A tu per tu con… Angela Iezzi

Abbiamo incontrato al Salone del Libro di Torino 2016 la scrittrice Angela Iezzi, per la presentazione del suo romanzo rosa  Gli effetti speciali dell’amore, edito da Newton Compton.

Da dove nasce l’idea del libro?

L’idea del libro nasce da una scena finale del capitolo 20. Da lì ho ricostruito le relazioni e le dinamiche a ritroso, fino a creare i presupposti per arrivare a quel momento.

Parliamo del romanzo: il ritmo parte forte con un prologo che spiazza la protagonista ed il lettore. Poi resta più o meno lento fino al finale. Com’è avvenuta la stesura?

Pensa che il prologo è stata l’ultima parte che ho scritto. Il prologo è condensato per necessità, in poche pagine dovevo raccontare tutto l’antefatto e per questo risulta anche molto veloce. La storia vera e propria parte dal primo capitolo e da lì si prende tutto il tempo per evolvere.

Ho trovato alcune forzature riguardo alle quali desidererei delle spiegazioni:

Perché Ashley non cerca un chiarimento immediato con il padre, visti i loro buoni rapporti iniziali?

Ashley è una ragazza orgogliosa e forse anche quest’aspetto le ha impedito di confrontarsi direttamente con il padre. Orgoglio a parte, i rapporti tra i due erano sì buoni, ma forse non sufficientemente chiari. Ashley e Nathan hanno sempre viaggiato su due binari differenti senza rendersene conto. Lei ha sempre inseguito l’approvazione di lui, a tutti costi e con qualsiasi sacrificio, e lui ha sempre desiderato la realizzazione dei sogni di lei, senza notare quanto lei tenesse a quel ruolo nella Morgan&Hall.

Perché né il padre né Jaime cercano un chiarimento? 3 anni sono tanti…

Sì, 3 anni sono tanti. Nathan ha tentato, seppur timidamente, di riappacificarsi con la figlia, ma non ha mai compreso il motivo di quell’allontanamento, non ha mai sospettato di averle dato una sonora delusione, in fondo lui è sempre stato un uomo molto auto centrato (come la figlia d’altro canto). Da Ashley poi sappiamo che Jaime l’ha chiamata diverse volte durante i primi tempi, finché non si è arreso all’evidenza che, forse, non era ancora il momento giusto.

Ashley ha 27 anni, ma si comporta più da adolescente che da adulta. Perché?

Non dimentichiamo che il punto di vista di tutta la narrazione è interno ed è proprio quello di Ashley. Nelle relazioni di lavoro e interpersonali in genere non la trovo più adolescenziale di molte ragazze della sua età, è chiaro che noi percepiamo più di quest’esteriorità, motivo per cui i suoi pensieri, senza filtri, possono renderla più adolescenziale, ma chi di noi non lo è un po’? In fondo questa è una storia di crescita e di resa.

Data la copertina, il lieto fine è d’obbligo e il fatto che la protagonista continua imperterrita a perseverare nel rifiuto di Jaime crea un clima di attesa costante (a volte troppo). Hai mai pensato ad un finale diverso?

La verità? No, non ho mai pensato a un finale diverso. Adoro il lieto fine e per me è un ingrediente immancabile in un romanzo d’amore.

Non hai mai pensato di correre il rischio di essere troppo scontata nella stesura del testo?

Ho scritto questa storia per me, all’inizio non pensavo che l’avrebbero letta anche altri, figurarsi essere pubblicata. Mentre la scrivevo l’idea di essere scontata non mi importava granché, mi divertivo a scriverla e tanto bastava. Col senno di poi posso dire che in effetti i presupposti non sono molto originali, ma non credo che sia l’originalità il punto di forza di questo romanzo.

Stai lavorando già ad altri romanzi?

Sì, sto lavorando a un secondo romanzo rosa, con nuovi protagonisti. Nel cassetto ho poi un fantasy, ma per quello vedremo.

Lascia un messaggio per i tuoi lettori

Innanzitutto li devo ringraziare questi miei lettori. Poi, mi auguro che la storia di Ashley e Jaime vi abbia regalato un sorriso e un po’ di spensieratezza. Se è così, vi aspetto per la prossima avventura.

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