei cofaletti riprende oggetti di uso quotidiano, che ci capitano tutti i giorni tra le mani. Però voi li riempite, come dicevamo, con grandi classici della letteratura: un tentativo di avvicinare questi testi ai lettori?
La presenza di autori classici all’interno di confezioni così “pop” potenzia l’effetto di straniamento insita nel nostro progetto editoriale. E’ già piuttosto bizzarro imbattersi in una confezione di pasta sullo scaffale di una libreria, ma lo è ancora di più se poi all’interno trovo un autore come Salgari.
Una cosa che ci sta a cuore chiarire è che nel nostro progetto editoriale non c’è alcun intento pedagogico. C’è solo la voglia di sottolineare, in maniera anche ironica, quanto la lettura sia un’attività che rende più ricca l’esperienza e la vita di noi lettori. Quindi la risposta alla domanda è “no”, l’obiettivo non è quello di avvicinare nuovi lettori a testi classici. Ovviamente però se questo avviene ci fa piacere. Nelle pubblicità istituzionali di promozione della lettura, i non lettori vengono spesso ridicolizzati o colpevolizzati. Credo sia un approccio controproducente. Il messaggio che ci sforziamo di veicolare con i CofaLetti è che la lettura non è un dovere, ma un’attività molto appagante ed emotivamente coinvolgente. Leggere un libro può darti gioia, ma non solo: alcune letture possono traumatizzarti, metterti in contatto con l’abiezione dell’essere umano, altre possono commuoverti o farti riflettere, altre ti aiutano ad ampliare le tue conoscenze. I bei libri hanno questa caratteristica: che quando hai finito di leggerli sei diverso da quando li hai iniziati. Ovviamente non è sempre così, ma quando capita è un’esperienza meravigliosa.

C’è un collegamento tra la scatola e il suo contenuto letterario?
In alcuni casi sì, anche se non sempre è stato possibile creare un collegamento immediatamente comprensibile. Però, per esempio, aver messo un romanzo di Italo Svevo all’interno di un finto pacchetto di sigarette non è stato casuale…

Quali sono i progetti a cui state lavorando attualmente? Qualche novità in arrivo?
Qui a Torino presenteremo il sesto titolo della collana: una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe contenuta in un packaging ancora collegato al cibo. D’altra parte il cibo, come la lettura, è uno dei piaceri della vita… Per l’autunno invece arriveremo in libreria con delle confezioni più legate all’aspetto ludico, perché leggere può anche essere un bellissimo gioco.

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