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Feltrinelli editore Prezzo di copertina: 13,00 € |
Nel racconto televisivo gli articoli sono le luci dello studio, gli aggettivi sono i filmati, i verbi sono i movimenti di scena […] in un tempo limitato deve entrare tutto: la volontà di raccontare uno spaccato significativo di esistenza e l’onestà di raccontarla come punto di vista, non come verità assoluta. Capisci allora di essere un abusivo della tv.
Saviano giustifica con queste parole “vieni via con me”, non un romanzo, ma una raccolta dei monologhi portati in tv all’interno della trasmissione omonima creata in collaborazione con Fabio Fazio, andata in onda su rai3 a gennaio.
Il libro si legge molto velocemente proprio perché la durata è quella concessa da un programma tv. Per chi avesse seguito la trasmissione, i fatti raccontati non sono una novità, ma il fatto di averli su carta, poterseli rileggere con calma dandosi il tempo di capire e riflettere è un’opportunità da cogliere.
L’Italia che ci appare davanti agli occhi è un’Italia un po’ scomoda, che è meglio far finta di non conoscere perché tanto le cose non possono cambiare…Saviano, invece, ci dice esattamente l’opposto: raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle. E allora ecco che si parla dei riti di affiliazione nelle cosche mafiose, giurando fedeltà e lealtà ai fratelli di sangue, non più ai fratelli di peccato (famigliari biologici). Il secondo grande tema toccato è quello della famigerata macchina del fango: la pensi in modo diverso? Bene, io scaverò nella tua vita privata, troverò un tuo punto debole e lo sbatterò sulle prime pagine di giornali, parlando di quel tuo “neo” come se fosse un crimine, diffamando la persona in questione. Poi ci spiega cos’è l’inchiesta, una ricerca che porta ad approfondire, a dar torto o ragione ai diversi pensieri inchiodando o difendendo le posizioni sulla base di fatti, di dati concreti. A supporto delle sue parole Saviano porta un esempio: il giudice Falcone, osteggiato e diffamato in vita, diventato eroe dopo la morte. Nel terzo monologo viene affrontato il tema della presenza della ‘ndrangheta al Nord, dove viene investita la maggior quantità dei capitali mafiosi e dove la gente fatica ancora ad accettare la presenta della criminalità organizzata nel legatissimo Nord. Proprio a proposito di questo Saviano ci ricorda che parlare di mafia non vuol dire infangare il Paese, ma significa prendere coscienza del problema con coraggio, con la volontà di affrontarlo. Poi, dopo tanta disonestà, si torna a respirare con una storia d’amore, quella di Piergiorgio Welby e Mina, la moglie che lo sposa pur sapendo che il marito soffre di una gravissima forma di distrofia muscolare. Gli rimarrà accanto fino all’ultimo, quando in un dolorosissimo gesto d’amore accetterà la volontà del marito di rinunciare all’accanimento terapeutico. La scelta di Piero è serena, lui non vuole morire, ma non vuole nemmeno non-vivere. A Piero viene negato il funerale religioso, concesso invece agli assassini. Con il quinto monologo si torna al Sud, alle montagne di spazzatura distribuite per le strade di Napoli; si parla di rifiuti smaltiti illegalmente, di ambiente non preservato, di sostanze nocive che penetrano nel terreno e inquinano le falde acquifere, di aumento di tumori nelle zone di smaltimento. Poi la storia di coraggio di Don Giacomo, bresciano, che con coraggio accetta di usare come sede del suo centro per disabili, uno stabile confiscato alla mafia; nonostante le minacce e gli atti di violenza nei suoi confronti, il prete non si lascia intimidire e continua il suo operato di assistenza. Il settimo monologo è il più toccante, viene ripercorsa la tragedia della Casa dello Studente di L’Aquila, crollata addosso agli studenti senza pietà. Una tragedia annunciata dagli studenti stessi, che sapevano di trovarsi in un edificio poco sicuro e pieno di crepe; una tragedia che si poteva evitare, sela Casa fosse stata costruita a norma e seguendo tutte le regole del caso. L’ottavo ed ultimo monologo, tratta il tema della vendita dei voti elettorali, tu voti quel politico e io ti do 50€…viene da chiedersi se davvero la democrazia valga così poco.
Il libro di Saviano riprende un po’ il format televisivo, dividendo e separando i vari capitoli nello stesso modo in cui sono scandite le puntate del programma. Una prova d’autore sicuramente interessante anche se utilizzando “il codice” del racconto giornalistico-televisivo il nostro Roberto gioca in casa. Di ogni vicenda racconta il necessario a stuzzicare la curiosità e lo sdegno del lettore nei confronti di realtà così vicine anche se viste sempre come assolutamente lontane e impensabili.
Non manca, nonostante questa lunga serie di misfatti, l’elenco dei 10 motivi per cui valga la pena vivere (in Italia magari)…i vostri quali sono?