
Autore: Giovanni Feliciani
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Bibliosofica
Genere: Filosofia
Pagine: 482
Prezzo: 20 €
Dubitare, ricercare, liberarsi di tutto ciò che ci viene inculcato. Vivere al ritmo della radicalità della storia di Giovanni Feliciani è un libro anarchico che sussurra una rivoluzione nuova, quella in cui l’uomo si riappropria di se stesso. Non è una dichiarazione di guerra ma un modo di pensare, di interpretare la vita: abbandonare ciò che abbiamo finora imparato o che ci è stato tramandato per iniziare un percorso di autentica rinascita.
Feliciani non risparmia niente e nessuno. La sua critica è contro tutto e tutti. Chiesa, partiti politici, sistemi economici. Non c’è nulla che possa donare la felicità all’uomo, perché egli non ha possibilità di scegliere ma solo di accettare le regole del gioco. Qualsiasi strada si scelga, è già un tragitto percorso che opprime la persona, entità cui tutto è negato.
L’inganno della società moderna è quello di far credere all’uomo di essere libero mentre la sua condizione è penosa. Qual è la soluzione? La creatività, l’abbandono di ogni “chiesa ideologica” di tutto ciò che ci viene calato dall’alto. Utopia? No, la forza di questo libro sta proprio in questo. Feliciani parla in prima persona e soprattutto porta al lettore la propria esperienza. Questo libro è frutto di una scelta di vita, di un’esistenza dedicata allo studio, alla creatività, all’annientamento delle ideologie esistenti.
Destra, sinistra, religioni, sistema capitalistico o comunista. Feliciani non lascia in pace nessuno. Le sue parole tritano la storia, l’obiettivo finale è il raggiungimento dell’Oltreuomo. Uno stadio nuovo dell’umanità, l’era felice in cui l’essere umano riuscirà a determinarsi, ad educarsi, a dar vita ai propri sogni sbarrando la strada al potere che seduce e chiude in gabbia la persona.
Si tratta di una rivoluzione difficile. Feliciani infatti è cosciente del sacrificio che sta chiedendo ai suoi lettori ma sa anche che non è impossibile. Il suo saggio è un percorso rieducativo. Si parte dalla negazione della paura e dell’indifferenza che legano ancora l’uomo al suo attuale stato di schiavitù, condizione di cui non è consapevole. La sua non è una rivoluzione violenta, perché come detto, è individuale e inizia dalla coscienza.
Il tutto scritto con parole semplici, messe lì per far riflettere il lettore. Non fatevi ingannare dalla corposità di questo libro. Non siamo solo davanti a un saggio o a un riepilogativo libro di filosofia che favorisce l’una o l’altra corrente. Siamo davanti a pagine che descrivono una nuova concezione della vita. Il disinganno della realtà, la rivincita della coscienza.
Un libro in cui l’autore si è messo a nudo e che merita quindi una rispettosa lettura.