Autore: Alessandro Cirigliano
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Il seme bianco
Genere: Narrativa
Pagine: 176
Prezzo: 14,90 €
Un libro appassionante che sa raccontare l’amore e la tragedia dell’abbandono. Un moderno Otello si nasconde nella penombra della trama e si rivela all’improvviso, quando ogni gioia è stata ormai consumata.
Alessandro Cirigliano, scrittore policromatico, padrone delle tinte e delle parole, non lascia immaginare il lettore ma lo sorprende fin dalla prima pagina. Lo attira, lo trae in inganno, gioca con la sua logica. Sa essere intimo e delicato, spietato e controcorrente. Non risponde a un copione, non si lega a un registro, preferisce soffermarsi sugli istinti e le emozioni umane.
Dallo stesso ventre ruota intorno al rapporto tra Lorenzo e sua sorella Sara. Un legame forte; non dettato dalla consanguineità, bensì, dall’istinto di sopravvivenza: la morte dei genitori in un incidente stradale. L’uno diventa faro dell’altra; lei ispira lui e viceversa. Si donano, si salvano crescendo insieme. Non è un rapporto malato, anzi, è proprio la quiete che subentra dopo l’elaborazione di un lutto. Tra di loro si inserisce Roberto, il miglior amico di Lorenzo. Docile, incompreso, perseguitato dall’immagine della madre che lo ha abbandonato. Sara e Roberto si innamorano, forse ognuno fugge dai propri lutti, forse entrambi hanno bisogno di dar vita a qualcosa che hanno solo potuto immaginare.
Tutto sembra scontato, ma come detto anticipatamente, Cirigliano trae in inganno e ama sorprendere. C’è altro in quest’opera, qualcosa che va al di là della trama. Ci sono l’amore e la tragedia e una serie infinita di sentimenti che si accavallano, che ci mostrano l’essere umano nelle sue violente pulsioni e nei suoi dolci annegamenti. Il rapporto tra una sorella e un fratello è sempre complesso; entrambi formano una coppia che la legge ancestrale della coscienza non unirà mai fisicamente, ma che nell’intimo è già forma inseparabile. Ciò che la carne rifiuta è unito nello spirito. L’arrivo di una terza persona non è uno dei traumi possibili, bensì, è il trauma. D’altronde, come scrive Cirigliano nella quarta di copertina, ci sono cose che un fratello o una sorella non saranno mai capaci di dirsi.
A far da cornice a questo romanzo, Genova, città natale dello scrittore, descritta con passione e malinconia; ma non mancano anche le capatine verso sud, in particolar modo Maratea, paese lucano che è un po’ la seconda casa di Cirigliano. Anche in questo caso, lo scrittore si lascia guidare dalle emozioni che puntano sempre verso il mare, altro elemento caratterizzante del libro.
E proprio in un mare di sensazioni in perenne contrasto saremo costretti a tuffarci, in attesa di venti che mitighino l’asprezza dei sentimenti.