Abbiamo incontrato al Salone del Libro di Torino 2016 lo scrittore olandese Tommy Wieringa autore del libro “Una donna giovane e bella” pubblicato da Iperborea.
Quello che Edward, il protagonista del breve romanzo, coglie di Ruth sembra essere solamenta la sua bellezza e giovinezza. Nessuno dei due, nel periodo del corteggiamento, cerca di verificare se vi siano degli aspetti in comune. Il lento allontanarsi dei due è per lei la dimostrazione che senza basi comune una relazione non può reggere?
Naturalmente no. La bellezza ed il vigore sono elementi importanti in una relazione. La capacità di creare un legame famigliare, attraverso, la nascita di un figlio, spesso rafforza e da maggiore coesione alla coppia. In alcuni casi gli ideali sociali possono creare solide basi per una relazione, ma l’uomo non può sempre lottare per alti ideali, deve anche trovare nell’altro quella bellezza che, come dicevano i poeti, porta alla verità.
Il tema del dolore pervade tutto il libro. Crede forse che questa società spesso caratterizzata da un forte individualismo tenda spesso ad allontanare la percezione della sofferenza quando questa non ci riguarda direttamente?
Nella nostra società conta molto la salute ed il dimostrare di essere sempre in forma. Il dolore sia fisico che psicologico rende la persona sola o peggio invisibile agli altri. Il dolore è un aspetto centrale nella vita di ogni uomo. La sofferenza non è misurabile, neanche con le migliori tecniche, è qualcosa di soggettivo. Solo quando una persona soffre può capire cosa hanno provato, precedetemente, altre persone che siano amici, famigliari o parenti.
Nel libro si è soffermato molto sul tema della sofferenza degli animali. Crede che occorra una maggiore riflessione sullo sfruttamento degli animali sia in campo medico che alimentare?
L’uomo durante la rivoluzione industriale è stato sfruttato. Uomini donne ed anche bambini lavoravano molte ore in ambienti di lavoro malsani. Queste condizioni, seppur lentamente e a costo di grandi lotte, sono cambiate perché l’uomo ha potuto far sentire la propria voce. Gli animali non hanno voce se non la nostra. Possiamo vederli come esseri senza diritti usati e sfruttati in tutti gli aspetti della loro esistenza.
La sua scelta di non dividere il libro per capitoli, ma in quadri che colgono vari aspetti, presenti e passati, della vita dei due protagonisti aveva, forse, lo scopo di rendere più visiva ed immediata la relazione di Edward e Ruth?
La mia idea era di mostrare in maniera diretta quello che spesso non viene mostrato nei libri. Credo che sia importante mostrare, con semplici quadretti, la vita passata dei personaggi perché solo il passato più remoto può spiegare le scelte del presente. Il mio libro è come un puzzle in cui tutti gli aspetti sono connessi, ogni quadro dà un suo contributo alla storia generale. Inoltre una storia breve ha l’urgenza rispetto ad un romanzo di mostrare più i fatti che le riflessioni dell’autore.
Crede che l’uomo contemporaneo, in ambito relazionale, si senta più fragile rispetto ad una volta?
Tutto cambia, così anche il ruolo del padre è cambiato. Nelle generazioni passate il padre era quasi assente in famiglia, ora sia la presenza che il dialogo risultano aspetti importanti. L’uomo negli ultimi anni cerca e lotta per ritagliarsi un ruolo in famiglia, ma spesso si sente ai margini. Il ruolo del padre è spesso limitato nei primi anni, al bambini piccoli serve la madre per la maggior parte dei loro problemi. L’uomo sente di essere sempre meno indispensabile nelle dinamiche famigliari e questo lo fa soffrire, da qui un senso di frustrazione e di solitudine.