Titolo: Un uso qualunque di te
Editore: Giunti
Genere: romanzo
Numero di pagine: 202
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 12,00 Euro
A seguito dell’utilizzo di sostanze stupefacenti, e per ragioni ancora da scoprire, Luce, la figlia adolescente di Viola e Carlo, si trova in ospedale nel reparto di terapia intensiva, a lottare tra la vita e la morte. Le sue condizioni sono gravissime ed i dottori la mettono subito in lista di attesa per avere un fegato nuovo. A vegliare su lei c’è solo il padre, svegliato nel cuore della notte dalla chiamata dell’ospedale. E’ l’alba. Carlo, il papà, prova di continuo a rintracciare la moglie sul cellulare, ma il telefono è staccato. Doveva essere ad una cena di lavoro, ma non è mai rientrata a casa quella notte. Carlo le lascia solo un messaggio vocale: “Sono in ospedale. Ti prego raggiungimi”. Nella fretta e per l’ansia non le comunica in quale ospedale si trova. Viola, dopo essersi svegliata nel letto di qualcun altro, ascolta il messaggio e viene travolta da un doppio senso di colpa: da una parte il tradimento, dall’altra la lontananza dalla famiglia nel momento del bisogno. Che fare? Purtroppo il castello di menzogne e rapporti extra-coniugali è crollato. “Il segreto era ripetere sempre le stesse cose, una regolarità che rendeva le azioni prevedibili e garantiva la corrispondenza tra aspettative e comportamenti, rendendomi possibile il controllo della situazione” (pag. 47).
Quando arriva il momento di uscire allo scoperto, Viola ancora non sa cosa l’attende in ospedale ed ammettere l’errore non basterà a rimediare al danno causato. Non ci sarà la solita collega, amica, quasi sorella, Angela a proteggerla dalla situazione devastante in cui si è cacciata. “La rabbia arriva. Ci dà la forza di reagire. Facciamo tutto quello che crediamo utile per tornare indietro, per avere giustizia, per un solo giorno o più, per una speranza. […] Ma quando ci accorgiamo che nulla può cambiare ci sentiamo sconfitti e disperati, e abbiamo solo voglia di lasciarci andare.” (pag. 136).
Nel suo secondo romanzo, Sara Rattaro racconta una storia di amore, odio, tradimenti, compromessi, in cui la Vita, con la V maiuscola è l’unico vero elemento da difendere a tutti i costi. Una vita da vivere fino all’ultimo secondo e fino all’ultimo respiro. Difficilmente si trattengono le lacrime durante la lettura, soprattutto nell’ultima parte, quando Carlo in una sorta di lettera alla moglie si confessa a sua volta e mostra la faccia di un uomo, marito e padre, che si mette in secondo piano pur di mantenere unita la famiglia. Se da una parte c’è la scrittura spontanea, diretta e carica di emozioni, nel libro vengono affrontati in maniera molto più razionale due temi importanti: quello del tradimento e quello dell’elaborazione del dolore. A fare da sfondo al racconto, infine, è il rapporto non sempre facile tra genitori e figli, in cui il senso di responsabilità, educazione e protezione si scontrano con quello di libertà, forza e spregiudicatezza, tipici dell’età adolescenziale.