Viaggiatori ai margini del paesaggio – Corrado Benigni

Titolo: Viaggiatori ai margini del paesaggio. Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi, Jodice
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 202
Prezzo: € 22,00

Nel 1984 da un’idea di Luigi Ghirri nacque Viaggio in Italia, un progetto fotografico collettivo che segnò un punto di svolta nel modo di concepire la fotografia e soprattutto rivoluzionò il modo di rappresentare il paesaggio italiano.

Ci si sposta ai margini, la fotografia guarda verso le periferie, non considerate fino a quel momento degne di uno sguardo artistico.

Viaggio in Italia nella storia della fotografia cambia il modo di vedere e rappresentare il paesaggio.

E il paesaggio non è più un monolito immobile, ma qualcosa il cui senso può essere penetrato con lo sguardo, la lente attraverso cui guardare a tutto il proprio mondo.

Corrado Benigni, a quarant’anni dalla nascita di quella esperienza, dedica un libro molto interessante a quella meravigliosa intuizione di Ghirri.

Viaggiatori ai margini del paesaggio ripercorre e ricostruisce la genesi del progetto ghirriano attraverso sette monografie dedicati ai fotografi che di Viaggio in Italia sono stati il cuore pulsante.

Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi, Jodice.

Benigni scrive che furono proprio loro a portare in primo piano il paesaggio, considerandolo un attore principale e non più un fondale su cui si svolge l’azione umana, compiendo in questo modo un atto politico.

Ecco la portata rivoluzionaria del progetto voluto da Luigi Ghirri, che divenne anche un libro.

Viaggio in Italia stabilisce un cambio di paradigma nel mondo di rappresentare il paesaggio italiano. Si passa dalla veduta ideale a una ricerca dell’anonimo, dell’analogo e dell’intercambiabile, conta non l’immagine unitaria ma una molteplicità di dettagli.

L’idea di paesaggio si contamina con il concetto di viaggio.

«Viaggio in Italia – scrive Benigni –  è dunque un’opera e un insieme culturale composito, che rilancia il dibattito e la riflessione sulla fotografia, mettendoli in rapporto sia con l’esperienza letteraria sia con i linguaggi dell’arte e facendo convivere linguaggio descrittivo, forma narrativa e valore simbolico, in un importante incontro tra scritture diverse».

Viaggio in Italia dopo quarant’anni è ancora un progetto culturale aperto per la sua portata rivoluzionaria che ha portato la fotografia per la prima volta a dialogare con altre forme espressiva come l’architettura, la letteratura, il cinema e la grafica.

Solo dal genio di Ghirri poteva nascere un progetto che ancora oggi viene considerato una pietra miliare per la storia della fotografia contemporanea.

Corrado Benigni, saggista e critico della fotografia, dedica la seconda parte del suo libro a sette fotografi di quel progetto, che sono anche nomi importanti della fotografia italiana, maestri riconosciuti da cui non si può prescindere.

Ghirri che considera la fotografia un formidabile linguaggio visivo per incrementare il desiderio di infinito che alberga in noi e la sua opera aperta può essere considerata una ricerca di soglie da aprire, di inquadrature del mondo da cui farsi attraversare.

Poi c’è Olivo Barbieri, tra i più giovani dei venti fotografi di Viaggio in Italia, secondo cui il paesaggio è il pretesto per indagare l’atto del vedere, il rapporto tra apparenza e illusione, vero e rappresentazione del vero.

Ghirri non poteva non essere affascinato dall’arte di Gabriele Basilico che Benigni definisce il più cittadino dei fotografi italiani della sua generazione. In nessuno come in lui la fotografia vive della città e nella città. La sua fotografia è un invito a guardare la città anche nei suoi lati meno evidenti con uno sguardo libero da moralismi e pregiudizi.

Chiaramonte concepisce la fotografia come una forma di scrittura e il mondo stesso è immagine.

Di Mario Cresci Benigni scrive che la sua fotografia è un medium estendibile, capace di dialogare con altre forme espressive nella convinzione che l’immagine non è mai leggibile in modo univoco.

Guido Guidi è il fotografo italiano che più di ogni altro ha esplorato i confini del nostro paesaggio, scardinandone ogni immagine precostituita.

La parte monografica si chiude con un omaggio al genio di Mimmo Jodice che contribuì al progetto Viaggio in Italia con l’immagine di una città distorta dall’obiettivo grandangolare, che piega le immagini come in un sogno e che dilatando gli spazi li rende animati.

Benigni coglie l’essenza delle fotografie di Jodice in quei punti di visione che si moltiplicano all’infinito, in una dimensione sospesa dell’ignoto.

Viaggiatori ai margini del paesaggio è un un libro che racconta attraverso l’occhio interiore dei più grandi fotografi italiani un pezzo di storia del nostro Paese.

Ma è soprattutto un omaggio a Luigi Ghirri, maestro indiscusso che ha cambiato il modo di vedere della fotografia: un grande avvenimento del pensiero e dello sguardo, un pensiero – paesaggio.

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