Titolo: Intemperie
Editore: Salani
Traduzione: Andrea Carlo Cappi
Genere: romanzo
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: 13,90
Un bambino in fuga in una piana arida, inseguito da un ufficiale di giustizia. Ciò da cui il piccolo scappa è una vita fatta di violenza quotidiana perpetrata in un mondo in cui gli adulti si accaniscono su coloro che dovrebbero proteggere, diventandone i carnefici. La sua determinazione è talmente forte che capiamo che ciò da cui fugge è molto più terribile della punizione che potrebbe subire se venisse ritrovato.
Siccità e pericoli rendono difficile il suo viaggio, sopravvivere è una sfida che si ripete di ora in ora. Proprio quando le cose si mettono male, il bambino incontra un vecchio pastore di capre, un uomo di poche parole, semplice, solitario, che lo accoglie senza troppe domande. Un incontro tra due anime sole, disabituate alle manifestazioni di affetto ma pur sempre bisognose di calore umano: un incontro destinato a cambiare per sempre le vite dei due personaggi.
Una storia commuovente, dura, che non ci può lasciare indifferenti. Una sorta di parabola sui mali del mondo e sulla possibilità di redenzione. Scarna l’ambientazione, ricco il linguaggio: un senso di solitudine ci accompagna per tutta la lettura, la mancanza di orpelli permette di concentrarci su quanto accade ai protagonisti. Soffriamo per le ingiustizie subite dal piccolo, ci arrabbiamo per la violenza del mondo dipinto da Carrasco, ci commuoviamo per la purezza e la semplicità del capraio. Una storia cruda che, come ha dichiarato lo stesso autore, ha anche il valore di denuncia delle violenze che subiscono i bambini nel mondo di oggi.
Violenza chiama violenza, come ricorda Carrasco: “Capì che non sarebbe stato il vecchio a consegnargli la chiave del mondo degli adulti, la cui brutalità veniva impiegata senza altre ragioni che non fossero l’avidità o la lussuria. Lui stesso era ricorso alla violenza, come aveva visto sempre fare a coloro che lo circondavano e adesso, al pari di loro, reclamava la sua parte di impunità. Le intemperie lo avevano spinto molto più in là di ciò che sapeva o non sapeva della vita” (pag.140). Per fortuna c’è ancora spazio per l’umanità: un vecchio capraio che tende la mano quando meno te lo aspetti e che, con la sua onestà, testimonia che la dignità è un valore fondamentale per il genere umano.