Autore: Albert Camus - Nicola Chiaromonte
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Neri Pozza
Genere: Carteggio epistolare
Traduttore: a cura di Samantha Novello - traduzione di Alberto Folin
Pagine: 249
Prezzo: € 22,00
Se guardiamo il nuovo letterario di oggi ci accorgiamo che il Novecento appare sempre più lontano. Se, invece, osserviamo la grande ricchezza che ha espresso la grande società letteraria novecentesca possiamo affermare che il nuovo nella nostra cultura ancora non c’è.
Dal Novecento che ci manca finalmente arriva una grande testimonianza: il carteggio tra Albert Camus e Nicola Chiaromonte.
Due giganti libertari che per le loro affinità non potevano non essere amici.
In lotta contro il destino è un libro su due intellettuali che hanno sempre preso posizione, determinati fino all’eresia e alla solitudine nel difendere la libertà.
Nicola Chiaromonte (uno degli intellettuali italiani più apprezzati all’estero, pensatore libertario dalle profonde convinzioni antitotaltarie, nemico di ogni forma di ideologia e della negazione della libertà individuale) rimase immediatamente affascinato dalle idee e dalla personalità di Albert Camus, perché come lui lo scrittore francese era un uomo in rivolta, eretico e soprattutto intellettuale inquieto capace di schierarsi e di suonare l’allarme, convinto sempre di prendere posizioni scomode, perché senza coscienza non esiste la verità.
Contro ogni conformismo Camus e Chiaromonte agiscono nel loro tempo e lavorano in comune senza nessun secondo fine e ripudiando meschini opportunismi con una rettitudine morale che non barattano per nessuna cosa al mondo.
Il carteggio è la testimonianza di un’amicizia intensa e pudica, e il documento alto di un’empatia umana e intellettuale tra due uomini straordinari di pensiero del Novecento.
Chiaromonte apprezza l’onesta intellettuale di Camus e la sua volontà di situare porre, piuttosto che risolvere, il problema cruciale del loro tempo, quello relativo al valore e al senso della vita umana in un mondo dal quale ogni possibilità di convenzione autentica – e dunque del legame libero tra gli uomini per il conseguimento dei fini sensati- sembra essere scomparsa, e in cui dunque tutto sarebbe più importante dell’esistenza umana pura e semplice.
Camus avverte l’affinità spirituale che lo lega a Nicola Chiaromonte, schierato ereticamente come lui dalla parte della morale e insieme percorrono la stessa strada per fare in modo che attraverso il pensiero libero la verità del mondo coincida con questa norma, altri menti la coscienza continuerà a essere una cattiva coscienza.
Samantha Novello nella prefazione scrive che Camus e Chiaromonte condividevano il sentimento della «stupefacente grandezza dello spirito umano» e immersi nel deserto del nichilismo si confrontarono con l’orrore dei regimi totalitari e della guerra condividendo l’idea che il senso dell’agire umano era situato nel libero intelletto.
L’amicizia tra Camus e Chiaromonte è sigillata da «una dura fraternità degli uomini di lottare contro il destino».
Se Chiaromonte era convinto che si era ormai giunti all’Anno Zero dell’uomo, Camus era convinto Perché soltanto una vita libertaria ci potrà salvare da una fine ingloriosa e da una caduta fatale nelle mani dei miopi, dei dogmatici e dei devoti. La rivolta dell’essere liberi contro la falsa rivoluzione dei chierici. Questa è l’unica possibilità data agli uomini per la ricerca di un senso in una realtà dominata dall’assurdo e dal non senso.
Nicola Chiaromonte e Albert Camus si trovano dalla stessa parte: due uomini in rivolta in lotta contro il proprio destino, pronti a dire no con la coscienza per preservare la libertà, difenderla e non tradirla mai.