Il gioiello della corona- Paul Scott

Titolo: Il gioiello della corona
Autore: paul scott
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Fazi editore
Genere: Romanzo storico
Traduttore: Stefano Bortolussi
Pagine: 584
Prezzo: 20

India 1942. In tutto il mondo sta infuriando il secondo conflitto mondiale che sta devastando il continente europeo e infiamma quello africano. Nei paesi dell’Est e del Pacifico cresce la minaccia dell’impero giapponese che mira a espandersi e ad acquisire maggiore controllo. L’impero Britannico, che ha già numerose grane da affrontare per via delle forti pressioni sul territorio europeo, si ritrova a dover gestire una situazione delicata in India dove l’influenza giapponese inizia ad attirare le simpatie dei nativi proprio mentre il movimento indipendentista di Ghandi si fa sempre più diffuso causando le preoccupazioni delle elite britanniche in India e della corona Inglese. la popolazione inizia a sognare l’indipendenza e comincia a boicottare le attività inglesi (ricevimenti, scuole) creando disagio e sospetto negli occupanti inglesi. Ma la situazione già tesa è destinata a subire un violento tracollo quando, nei giardini della città di Bibighar, una giovane ragazza inglese, Daphne Menners, viene violentata ripetutamente da un gruppo di rivoltosi. Del terribile crimine viene accusato il giovane Hari Kumar, un indiano cresciuto ed educato in Inghilterra e solo da poco tempo ritornato nella terra dei suoi genitori, il quale diventa il perfetto capro espiatorio per il governatore che si sentirà in dovere di utilizzare il pugno di ferro nel tentativo di riprendere il controllo (ormai perduto) della popolazione. Hari verrà torturato dalla polizia nel tentativo di estorcergli una confessione sul suo coinvolgimento nella vicenda dello stupro, senza mai ottenere una confessione. Hari e Daphne condividono un grande segreto che, se svelato, potrebbe rendere molto dura la vita di entrambi.

Fa sempre piacere scoprire un nuovo libro.

Quando poi si tratta di un volume interessante come  Il gioiello della corona il piacere è ancora più grande. Scritto tra il 1965 e il 1967, il volume di Paul Scott racconta con sguardo duro le complessità che hanno animato una delle stagioni più importanti della storia dell’impero britannico: la fase della sua dissoluzione e la sua trasformazione nell’odierno commonwelth. Fin dal titolo il lettore può rendersi conto che l’autore gioca su una allusione chiamando la sua opera “il gioiello della corona” come il diamante più prezioso al mondo (estratto in India e parte della corona inglese dalla fine dell’800) titolo che però indicava, all’epoca anche il territorio indiano considerata la parte più importante dell’impero dopo l’Inghilterra stessa. La storia racconta, in modo distaccato e senza protendere per nessuna delle due parti in causa, come gli europei venivano visti e percepiti dalla popolazione indiana locale, ma anche come gli inglesi vedevano e consideravano i sudditi indiani.

Un affresco spietato e crudo che culmina con una violenza che è assieme fisica e storica (lo stupro sembra una perfetta metafora dei soprusi che l’inghilterra ha perpetrato nelle colonie) che non conoscevo e che mi ha lasciato stupefatto.  Il romanzo non si muove in una sola direzione e non viene presentato sotto l’occhio di un narratore onnisciente che tutto conosce e che tutto sa, ma viene vissuta e raccontata attraverso gli occhi, i gesti e i pensieri dei più importanti attori che si muovono sulla scena dando vita a uno spettacolo letterario potente e complesso dove la realtà viene più volte “violentata” dai differenti punti di vista e lasciando il lettore disorientato e affascinato. Sebbene in alcuni punti il ritmo risulti spezzato e appesantito, ma credo che sia stato un espediente voluto tentuo conto che ogni narrazione (come ogni persona) è differente, la bellezza complessiva di questo romanzo rimane proprio grazie alle numerose sfaccettature.

Sicuramente è una lettura interessante che, in un periodo interessante e turnolento come quello attuale dove grandi paesi sono costretti a ripensare alla loro storia e al proprio passato di dominazione sugli altri, fa riflettere il lettore e offre uno sguardo differente da quella che è la narrazione che si può trovare su molti altri libri.

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Gabriele Scandolaro

Mi chiamo Gabriele e sono un lettore. Ho iniziato a leggere quando ero molto piccolo, complice una nonna molto speciale che invece delle classiche favole riempiva le mie giornate raccontandomi i capolavori teatrali di Shakespeare e di Manzoni. Erano talmente avvincenti le sue narrazioni che, appena mi è stato possibile, ho iniziato a leggere per conto mio. Ma terminato il mio primo libro ne ho iniziato subito un altro. Poi un altro. Da allora non riesco più a smettere di leggere. Quando non leggo o studio, lavoro come Educatore e suono il violino.

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